Fatta questa premessa, è facile capire cosa sia passato nella testa di Hetfield e soci quando hanno visto l’accoglienza riservata a queste quattro outtake di Death Magnetic in occasione dei concerti tenuti a San Francisco per celebrare i trent’anni (!) di carriera della band:
“Ok, siamo stati massacrati per Lulu, ce la siamo cercata, ora dobbiamo riconquistarci subito la fiducia dei fan altrimenti il prossimo disco sarà un fiasco colossale. Questi brani sono piaciuti molto ai concerti, perché non farne un bell’EP?”
Detto - fatto, il disco viene pubblicato il 13 dicembre su iTunes e vende un buon numero di copie; pace è fatta tra la band ed i suoi fan. Ora resta da giudicare il valore dei brani: il fatto che siano gli scarti di un disco dignitoso, ma di certo non entusiasmante, non facilita l’ascolto senza pregiudizi. Fin da subito vengono confermate le aspettative: si tratta del solito stile Metallica, un thrash tutto giocato su riffoni granitici, stacchi e ripartenze furibonde, melodie epiche. Insomma, le solite cose che tanto sono piaciute in questi trent’anni.
Ovviamente le tutte le recenti produzioni dei Metallica non possono competere con il metal attuale, ma è sbagliato a prescindere fare un confronto; sono anacronistiche, fuori dal tempo. Sono un inno al passato, un’operazione nostalgica (oltre che commerciale) per persone che non vogliono staccarsi magari da una giovinezza vissuta al ritmo di “Master of Puppets” o “Moterbreath”. L’interesse di un critico per brani simili è nullo: non c’è niente di nuovo da descrivere.
Impossibile tuttavia non spendere due parole per quanto di buono è stato fatto da questa band: a distanza di decenni la potenza e la carica emozionale della sua produzione maggiore è più viva che mai. I ragazzini che iniziano oggi ad ascoltare metal passano obbligatoriamente per l’altare dei Metallica, tappa imprescindibile nel percorso conoscitivo di questo tipo di musica. Dei Metallica si può dire questo: sono stati un ingranaggio fondamentale di una macchina musicale che ha poi proseguito la sua marcia, senza che loro fossero in grado di tenerne il passo; ma probabilmente senza quel formidabile ingranaggio, il motore roboante del metal non avrebbe raggiunto gli stessi risultati.
Inutile parlare di questi brani; sono semplicemente il nuovo tributo della band al suo gloriosissimo passato. Possiamo biasimarli per questo? Io credo di no.
60/100
James Hetfield: Voce, chitarra ritmica e chitarra solista in “Just a Bullet Away”
Kirk Hammett: chitarra solista e chitarra ritmica in “Just a Bullet Away”
Robert Trujillo: Basso
Lars Ulrich: Batteria e percussioni
Anno: 2011
Label: Vertigo Records
Genere: Thrash Metal
Tracklist:
01. Hate Train
02. Just a Bullet Away
03. Hell And Back
04. Rebel of Babylon