Il chitarrista inglese John McLaughlin era stato notato da Miles Davis grazie alla collaborazione con il gruppo jazz rock di Tony Williams, Lifetime, finendo nelle mitiche registrazioni di In a Silent Way e Bitches Brew che danno inizio al movimento del jazz-rock alla fine degli anni 60.
Il suo stile ritmico e nervoso sintetizzava le figurazioni ritmiche delle tabla indiane, l’improvvisazione jazz con il suono “dirty” del rock-blues che stava impregnando il sound chitarristico della fine degli anni '60 grazie al fenomeno Jimi Hendrix. Le frasi velocissime e cromatiche che caratterizzano ancora oggi lo stile di questo straordinario chitarrista sono il trasferimento sulla chitarra della passione per le complesse divisioni ritmiche indiane, che McLaughlin esprimerà al meglio con il suo progetto di fusione culturale “Shakti”.
Alla termine della fortunatissima esperienza della Mahavishnu Orchestra negli anni '70, dove l’esplorazione delle ritmiche dispari e dei poliritmi orientali si era mischiata alla distorsione elettrica, McLaughlin aveva iniziato il decennio degli anni '80 con una collaborazione completamente acustica, quella un po’ funambolica con Al Di Meola e Paco De Lucia. Ma il nuovo decennio trasporta il chitarrista inglese verso nuove esperienze, se da un lato continua a mantenere primario lo strumento acustico rinunciando alle aspre distorsioni della vecchia Mahavishnu, dall’altro si avvicina alle nuove potenzialità sonore dei sintetizzatori e dei campionatori Synclavier che con l’esperienza della nuova Mahavishnu del 1984 integrerà ai sistemi di guitar synth Roland GR 300. In questa prima fase degli anni '80, grazie al legame artistico e personale con la straordinaria pianista classica Katia LaBeque, McLaughlin realizza due lavori elettroacustici, il primo è Belo Horizonte (lo abbiamo recensito qui) e il secondo, del 1982, Music Spoken Here, con la medesima formazione e con un sound decisamente più impregnato di elettronica e dai toni più cupi. Emerge il contrasto fra i suoni scuri dei sintetizzatori e le frasi nervose e metronomiche della sua chitarra acustica con corde di nylon; al chitarrismo del leader si affianca prepotente la tecnica superlativa al piano e alle tastiere di Katia LaBeque.
Music Spoken Here contiene alcune delle migliori composizioni di McLaughlin del decennio, il meditativo “David” (riproposto successivamente col trio con Di Meola e De Lucia), l’impetuoso flamenco elettrico di “Aspan” (anch’esso poi nel repertorio del trio acustico), il blues riflessivo di “Blues for L.W.”. Su “Honk Tonk Haven” emerge - sulla ritmica massiccia di Tommy Campbell e sulle linee di sequencer - il tema, portato con la chitarra elettrica, di "Get Down and Sruti" precedentemente contenuto in versione acustica nell’album Natural Elements di Shakti, mentre “Brise de Coeur” è un duo chitarra e pianoforte dal sapore tardo romantico con Katia LaBeque. Ogni lato del vinile si chiude con due momenti puramente acustici, tributi alla passione di McLaughlin per l’America Latina, “Loro”, secondo brano rielaborato, dopo “Frevo”, del compositore brasiliano Egberto Gismonti e il breve “Viene Claerando” del padre della musica folk argentina Atahualpa Yutanki. Music Spoken Here è una delle migliori produzioni della carriera del chitarrista inglese. Rigoroso, sperimentale, nulla concede ai cedimenti commerciali della fusion degli anni '80 dalla quale è distante nei suoni e nelle intenzioni, gli inserti elettronici sono sorprendentemente attuali, la scrittura colpisce per la freschezza delle idee, senz’altro un disco da recuperare.
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John McLaughlin: Guitar Katia LaBeque: Keyboards Francois Couturier: Keyboards Jean Paul Celea: Bass Tommy Campbell: Drums
Anno: 1982 Label: Warner Bros Genere: Jazz, Elettronica, Rock & Blues, Flamenco
Tracklist: 01. Aspan 02. Blues Fow L.W. 03. The Translators 04. Honky Tonk Haven 05. Viene Clareando 06. David 07. Negative Ions 08. Brise De Coeur 09. Loro
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