Home Recensioni Live Patrick Wolf - Sesto San Giovanni, 21 Giugno 2012

Patrick Wolf
Sesto San Giovanni, 21 Giugno 2012

Sesto San Giovanni, 21 Giugno 2012 - Carroponte
Servizio fotografico a cura di Alice Sorghi

Uscendo dal concerto del 2 Dicembre al Tunnel Club di Milano, mai e poi mai avrei pensato che sarebbe stato possibile, solo sei mesi più tardi, assistere ad un altro concerto di così alto livello. Sembra incredibile, ma questa nuova performance italiana di Patrick Wolf riesce a fare meglio anche della gigantesca prova dello scorso anno.
Per quali motivi? Innanzitutto una scaletta ben più entusiasmante, stracolma di rarità e sorprese: si apre con le note plumbee di "Ghost Song", che introducono perfettamente le atmosfere cupe della serata, sebbene contrappuntate dall'umore allegro del protagonista.


Altre perle sono "London" e "Paris", dal disco d'esordio. Il capolavoro di Patrick, The Bachelor, viene proposto con maggior frequenza: oltre alla classicissima "Hard Times", è stato sorprendente poter sentire la sottovaluta "Theseus" e una "Volture" quasi irriconoscibile: la lussuria sadomaso della versione originale sparisce in favore di un'austerità dolente, cadenzata da pesanti note di pianoforte, in sintonia coi toni vespertini del concerto. Davvero incredibile la facilità con cui l'artista londinese stravolge i suoi brani: la versione in studio è solo uno stadio momentaneeo nell'evoluzione continua delle sue composizioni, che nascono da sentimenti ed emozioni veri e seguono quindi l'andamento umorale del loro creatore. Tutti i brani seguono quindi un certo stile, a seconda della fase artistica del cantautore britannico: questa splendida serata estiva ci ha regalato un Patrick felice, positivo, ma non per questo superficiale; è emersa ancora una volta la sua grande sensibilità, nelle parole dolci rivolte al pubblico e nei commenti alla bellezza della serata. Una brezza delicata ed avvolgente ha ispirato il buon Patrick, che si è lasciato andare alla pura celebrazione vitale di quel momento di contatto umano, introducendo molto teneramente gran parte dei brani, spiegando le loro origini dal punto di vista esistenziale, noncurante degli aspetti tecnici della sua musica. In un certo senso, sembrava che stesse cantando per ringraziarci del fatto che fossimo andati lì al suo concerto. Ha mostrato davvero la sua profonda umanità e la distanza radicale della logiche consumistiche del mercato della musica. Rispetto al concerto del Dicembre scorso, c'è stato meno puntiglio sulle questioni tecniche e più impatto emotivo, la splendida sensazione che l'unica cosa che gli importasse fosse emozionare il suo pubblico, a prescindere dalla perfezione formale delle esecuzioni.


Una chicca è stata sicuramente la b-side "Souvenirs", dall'EP Wind In The Wires: è stata scelta, a detta dello stesso Wolf, perchè particolarmente adatta alla serata così suggestiva. Altro fattore molto piacevole: la scelta dei brani romanticamente dettata delle suggestioni della natura
La canzone che forse ha espresso al meglio il suo potenziale è "Bitten"; presente nel recente EP Brumalia, rispecchia appieno lo stadio emotivo del cantante inglese, sereno ma sempre invischiato in una ragnatela di profonda meditazione, sempre meno disponibile a slanci di puro ottimismo come accadeva invece in "The Magic Position", suonata al Carroponte come concessione al gusto pop del pubblico, ma abbastanza isoltata dal punto di vista umorale nella scaletta.
Un altro episodio inaspettato è stata la cover di "Born To Die" di Lana Del Rey: la qualità elevatissima del pezzo si sposa con gran naturalezza allo stile da cantautore vagabondo di quest'ultimo Patrick. Emozionante il finale con "Wolf Song": l'artista chiude la sua performance con il primo brano della sua discografia, come in un ritorno alle origini. Il ragazzino scappato di casa oltre dieci anni fa è ancora vivo e presente nell'animo di Patrick, nonostante la sua situazione personale si sia pressochè ribaltata: è un uomo sposato e felice, la sua carriera è in fase ascendente, i suoi genitori assistono felici ai suoi concerti (e prendono in giro i fan italiani); insomma, la sua vita ha preso una piega evidentemente positiva. La malinconia non l'ha però abbandonato, nonostante tutto. Patrick è un uomo troppo sensibile per accontentarsi di questi successi lavorativi e sentimentali: il suo sguardo è costantemente in cerca di approvazione, come per assecondare una sete inesauribile di amore e affetto, in un percorso costante di ricerca di un "bene supremo".


Al di là della musica, vederlo e sentirlo cantare è un momento profondamente consolatorio, di un'umanità sorprendente, generosa, pura. Patrick ti fa capire che qualsiasi persona, dall'ultimo fallito al miglior artista del mondo, ha sempre bisogno di sentire il calore e l'apprezzamento degli altri. Credo che questo sia uno dei significati fondamentali del nostro esistere, e il buon Patrick pare avermelo confermato. La musica è stupenda, ma il suo sguardo emozionato, come quello di un bambino al suo primo saggio, be' quello è impagabile.

 


Patrick Wolf: Ukulele, pianoforte, arpa, dulcimer appalachiano
Victoria Sutherland: Violino, piano, arpa
Cat: Violino

Data: 21/06/2012
Luogo: Sesto San Giovanni - Carroponte
Genere: Pop

Setlist:
01.Ghost Song
02.Time Of My Life
03.London
04.Armistice
05.Born To Die (Lana Del Rey)/Theseus
06.House
07.Souvenirs
08.Tristan/Jacob's Ladder
09.Volture
10.Paris
11.The Future
12.Together
13.Hard Times
14.Bitten
15.The Magic Position
16.Wolf Song

 

 

 

 

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