Trattasi di una misconosciuta one man band Iraniana che finora ha diffuso varie release nel circuito underground mondiale e questo è l'ultimo EP o forse il primo vero professionale edito da una casa discografica americana (la Ragnarok Records) in una lussuosa veste digipack limitata, mente le releases successive e precedenti credo siano delle auto-produzioni su cd-r; la band fonde la tradizione alla mitologia indigena del suo paese e catapulta il tutto in un sound ossessivo e ispirato dalle sinfonie trionfali ed epiche di un certo tipo di black metal 'depressive style' se vogliamo usare un termine di paragone, ma anche dal tocco epico ed evocativo.
Il black metal onirico della band capitanata da Lord Aras si rifà alla ribellione e alle storie mitologiche Iraniane, il titolo del disco tradotto è "Epic of Sorrow/dolore epico" (una costante del concept della band è appunto il dolore e la sofferenza) e nome non fu mai più azzeccato per dare l'idea di cosa si va ad ascoltare, ho apprezzato molto alcune tracce delle 4 disponibili della lunghezza media di quattro minuti anche se a mio modo di vedere il sound pecca qua e là di qualche imprecisione oppure di infantili somiglianze e il suono della batteria (campionata credo) è troppo vuoto, la migliore traccia è di certo 'Nefrine Rood' che forse assomiglia di più ad una black metal song occulta dei primi '90 norvegesi con un sound vicino ai più seminali Mysticum ed Immortal, il brano è una strumentale alla fine, anche il brano 'Raghse Baad' suona bene ma risente ‘fottutamente’ del sound di cui parlavo anche se onestamente piacevole per chi mastica un certo tipo di black metal, le chitarre serrate e taglienti, la batteria ossessiva ci fanno rivivere la scena black primordiale papale-papale ed anche qui non ci sono le vocals, il che mi fa pensare che forse è proprio su questo aspetto che il buon Lord Aras dovrà lavorare dato che suonano meglio le song senza la sgraziata e sofferente voce bassa, ma gridata dal profondo, che a molti comunque potrà piacere dato che è un cliché del genere funeral e depressive black... Ehsan "Aras" K. è anche un pittore, credo si sia formato intellettualmente completando degli studi artistici, nel suo sito potrete trovare alcune delle sue inquietanti opere, mentre la band Aras, atta a portare avanti la sua visione di oscurità, è nata nel febbraio 2002, Aras significa "lacrima" in iraniano ma è anche il nome del fiume sacro sito a est della zona Nord dell'Iran dove il grande profeta si narra sia affogato. La band esprime nelle sue opere tutto l'amore per la propria selvaggia e triste terra, carica di storia ma di un passato seminato nel sangue. Un'altra curiosità è che la data dell'uscita ufficiale del primo demo (29 febbraio '02) della band coincide con l'anniversario dell'esecuzione capitale di una importante figura nella storia del paese: "Khosrow Golsorkhi", un giornalista attivista rivoluzionario che ha lottato per la libertà della propria terra dalla dittatura. Lord Aras infine è coinvolto anche in altri progetti musicali come: Beaten, Victoriouses Daamoon, Gavandera e Shadows Of Nihil. In conclusione quindi black di media velocità con soluzioni che possono suonare anche banali, contornato da ultra riverberata e filtrata voce con una registrazione da demotape che tuttavia dona un certo fascino al tutto, chitarre sature e rumorose ma precise, e sprazzi di oniriche cavalcate e inserti lenti ed altisonanti, tutto abbellito in pompa magna dal tappeto sonoro creato dalle tastiere e synth che alcune volte sono davvero funeree e sulfuree vicine, diciamo, a Burzum e a quel filone che si è evoluto dal suo sound con le così dette atmosfere ‘soundscapes’ anche se effettivamente solo abbozzate e accennate in questo lavoro. Ep consigliatissimo alle nuove leve del black e doom funeral e depressive, mentre ai più esperti probabilmente il lavoro del musicista Iraniano non farà né caldo e né freddo anche se penso il cd non tarderà molto a diventare una piccola perla di rarità vista la ultra limitata stampa, quindi per chi vuole accaparrarselo questo credo possa essere il momento giusto... Ho anche ascoltato le ultime song ancora non edite della band e devo dire che c'è anche un miglioramento e progressione nello sviluppo del sound. Stiamo a vedere per il prossimo imminente full-length. PS. Sto notando una certa moda per le band provenienti dai paesi Arabi e Mediorientali/Sud Asiatici, specialmente in ambito black, hanno aperto le danze negli anni '90 i pregevoli Israeliani Bishop of Hexen, Melechesh e Salem (per dire i primi che mi vengono in mente) che tuttavia suonano molto diverso, e adesso gruppi molto foschi e grezzi come Taarma, Dusk, The Knell, Al-Namrood della zona prospiciente si stanno ritagliando il loro spazio underground con contratti con etichette spesso anche molto lontane dalle loro terre di origine... il che mi pare positivo se si parla di reale valore delle suddette e magari con una buona e vera attitudine concettuale. 70/100
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Lord Aras: Tutti gli strumenti e voce Anno: 2008 Sul web: |