Home Recensioni Album Laeta Mors - Deafening Silence

Laeta Mors
Deafening Silence

Effettivamente é molto bello vedere le nuove leve italiche darsi da fare e sfornare cd professionali di tutto rispetto, questo dei Laeta Mors ad esempio é un bel esemplare di come le band possano raggiungere livelli di piena sufficienza senza correre il pericolo di sfigurare con le release underground estere che inflazionano il mercato da anni ed anni. Niente é lasciato al caso in questo Deafening Silence, album che si contraddistingue per un mix di agguerrito e dinamico death, black e thrash, più black/thrash che death se non fosse per qualche partitura in stile proto satanic death e distorsione in quello stesso stile e per le vocals di certo più growl che screamed, la proposta targata Laeta Mors cerca di dare freschezza da un lato ma tiene ben radicate le origini dei generi sopra citati.

Trentacinque minuti di metallo estremamente curato, brani che paiono rasoiate per la loro durata media di 2 minuti circa ed un tocco di personalità nel miscelare varie correnti come il thrash ed il black metal scandinavo con risultati godibili ed orecchiabili complice anche l'utilizzo di standard musicali e scale note ai cultori di questi generi.
Non so, se proprio dovessi fare un paragone mi ricordano, ma lontanamente e solo in parte, i norvegesi Aura Noir ed ancora di più Nocturnal Breed, ma con anche altri riferimenti, per esempio ci sono le sfuriate brutali a la Sarcofago, e le atmosfere primordiali norvegesi cariche di gelata malignità e oscurantismo, tastiere e synth che bene si amalgamano alla struttura dei brani imprimendo loro più attrattività e maggiore pathos malefico.

Descrivere il cd song by song sarebbe riduttivo, ma il bello del cd sono l'attitudine old school, i ritmi alternati blandi e guerrafondai connubiati alla melodia epica (per fare un esempio la traccia finale "The Last Enthronement") non ci sono suoni potenti e disperatamente tirati al max, quindi il cd suona molto underground fine ottantiano, complice forse la registrazione piatta che a me però piace di più di quelle cristalline da studio di registrazione professionale, la voce è potente al contrario, sempre fiera e interpretativa basata su toni bassi piuttosto che acuti, si impone anche nei brani dal piglio e taglio diversi, fondati e caratterizzati magari più sui tempi thrash non cattivissimi e blasfemi.
Dal black metal quindi si passa spesso ad un ibrido di matrice speed (vedi "Route 666") oppure al death/thrash che si voglia denominare ma spesso e volentieri in bilico tra il melodico svedese e il "street/evil" scandinavo e questo rende l'ascolto interessante e mai monotono, almeno per gli amanti del genere.

"Behind The Wall" é un brano che rispecchia queste caratteristiche, molti tempi black death ma una atmosfera di fondo maligna e tetra classica delle black metal bands migliori e del death nordeuropeo, tanto é vero che non si toglie l'orecchio nemmeno per un secondo per le piccole sorprese che ci propongono i 3 musicisti.
Infatti se ci si concentra si può trovare anche qualche riferimento sinfonico, "The Unnamed" é un brano che spazia molto e sembra di risentire quella amalgama anni '90 che certi gruppi proposero senza troppa fortuna, da osservare che la drum-machine é priva di sbavature e per una volta tanto non mi sento di penalizzarli per questo, lavoro ben fatto ed ottima programmazione con perdita di potenza che acquisteranno di certo con il nuovo drummer, sempre se sarà all'altezza...

La proposta dei milanesi Laeta Mors non merita discussioni, é un disco pieno di idee, certo non innovative, ma talmente scelte e selezionate con gusto che l'ascolto dei brani raggiunge un livello di pieno godimento assicurandosi una vita media sul vostro lettore superiore alla media delle band underground mondiali, concludendo non vorrei esagerare, il cd è buono, ci sono alcune zone d'ombra ma come dar loro torto essendo il primo cd? Ai Laeta Mors adesso tocca fare sul serio, dando al loro sound un endovena di originalità, ma adesso é prematuro, le tracce come "Deafening Silence" sono da elogiare sino al momento in cui non cadono nel gia sentito, ma l'età glielo consente, anche i Darkthrone non sono mai stati dei geni di originalità nei primi album, eppure ...

70/100


Massimo "Massacre": Voce
Luca "Lucyfer": Chitarra
Diego "Sir Die": Basso
Alessandro "Flagello": Batteria

Anno: 2009
Label: Cimitero Records/Andromeda
Genere: Thrash/Death Metal

Tracklist:
01. Living Existence
02. Route 666
03. Behind the Wall
04. Sometimes
05. Master and Slave
06. Fatal Thoughts of Suicide
07. My Life is Your Defeat
08. Deafening Silence
09. Filthy Liars
10. Ghosts of Mind
11. The Unnamed
12. The Last Enthronement

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