Dad Horse Ottn è un musicista cantautore tedesco che con questo secondo disco full-length in studio dal titolo Dead Dog on a Highway ci propone il suo stile alquanto particolare e retrò tuttavia piacevole e devo dire molto accattivante all'ascolto. Il suo progetto denominato The Dad Horse Experience, dove praticamente propone un genere vicino al contry-folk sudista, ironico con picchi di disarmante, ma coinvolgente semplicità in cui partorisce la maggior parte della musica (infatti Dad Horse Ottn si occupa di ben 4 strumenti più la voce e praticamente è capace di mettere su uno spettacolo dal vivo da solo e con l'aiuto dell'accompagnamento solo in sporadici casi, questo perché non ha bisogno d'altro che del suo banjo o mandolino, della sua pedaliera elettronica multieffetto e del suo kazoo) fondendo il country e il folk di matrice americana per dare origine ad un trade mark coniato dall'artista come 'Keller Gospel', dove GOSPEL in questo caso sta più i temi trattati el il reale messaggio di fondo e per una certa spiritualità del concetto che invade le lyrics. Ed infatti il gruppo nasce dall'idea di far ascoltare la propria musica in giro per il mondo trasemttendo senza forzature il personale ed intimo modo di vedere il mondo del compositore e divulgando nel frattempo la sua intima religiosità e pensiero sulle cose che lo circondano e delle esperienze di vita che lo coinvolgono nel suo pellegrimaggio continuo a mò di predicatore da cantina, o meglio da locanda. In questo disco Dad Horse Ottn rompe gli schemi con il concetto proprio di musicista moderno e armato dei suoi soli strumenti e del suo spirito libero e pensante crea un album di 13 pezzi uno più interessante dell'altro dove l'unico filo conduttore è una vera cura per il particolare dove il suo gospel per mezzo del sound country e stravagante folk si dipana facendo da tramite ad un concept carico di leggerezza e devozione quasi totale. Devo ammetterlo, dovrei essere l'ultima persona nella terra a recensire questo cd, ma sin dal primissimo ascolto credo che Dad Horse Ottn abbia colto nel segno attraendo a sé la mia curiosità di 'giudicatore' musicale, e se di musica devo parlare le mini ballate popolari talvolta dall'incedere cupo e quasi funebre nel complesso ruvide e lineari ("Tella Me Lord") contenute in Dead Dog on a Highway mi hanno colpito, eccome. Di certo la song che canticchio tuttora in maniera spensierata è "Merchandise Song", che continua a ronzare nella mia testa come un tormentone con il suo incedere allegro e vago dove tuttavia è racchiusa l'essenza stessa del gospel-man e del suo stile. Nel suo intimo profondo quindi Ottn crea un connubio dove il male comune insito nell'uomo e in ciò che lo circonda si affievolisce e viene redento attraverso la musica stessa, non un ortodosso perbenismo ma un umile canto primitivo e abbastanza nero (inteso come influenze musicali di radice afro-americana) utile a sé in primis e poi a chi vuole o ha tempo e voglia di ascoltarlo. La sua musica colpisce e colpisce il fatto che egli stesso sia di origini Tedesche, si resta molto impressionati dalla forza degli opposti e credo che si resterebbe di stucco a vederlo prepararsi prima di una esibizione dal vivo per poi sentire la sua musica senza averla mai ascoltata precedentemente... Quindi in cerca di una possibilità per le porte del paradiso il buon musicista non per forza 'moralizzatore' ci delizia con song coinvolgenti suonate con strumenti semi-acustici del country e folk nero (da notare la presenza di alcune song tradizionali) ma spesso divaga con dei sound anche moderni e stucchevoli come nella deliziosa "The Party" (un mix di ritmi 'a levare' e un mood lontanamente 'dub'), una storia creata a puntino per capire meglio che cosa ronza in testa al nostro cantautore. Ma se devo sottolineare un aspetto che mi ha incuriosito questa è la voce, sembra di percepire che si tratta di un tedesco che canta in inglese, la sua tonalità è quasi sempre la stessa e non è un virtuoso, ma nel contesto piace e sa anche essere incisivo come un cantante vero senza per questo esserlo con un tono sporco e da tabagista. Non c'è dubbio però che Ottn sia un maestro menestrello di musica dalle profonde radici american folk e country nonostante sia europeo e quindi qui si ricade nel controsenso e nella forza degli opposti che pervadono questo progetto: country e folk, bianco e nero, europeo (tedesco) e americano, intimamente religioso ma alla ricerca di redenzione, redentore di anime e venditore di magliette e cd... Tutto è focalizzato sulla voce, sul banjo e basso a pedale, il resto è tutto condimento ma senza mai eccedere, una misura che forse standardizza la resa finale del set ma che si erge dal coro per la sua trascinante vena DIY quasi beat. Ci sono varie sorprese in Dead Dog on a Highway dove trovano spazio anche escursioni nel easy rock (“Keller Gospel One Man Band”) dove Ottn usa il genere quasi per descrivere le facce di quelli che vanno ignari ai suoi concerti e che magari si aspettano un'altra scontata rock 'n' roll band piuttosto che un country man con in bocca il suo kazoo. Lui riesce con la sua verve oscura, roca e quasi alcolico-fumosa a trarre in inganno perché il messaggio che ne esce è del tutto opposto (e qui ricadiamo nel solito preambolo di cui parlavo prima) in song come "Kingdom It Will Come", "Waiting at the turnpike" o "WTC in Heaven" e "He is my song and story" si cade in un burrone fatto di dolce malinconica in chiaroscuro con la voglia di trasmettere un pensiero vero e tuttavia carico di speranza, se non per tutti almeno personale. Credo proprio che il porto sicuro di Ottn sia la musica, dove la tempesta della vita si placa e dove egli riesce a trovare la sua dimensione spirituale, ed è bella la similitudine proprio della title track "Dead Dog on a Highway"... Da rilevare la ben riuscita cover song “I Saw the Light” di Hank Williams datata 1948. Davvero ottimo disco, musicista tutto d'un pezzo e non artefatto, musica che parte dal cuore ma eseguita con il cervello che non sarà certo bollata come scontata, per chi apprezza le origini di folk/country e musica americana non potrà che godere di questo ultimo parto di The Dad Horse Experience, da sottolineare anche la bella grafica del cd in un elegante e sobrio digipack con disegni e immagini appropriate al contesto; per tutti gli altri da provare assolutamente, ma solo per i mentalmente di larghe vedute musicali. Anche i curiosi troveranno pane per i loro denti. 95/100
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Dad Horse Ottn: Voce, banjo, mandolino, bass pedal, kazoo Anno: 2014 |