Home Recensioni Album Elvira Madigan - Regent SieS he Devil Of Demonlore, Of Blood, Crosses And Biblewars

Elvira Madigan
Regent SieS he Devil Of Demonlore, Of Blood, Crosses And Biblewars

La prima cosa che salta all'occhio ... anzi all'orecchio ascoltando questo ritorno a molti anni di distanza dal precedente Witches - Salem (1962 vs. 2001) di Elvira Madigan pseudonimo della one-man band svedese formata da Marcus Hammarström è la "peccaminosa", altre parole non me ne vengono, qualità della registrazione: viene da chiedere se è stato fatto apposta per volersi fare del male, perchè non ci possono essere altre spiegazioni, inficiare già in partenza la bontà dell'ascolto in questo modo è davvero masochistico ma tant'è il nostro ha deciso così, oltre a non aver usato nessun tipo di supporto informatico, durante le sessioni strumentali. Dopo aver preso quindi atto della prima terribile mazzata a questo Regent Sie – She Devil Of Demonlore – Of Blood, Crosses and Biblewars che d'ora in poi per non consumare metà recensione solo per scrivere il titolo chiameremo Regent Sie proviamo a parlare di quello che è il contenuto di questo platter.
La proposta musicale di Elvira Madigan è un Black Metal Sinfonico che attinge a piene mani agli stereotipi ed alle tematiche care al Black classico e che tende ad un certo approccio pomposamente splatter, con una processione interminabile di brani cortissimi, più che altro movimenti di canzoni più lunghe, in stile Prog, brani incastonati tra loro o da frammenti narrativi o da passaggi strumentali che mancano completamente, specialmente per quel che riguarda la parte sinfonica di una qualsiasi sfumatura epica ed orchestrale, preferendo partiture nel complesso semplici e relativamente povere, lasciando da parte qualsiasi tipo di approccio sinfonico/strumentale o solenne/emozionale capace di spiazzare, interessare e catturare l'ascoltatore, meglio le parti di chitarra per fare un esempio che non quelle di tastiera, che appare veramente piatta e povera di colore e profondità spaziale. Solo qualche interessante intreccio lirico e melodico sparso qui e là è capace di portare con se momenti in grado di regalare un minimo di pathos e ricercatezza sonora, i cambi di tempo, laddove presenti, invece sembrano apparire inutili tentativi di spezzare e ravvivare un qualcosa che si trascina stancamente ed inesorabilmente in avanti. Uno screaming che ricorda il peggior Dani Filth, istericamente afono, aggiunto alla già accennata qualità della registrazione e del missaggio pongono un ulteriore macigno all'ascolto di Regent Sie, sicuramente meglio con il growl, certe volte più simile al growl di qualche band death/brutal e con il pulito, gli unici momenti lirici che si possono definire vagamente accattivanti.
Un disco sostanzialmente inutile, povero sia a livello di personalità, che a livello ispirativo, sostanzialmente un clone dei peggiori Cradle of Filth che tentano di imitare i peggiori Dimmu Borgir, poco convincente e poco incisiva l'orchestralità e la costruzione sinfonica, totalmente assente epica e teatralità; in cui il poco di buono che traspare dalla sua lunghissima prolissità, alcuni interessanti intrecci lirici e melodici, viene schiaffeggiato e mortificato da una registrazione ed una produzione pessima. Direi che in fin dei conti ... non ne vale la pena, può benissimo restare dov'è.

50/100


Marcus Hammarström: Voce, chitarra, basso, tastiere, batteria programming

Anno: 2008
Label: Black Lodge/Audioglobe
Genere: Progressive/Symphonic Black Metal

Tracklist:
01. Mortal man and the King
02. Silfver tounged
03. Solstice and sleepwalking
Demonaria I: Heart Of The Devil's Keep
04. My blood
05. Wit
06. Simeons monologue
07. Lambmendtations
08. Sister fairytale
Demonaria II: Luninouses Gift
09. Speells of six and tears of three
10. Missfortune
11. Ribbons
12. The harkencraft and the witch of Marbeled halls
Demonaria III: Grin
13. Murder of Kroues
14. Severed
15. Vow of feebleman
16. Soulsearchking
17. Rekindleself
18. Liars In Wait
Demonaria IV: Warring
19. Crosses and Biblewars
20. Battlelost
21. Hell hath no fury like a woodwoman scorned
22. The true worth of the lie
23. Regency

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