A differenza di molti gruppi esordienti, i Plurima Mundi scelgono di mantenere un basso profilo iniziale limitandosi ad un EP di neppure 30 minuti.
Come non condividere le scarne note presenti nel booklet, nelle quali i 6 ragazzi pugliesi evidenziano come la loro musica nasca dal confronto di esperienze musicali diverse fra loro che spaziano dalla musica classica, al jazz, al rock, al folk. Il pezzo iniziale “Ortus confusus” ben evidenzia questo “melting pot” sonoro. Non il “virginale”, impenetrabile, sereno “Hortus conclusus”, ma un ambiente magmatico, contaminato, dove scorrazzano liberi i suoni e le esperienze musicali dei membri della band. Davvero un bel biglietto da visita, anche se di soli 4 minuti. “Nei ricordi del tempo” è un brano delicato, dove emerge la voce di Grazia Maremonti sostenuta dall’onnipresente violino di Massimiliano Monopoli. “Laboratorio 30” (oltre 10 minuti di durata) è il brano più complesso e pretenzioso della raccolta. Pur mantenendo una personalità spiccata e ben definita, evidenti sono i richiami ai gruppi della stagione d’oro del pop italiano, quali Banco e PFM, nonché ai King Crimson con David Cross nella line-up. Ottima anche qui la performance di Grazia in versione “operistica”. Chiude il (troppo) breve EP, “Aria” con Lino Vairetti (Osanna- voce) come “special-guest”. Brano di facile presa, ma comunque non banale e tutto sommato piacevole. Buon esordio nel complesso, con qualche limite evidente in fase di registrazione dovuto soprattutto all’autoproduzione, ma siamo convinti che la strada intrapresa sia quella giusta. Nell’attesa di una casa discografica che sappia concedere fiducia alla band. Se lo merita. 72/100
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Massimiliano Monopoli: Violino Anno: 2009 Sul web: |