La band peruviana dei Kharmina Buranna è attiva ormai dalla metà degli anni ’90. Dapprima dedito alla proposizione di brani di gruppi storici hard-rock e blues, solo con il nuovo millennio il gruppo svolta decisamente verso quelle sonorità tipicamente progressive presenti nel DNA dei 5 componenti.
Ora, dopo numerosi concerti e qualche anno di gestazione, finalmente il debut-album: “El arte de seguir vivos”. Ed è un esordio col botto senza dubbio alcuno. Musica complessa ed elaborata al punto giusto, mai troppo convenzionale, con quella capacità innata di molte band latino-americane di creare melodie uniche supportate da grande padronanza strumentale: tutto questo, e molto altro, nell’album dei ragazzi peruviani. “Bosque de piedras” rappresenta un buon biglietto da visita del “nuovo” corso del gruppo: sinfonico quanto basta, un ottimo vocalist (Angelo Perez Palma), momenti più soft dettati dal flauto ed altri in cui evidente è l’hard-rock delle origini. Riff grintosi caratterizzano “Del parque”; “bluesaccio” sofferto, con tanto di armonica, la bella title-track. Segnaliamo in “Sueňos de opio” la presenza, come ospite, al flauto di Octavio Castillo dei Fragil ( forse la band peruviana più nota) quasi a legittimare la bontà dell’espressione musicale dei Kharmina Buranna. Un velo sempre sottilmente vintage anche per la lunga “Labra un lugar” in cui emergono, per grande sensibilità e dolcezza, le tastiere di Daniel Lopez, assoluto protagonista del brano. Se per molte band la prima prova discografica, sovente, lascia un senso di incompiuto (vuoi per inesperienza o per troppo materiale a disposizione o per il desiderio di stupire ad ogni costo) e un pizzico di delusione nell’ascoltatore , così non è per la formazione peruviana. “El arte de seguir vivos” è sicuramente frutto maturo di un gruppo preparato e di buona creatività e quindi degno, degnissimo della nostra e (ci auguriamo) vostra attenzione. 82/100
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Ángelo Pérez-Palma: Voce, armonica, chitarra acustica Anno: 2008 |