La band che si autodefinisce "dramatic black metal" non si discosta molto da quello che è il filone symphonic black metal ma con una grande dose di partiture più classicamente metalliche che meramente estreme, a me ricorda un gruppo degli anni novanta che fu ingiustamente snobbato a causa della filosofia più settaria e refrattaria del periodo, i mitici berlinesi Fermenting Innards che non si differenziano molto nemmeno per certe peculiarità come i suoni, l'uso a tappeto delle tastiere, i riff chitarristici molto imponenti e le vocals, un mix di growls e screaming assatanato ed un certo tocco gotico spettrale ma sempre arrembante e mai sdolcinato.
Sulla loro biografia si annoverano gruppi di ispirazione come Dimmu Borgir, Cradle of Filth, Katatonia, Dissection, Hecate Enthroned e Forgotten Tomb, il che si sente ma secondo me tutto sarebbe riconducibile ai su detti Fermenting Innards.
Le tastiere a tappeto barocche e dal suono da omelia gotica e riverbero da cattedrale così come nella migliore tradizione symphonic, e poi graffianti e pompose chitarre dalle distorsioni molto forti, screaming vocals rabbiose e vampiresche, che si alternano anche con altre dai toni bassi e gutturali ad opera del vocalist Andreas Hohwieler e soci, a tratti il sound sfocia in un heavy metal impossessato dal male dove riff e midtempos cadono nel genere di stampo nordico ma senza sembrare dei revival anzi con un piglio diverso e molto personale.
Il puro stile black si incanala in un energico esercizio sulfureo dove spicca in tutte le tracce del disco il selvaggio contrasto tra pesantezza e melodia, in un equilibrio che spesso le grandi band non riescono ad avere, abbiamo quindi dei punti molto alti che si possono individuare da subito, una cosa è certa però, se questo disco non vi piacerà dal primo ascolto allora non vi piacerà mai più, dico questo perché detiene in se la spavalderia ingenua delle release targate anni '90 molto distanti dalle sofisticate trovate della scena attuale.
Le tracce sono tutte ottime, la title track "Everlasting Night" può essere annoverata tra le più rappresentative del sound degli Immortal Remains con i suoi rallentamenti che si impennano fieri ed evocativi, ma credo che alcune altre song incarnino meglio il male che trasuda dalle menti dei 5 ottimi musicisti, compreso il batterista che è una scheggia e che suona non in modo raffinato ma molto devastante e determinato.
Nella tetra ed orrorifica "Die Nacht" ad esempio si sente l'appeal gotico ma subito si viene rapiti dal fiffage centrale nudo e di una crudezza fredda e glaciale dove i chitarristi si destreggiano e si cimentano in un black teatrale, oscuro e marcio al punto giusto, la successiva "Goatpath" è più scandinava e risulta dal sound altisonante ed evocativo, merito degli organi di sottofondo, insieme alla successiva "Insomnia" si classifica come la più fulminea e tagliente, a tratti vicina a cose a la swedish melodic black, ma certamente caratterizzante per la sua asprezza e per i soliti innesti evocativi e fieri determinati dalle chitarre che con mid-tempos alternati ad accelerazioni vorticose e refrains assassini migliorano la gia buona strutturazione dei brani. Seguono ben Otto tracce ossessive e molto valide, buie con bagliori di ottima fattura, in cui le due voci (Durr e soprattutto Hohwieler) vomitano i loro demoniaci messaggi in un ideale excursus infernale da brivido brutale.
La track "Thorn" è una delle migliori dell'album: bruciante e cavalcante, in cui le tastiere maligne aleggiano sul ritmo sincopato e sullo splendido lavoro della batteria, il basso invece poteva essere più imponente zozzo, magari estemporaneo ma fa comunque il suo dovere e si districa bene con le notevoli accelerazioni che si ripetono sotto l'unione delle due voci che si sovrappongono e si inseguono arcignamente.
Per tutti gli appassionati del genere sympho black con un trade mark più fisico che geniale questo disco potrà riservare piacevoli sorprese, lo dimostra il fatto che anche le song meno appariscenti dopo il primo ascolto entrano nel sangue così che anche un brano come "Keys" risulta un bel connubio di aggressività e cerimoniosa ritualità immersa nel sangue più nero che ci sia. Si chiude con l'inquietante monologo finale che mi sembrerebbe tratto da una sequenza del film 'l'avvocato del Diavolo'.
75/100
Guido Dürr: Voce, chitarra
Andreas Hohwieler: Voce
Hubert Dürr: Batteria
Thomas Hemberger: Basso
Benjamin Kessel: Tastiere
Anno: 2009
Label: My Kingdom Music
Genere: Symphonic Black Metal
Tracklist:
01. Intro
02. Xeper
03. The Hunting
04. Everlasting Night
05. Die Nacht
06. Goatpath
07. Insomnia
08. Thorn
09. Keys
10. Outro