Gli Hollow Corp. ( ex Coverage) nascono nel '95, sono una band Francese che fa sgorgare ed evolvere il proprio sound da basi tecnologiche che si incentrano su lidi cibernetici e dall'intricato incedere geometrico e quadrimensionale, lo spiega l'effettiva influenza Voivodiana e l'essenza pura di continua ricerca che evince dall'ascolto del loro "Cloister of Radiance", un album monolitico che nella sua unicità incarna gli aspetti maggiormente sondati dalla band Canadese, ma con l'assoluta voglia di sperimentare in modo estremo e senza cercare la facilità di espressione (cosa che può essere vista positivamente o negativamente a seconda dei pareri).
Il suono è un equilibrio tra omogenee strutture, pesantezza metallica e stridente rumorio di acciaio puro, industrial immensamente evocativo che cozza sullo sludge e martellate imponenti e cadenzate in maniera quasi ossessiva e angosciante... Ma qui ci sono anche le eccezioni, se infatti si analizza un pezzo come "Code" possiamo renderci conto che il campo di azione dei nostri è abbastanza ampio, tant’é che i colpi di ascia del pezzo si alternano tra tempi evil death melodico o quasi black di stampo nordico con il thrash moderno e un riffing possente e felicissimo nel quale viene innestato un pezzo macchinoso a la Meshuggah/Neurosis, se poi ci riferiamo ad una traccia come "Peripherals" passiamo da un sound quasi alternative a una cascata di lentezza doomish sconcertante per la sua cupezza. Quindi è sicuro che Hollow Corp. non sia una band che si accontenta e si limita a riproporre sterilmente le gesta degli eroi del passato e del presente ma anzi dal grossissimo potenziale sonoro e distruttivo, è oltremodo ovvio che i cinque abbiano voglia di suonare e proporre la loro parte malata ed alienante a tutti coloro che riusciranno a percepirne la grandezza. Di certo per l'ascolto del disco occorre essere 'corazzati' ed avere una certa familiarità con queste atmosfere in continuo subbuglio ma credetemi questo disco ci promette una nuova prospettiva di vedere ed intendere la musica metal estrema sperimentale. Una imponente univocità che si sgretola davanti a fulminei ma congeniati sistemi di decentramento che collimano con atmosfere evocative, metalcore claustrifobico e vocals schizzate sempre diverse e assolutamente aggressive e corrosive, delle chitarre sempre presenti sia nei momenti agli apici della ruvidezza sia in quelli di calma apparente con uso di armonici e strimpellate in acustico da brivido. Batteria a metronomo che scandisce e taglia con disumana precisione la sezione ritmica, il basso che pare un bisturi con la capacità distruttiva di una carica esplosiva .. si dilatano nel corso dei brani, anche molto ("Peripherals" ad esempio dura ben 11 minuti!) lunghi ma mai monotoni e stancanti. Ditemi quello che volete ma per un appassionato di Voivod dei tempi di Negatron o Phobos, Neurisis, Meshuggah, Pestilence, Cinic e Nocturnus con poi venature atmosferiche da indie records e sludge doom di contorno e da paura, questo è un piatto appetitoso che si spera non si esaurisca mai. Credetemi ne vale davvero la pena se volete avere a casa un must di metal tecnologico con la maiuscola. "Mordace", "Duro", "Possente", "Caustico e Sperimentale" sono di certo le caratteristiche principali di questo platter, e questi musicisti ci sanno fare, hanno dalla loro una preparazione tecnica da jazzisti e musicisti post cyber noise, in una fusione caleidoscopica micidiale (ascoltatevi "Samen" per esempio, brano che prenderei come campione dell'intero album), quindi da supportare nella maniera più assoluta. I brani che consiglierei sarebbero: "Code", "Sabbat" e "Samen", ma tutto il cd merita vari ascolti attenti e ripetuti. 80/100
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Azam Stephane: Voce Anno: 2007 |