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Hell Born
Darkness

Il loro primissimo disco Hellblast mi entusiasmò, ormai ben 7 anni fa, non furono molto presi in considerazione dalla carta stampata, ma la presenza in line-up di un mezzo dei Behemoth e Damnation era gia un marchio di fabbrica brillante e determinante, il loro death/black blasfemo e poderoso si impose nelle mie preferenze lasciandomi bene impressionato per il loro futuro. Infatti il gruppo ha classe da vendere ed in ambito death metal estremo ci sa davvero fare, anche in questo ultimo Darkness (il quinto di una bella serie) le aspettative non vengono deluse ma il sound dei nostri é oggi più impostato su binari di death metal cadenzato e contaminato da pura cattiveria con feeling imponente e massiccio che sa di swedish death scuola anni '90 (il sound della registrazione lo prova in pieno avvicinandoli al mood delle registrazioni di Perer Tagtgren) conglobandolo nel blackened death di certi Behemoth e dei Vader più 'slow'.

Il disco é granitico, ma ha perso un pò di quella furiosa blasfemia primordiale e nucleare dei primi dischi che era un poco infantile ma certamente 'shockante', gli arrangiamenti sono semplici e diretti con sound corposo e carico di groove cadenzato, i soli di chitarra spesso melodici sono pertinenti e ridotti all'osso, quasi striscianti e liquidi per non intaccare le linee principali della costruzione da elettrocardiogramma quasi piatto e mortale con brevissime accelerazioni qua e là e con vocals crude, sprezzanti (semi screamed growls) ma sempre impostate senza il minimo accenno di variazioni importanti se non qualche 'hellish whisper' qua e là.
In alcuni momenti mi pare di sentire l'auto-contemplazione degli ultimi Immortal per non dire un'eresia, il ciò ti fa dire si, d'accordo, sound fighissimo, ma la rabbia e la cattiveria furibonda dove sono andate a finire???

Ascoltando brani come la opener "Refuse to serve" e "The Black of Me" si nota lo stesso filo conduttore ma una differente efficacia, ed é proprio su questo dogma che si snoda il disco, tra song degne di nota ed altre che si trascinano non poco anonimamente per chi mastica molto death metal, é ovvio che questo disco risenta delle influenze solite del death metal con riferimenti a Morbid Angel e Deicide da una parte ma soprattutto della scuola europea da sempre prosecutrice di un certo marchio di fabbrica soprattutto grazie a band storiche provenienti dalla zona alta scandinava.
Nel death metal tirato degli Hell-Born non vi é la presenza di ulteriori sofismi, il caos infernale, che come dicevo prima è scomparso, ha ormai lasciato spazio alle collisioni con il più elegante thrash di vetusta memoria, madre di tutte le madri degli estremismi sonori, equilibrando la dinamica delle tracce su un livello di sardonica malvagità tipica del black metal today con solo momenti brevi in cui sono i break violenti a modificale leggermente il sostenuto andamento dei pezzi. Il riffing per esempio di "Curse Me and I Win" non fa gridare al miracolo ma ipnotizza con il suo serpentino e quasi orientaleggiante contorcersi che poi sfocia in un classici arrembaggi thrash di media velocità (quelli che fanno muovere la testa per intenderci), modo molto spesso utilizzato in precedenza nella storia del death metal, così come i growls luciferini di Baal che evidenziano la massiccia dose di pertinente martellamento.
Per questo Darkness suona meravigliosamente bene e senza intoppi, complice una registrazione di qualità, un batterista capace (aka Pawel "Paul" Jaroszewicz dei Vader) con variazioni e tempi massicci spesso inspessiti dai blast beats, ed una notevole abilità tecnica e perizia del resto della line-up.

Darkness é un concentrato di tutto questo, un mix che si rispecchia su un genere oggi evoluto, rivalutato e riveduto ma pur sempre lontano dalle innovazioni sconvolgenti e destinato a rimpinzare la già grande ondata di dischi buoni che arrivano dalle scene minori (?, per fama non certo per quantità e qualità...) del centro/est Europa.

Il cd é condito comunque da un booklet esaltante in cartoncino ad alto spessore ed opaco (quello che non lascia le dannate ditate per intenderci...), grafica da paura e digipack 'mondiale' e limitatissimo con addirittura una parte dedicata a ben 6 bonus track dal vivo registrate negli States nel 2003, mediamente apprezzabili per via della scarsa qualità sonora ma buona idea per aumentare l'appetibilità di questo gia accettabile disco.
Ripeto, non innovativo, ma dannatamente perfetto, quasi diabolico, per tutti i fan del death metal estremo e 'blackeggiante' e per i collezionisti più attenti un MUST. Ci tengo a sottolineare che il disco in questione é uscito nel 2008 e che questa del 2010 non é che una riedizione.

88/100


Baal Ravenlock: Voce, basso
Les: Chitarra
Paul: Batteria

Session member:
Dino: Chitarra

Anno: 2008
Label: Witching Hour Prod
Genere: Death/Black Metal

Tracklist:
01. Refuse to Serve
02. (I Am) The Thorn in the Crown
03. Curse Me and I Win
04. Darkness
05. In Satan We Trust
06. Submission
07. The Black of Me
08. Hellfire
09. Dead Don`t Preach

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