Secondo lavoro per gli Unsun, il side-project di Maurycy "Mauser" Stefanowicz ex Vader, la band polacca fautrice di un death/thrash piuttosto grezzo il cui axeman passa ora ad un progetto alquanto pacchiano e spudoratamente catchy a seguito del debutto di “The End of Life”.
Trattasi di un lavoro che ruota attorno alla figura di Aya, musa ispiratrice del “de-cotto” Mauser nonchè sua compagna nella vita e a volte l'infatuazione o meglio, gli sconvolgimenti ormonali, fanno perdere i lumi della ragione e il senso della misura. Avrete capito che il lavoro in questione poco o niente ha a che vedere con la mitica band polacca sui palchi da oltre 25 anni ma la senilità precoce dell'esecutore di Litany e di Revelations stà facendo parecchi danni al rock dell'est. Sinceramente non c'era bisogno di un'altra rock-female band fra le tante già in circolazione ed ostentare la front-woman nell'artwork a mo' di una Manga, uno Seinen o un Josei specialmente se non eccelle nel canto, fa parte di un certo kitsch d'annata abbastanza sfruttato. Comunque chiudiamo il processo alle intenzioni e parliamo di questo cd che si apre con il piano classicheggiante di The Lost Way dove una buona batteria sorregge l'impianto del noto chitarrista, il canto è banale e scontato e molto canzonettistico (mi sembra di sentire la discotecara D.D. Jackson...), che a volte può essere anche un bene ma non in questo caso. Clinic for Dolls è il leit-motiv del disco stesso che racchiude con tutte le coordinate del genere; voce fanciullesca, atmosfere simil-oscure, melodie studiate. Anche le seguenti Time, Mockers, Not Enough si discostano poco dai canoni di cui sopra, anzi Not Enough è di una bruttezza imbarazzante per l'inconsistenza della voce; il scolastico assolo in finale di canzone non rialza il tono della stessa. Ancora solo piano e voce per The Last Tear mentre il tono si rialza leggermente con Home per via di un certo approccio chitarristico che Mauser sembra comunque non avere smarrito. Le seguenti I Ceased (forse l'episodio migliore). I Single Touch e Why chiudono un lavoro onesto ma tutto sommato non eccelso con un restrogusto di “già sentito”, con una voce senza personalità e una costruzione senza originalità; disco con più ombre che luci... un ascolto solo basta e avanza. Se siete instancabili adulatori del genere più commerciale e insipido tipo Nightwish, Wihtin Temptation questo (forse) è il vostro disco. Se invece pensate che il gothic sia un'altra cosa (Paradise Lost, Moonspell), sia oltre il banale easy listening beh, allora lasciate perdere. 65/100
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Anna "Aya" Stefanowicz: Voce Anno: 2010 Sul web: |