La storia degli Skywise inizia una decina di anni fa a Roma. La band inizia come trio e la musica è fortemente ispirata al doom, allo stoner ed alla psichedelia e gruppi come Orange Goblin, Kyuss e Sleep, accompagnano i primi passi della formazione romana.
Tante date live fanno crescere notevolmente la band fino ad approdare a firmare per un’etichetta tedesca. Il primo disco li porta a farsi conoscere un po’ ovunque, anche grazie ai concerti fatti insieme agli Entombed. In seguito vari cambi di formazione, un secondo disco, una pausa, nuovamente in trio ed il resto è storia di oggi, la band torna con questo terzo lavoro e con una svolta stilistica, allo stoner ed al doom, si aggiunge un tocco di sperimentazione. Una doverosa introduzione per far entrare chi legge nell’universo degli Skywise, un universo frammentario dove la musica diventa protagonista di visioni astratte, sicuramente di non facile connotazione. I brani sono lunghi, come l’opener song “Ave Atque Vale”, dove il basso di Francesco e la chitarra di Emiliano creano atmosfere plumbee ed impenetrabili ed il drum work di Ennio è lento e possente allo stesso tempo. A seguire “Devil’s Bargain”, altro lungo brano che sfiora i dieci minuti, dove la parola doom acquista più significato, ma verso la fine anche la psichedelia prende il sopravvento. La title track è solo un breve intro a “But The Earth Was Hollow”, altro lungo brano caratterizzato da riffs duri e penetranti ed il sound diventa ancor più sperimentale. Ma non finisce qui, perché “Raise The Dead” è un altro lungo brano e le chitarre di Emiliano riescono a aprirsi verso sonorità più psichedeliche e settantine. “Cold Cold Earth” è sicuramente un buon disco, ma è uscito forse nel periodo sbagliato, sicuramente ad inizio anni novanta avrebbe destato più interesse, ma va premiato però il coraggio di chi si propone per quello che crede e per chi mette anima e passione in quello che fa e questo è proprio il caso degli Skywise. 65/100
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Francesco: Basso, voce Anno: 2008 |