È una bella serata di inizio estate quella che accoglie i Baustelle nel suggestivo scenario del Carroponte di Sesto, luogo impregnato di storie umane e lavoro. Una serata di puro e semplice godimento musicale, di fronte alla band che più di tutte ha saputo raccontare le contraddizioni di questi ultimi anni di storia italiana.
La prima cosa da sottolineare è il grandioso supporto strumentale di cui si è fornita la band; ho contato cinque musicisti sul palco, oltre ai tre Baustelle. La ricchezza del tessuto musicale dell’ultimo lavoro è alla base di questa scelta, infatti non a caso i brani pescati da I Mistici Dell’Occidente sono quelli suonati meglio, con la maggior perizia e precisione. Il suono raggiunge la pienezza massima negli episodi più corposi, come la title track o “San Francesco”, ma le esecuzioni sono sempre accurate e incredibilmente simili alle versioni in studio. I brani “nuovi” sono promossi; la bontà degli arrangiamenti si rivela adatta anche alla dimensione live .
Bianconi ha migliorato nettamente le sue abilità rispetto a due anni fa, la voce è più sicura ed espressiva. Tra un brano e l’altro non disdegna qualche battuta e si prende anche gioco della critica; prima di cantare “Gomma” afferma: “Questa è una vecchia canzone, troppo postmoderna, troppo citazionista. La facciamo ma non fateci troppo caso … Fighetti!”.
La scaletta, che alterna brani recenti e cavalli di battaglia, è di buon livello. Alcune scelte risultano tuttavia discutibili, una su tutte: perché “Panico!” e non “Il Liberismo ha i giorni contati”?
Bello sentire “La Moda Del Lento”, ma chi non avrebbe preferito “La Canzone del Riformatorio”, probabilmente il loro brano più riuscito in assoluto? Mancano tanti pezzoni, ma episodi come “Il Corvo Joe”, “A Vita Bassa” e “La Guerra è Finita” ripagano appieno il prezzo del biglietto.
Credo poi che per rendere giustizia di quanto prodotto fin’ora, la band avrebbe dovuto suonare non un’ora e mezza, ma almeno almeno due ore; tanti sono i brani lasciati fuori e non sono mancate le delusioni tra il pubblico. Questo la dice lunga sul livello della produzione baustelliana.
Ad ogni modo, la band regala tante perle: da “I Provinciali” a “Antropophagus”, ma sono soprattutto “La Canzone del Parco” e “Gomma” ad emozionare il pubblico, specialmente quello di vecchia data. Entrambe riarrangiate, ma con esiti opposti. La prima gode di una freschezza ed una levità del tutto nuovi, la seconda perde gran parte della sua carica a causa dell’accompagnamento anonimo.
In generale, le parti musicali paiono accurate ma forse un po’ smorzate dal volume troppo basso: Francesco e Rachele non hanno voci potentissime e quindi sarebbe stato controproducente tenere il volume più alto, ma alcuni pezzi risentono troppo di questo alleggerimento strutturale. “Le Rane” è suonata alla perfezione, ma le chitarre sono troppo snellite. Un buon concerto, i difetti non sono mancati ma la generosità e la coerenza dei Baustelle superano di gran lunga i problemucci tecnici di una band che solo ora sta imparando a confrontarsi con il grande pubblico. Lo sta facendo con grande eleganza e senza alterare le sue linee programmatiche. Non è poco.
I Baustelle hanno scritto e continuano a scrivere pagine importanti per la storia della musica d’autore italiana. Avanti così!
Rachele Bastreghi: Voce, synth, piano elettrico, clavinet, organo e percussioni.
Francesco Bianconi: Voce, chitarre, synth e organo
Claudio Brasini: Chitarre
Data: 24/06/2010
Luogo: Sesto San Giovanni - Carroponte
Genere: Rock
Setlist:
(in ordine sparso)
01. I Provinciali
02. Le Rane
03. Gli Spietati
04. La Moda del lento
05. San Francesco
06. I Mistici dell'Occidente
07. La Canzone della Rivoluzione
08. Panico!
09. La Bambolina
10. La Canzone del Parco
11. Il Sottoscritto
12. Antropophagus
13. Il Corvo Joe
14. Medley: Noi bambine non abbiamo scelta/Cinecittà/Beethoven o Chopin
Encore
15. La Guerra è Finita
16. En
17. A Vita Bassa
18. Spirit in the Sky (Norman Greenbaum cover)
Encore #2
19. Gomma
20. Charlie fa Surf