...Non tutte le ciambelle escono col buco...
Mai un adagio fu più calzante e pennellato come nell'occasione di questo lavoro dei veneti Ground Control che segue, a distanza di qualche anno, il precedente Insanity. Da una band con oltre dieci anni di attività, (Marco Vighini, lead vocals - Fabio Cavallaro, guitars, backing vocals - Giovanni Scardoni, guitars - Giovanni Raddi, bass guitar e Fabio Perini, drums), una intensa attività live ed un curriculum di tutto rispetto ci saremmo aspettati una seconda prova all'altezza della fama conquistata sul campo dai cinque veronesi ma purtroppo così non è. Intendiamoci, ottimo il lavoro nel suo complesso, la scrittura, l'esecuzione e i suoni; quello che non convince è il risultato finale troppo ancorato a sonorità ormai desuete e giurassiche, legato a filo doppio al modo di concepire la scena rock a modelli che hanno fatto ormai inesorabilmente il loro tempo. E pur se Pray & Die con intermezzo post-grunge, Lost, Final Solution sono episodi che da soli valgono il possesso del cd e un biglietto per il live, nel suo complesso resta comunque un lavoro al di sotto delle aspettative che la band aveva creato con la propria solida storia. Mettiamoci in testa una volta per tutte che il thrash della Baia è ormai morto e sepolto e, anche se l'industria tenta di tenerlo in vita artificialmente non avendo valide alternative da proporre, il golden time degli Slayer, Anthrax & c. è passato inesorabilmente da tempo ma purtroppo certe situazioni sono sotto gli occhi di tutti e bisognerà rendersene conto per una decisa inversione a U. Non è una dura critica che vogliamo fare alla band italiana, semmai il contrario; una dichiarazione di stima per un valido gruppo da cui sappiamo di aspettarci (e pretendere...) sempre il massimo. Dal lato squisitamente artistico diciamo che il lavoro è registrato e curato molto bene (grafiche a parte, troppo oscure e indecifrabili...) e brani appunto come Lost (chiudete gli occhi e ... vedrete i Metallica), For What? (molto Godsmack) o la song Breath con inizio da power-ballad non sfigurerebbero nel repertorio di band blasonate per il classico e internazionale “taglio” thrash che hanno ma, come dicevamo poc'anzi, bisognerà vedere se questo è un pregio o, piuttosto, un limite; l'America non sta qui da noi. Ai posteri l'ardua sentenza. 60/100
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Marco Vighini: Voce Anno: 2010 |