La band estrema spagnola, precisamente di Madrid, nominata The Seed è composta da quattro elementi con all'attivo una demo autoprodotta nel 2007 dal titolo Demonsterations e con l'album auto-prodotto del 2010 From Nowhere to No One. Pull the Trigger…and Bite this Bullet è un disco che consiglio ai matti del thrash death americano e non, a tutti gli amanti del genere che per forza non cercano l'innovazione... Le capacità tecniche del quartetto ci sono tutte e così come la destrezza, ma un disco deve anche destare interesse per gli ascoltatori non propriamente del genere e deve anche impressionare; Il cd è ben suonato, ma i punti di altezza che ci si aspetta non vengono nemmeno sfiorati, con una produzione maggiormente simile alle cose di Exodus, Testament, Pantera, The Crown e Machine Head, Carcass da non sottovalutarsi in questi ambiti e maggiori linee di demarcazione personale si potrebbe gridare al miracolo. Ad ogni caso faccio un plauso alla band poiché si auto-finanzia e se ne frega dell'attenzione delle label e per la grande intensità profusa nell'esecuzione. Il concetto di base è quindi delineato e scritto, si deve solo lavorare sulla naturalezza del songwriting e magari trovare delle soluzioni di diversificazione sempre in ambito death metal e che porti un disco come Pull the Trigger...and Bite this Bullet ad un livello di assoluto valore; va bene anche l'influenza continua del thrash anni '80 con le varie corde stoppate e le cavalcate assatanate ma un disco per essere piacevole da ascoltare deve anche dare una linea che faccia da spartiacque e non deve essere il solito proseguo all'infinito di qualcosa che già si è sentito in passato. Su queste caratteristiche di base direi che si potrebbe per il futuro pensare ad un songwriting più moderno e magari con interspazi più marci e rallentati in modo da allentare la tensione e scongiurare la prematura involuzione statica sempre sullo stesso obbiettivo, variare insomma ad un più ispirato thrash metal Europeo ... Le due chitarre poi sono sempre in continuo testa a testa, si legano alla perfezione e si incrociano con il restante sound e fanno scaturire dei riff che riescono a creare un muro sonoro davvero spesso. Pull the Trigger…and Bite this Bullet è un album forte di un songwriting valido ma non eccelso purtroppo, oltre che di un’ottima registrazione, certo underground ma ben congeniata, gli strumenti sono tutti mega capaci ed il basso di Sergio con la batteria macinano ritmiche da deflagrazione nucleare per kilometri e kilometri.Qui ci si addentra in un discorso diverso, dove ad essere plasmato è il sound sui musicisti e non il contrario, nel senso che il tutto è più fluido e meno asfittico, fatto per una dimensione più umana e scorrevole, un pò come per il discorso fatto con la title track sino ad arrivare a "Claws of Punishment"; quest’ultima, infatti, mette in mostra come si può essere ispirati suonando death metal massiccio senza vergogna ed alcuna riverenza.Le seguenti "War of Hatred" e "Mirror" non fanno altro che ribadire il concetto, un violentissimo thrash death a la The Crown che ricalca le solite strutture (e che poi non potrebbe essere differente in definitiva) con sfuriate assatanate e qualche sporadico assolo in slow motion e aperture catchy; allo stesso modo quindi si sussegue il disco con "Modern Entertainment" e "The Final Step", buone prove strumentali con refrain ammiccanti ma con soliti espedienti thrash poco personali, la cosa cambia da "Suffering Pride", song davvero notevole e ben strutturata e da lì in poi con un filotto di grande spessore che mi ha impressionato e sul quale sarà il caso di lavorare in futuro. Si parte con "Remember my Name" ed è una chiara dichiarazione di intenti, una sublime e poderosa macchina da guerra cha fa fuoco da tutte le parti e che si dimostra subito concentrata sulla mera violenza e sull'aggressività e sulla quale spiccano le vocals di Koko, il cd subito coinvolge ma mi fa capire dai pochi secondi che cosa mi dovrò aspettare per tutta la sua durata, una vera e propria valanga di riff e note di metallo colante si versano sull'ascoltatore, ed è chiaro il ‘natural born killer guitar mood’ che offre il combo denotando subito anche la peculiarità del set, ovvero la ripetitività.Il disco inizia con un fluido e estremamente brutale death / thrash, il riferimento è per un certo filone groove e più moderno, ma solo per l'utilizzo di una registrazione potente e limpida dove la furia cieca e priva di compromessi si spalanca a un nichilista, quanto poco dinamico ed opaco, modo di concepire il furore. Mentre Pull the Trigger…and Bite this Bullet esce nel 2013 dopo tre anni ed un paio di cambi di line-up con l’ingresso il pianta stabile di Furni e Molano. 65/100
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Koko: Voce, Chitarra Anno: 2013 01. Remember my Name |