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Gabriele Guidi Colombi
La Coscienza Di Zeno

Abbiamo incontrato Gabriele Guidi Colombi, bassista de “La coscienza di Zeno” autori con l’album omonimo di un esordio veramente scintillante

Gabriele Guidi Colombi: Basso
Andrea Orlando: Batteria, percussioni
Alessio Calandriello: Voce
Davide Serpico: Chitarra
Andrea Lotti: Piano, tastiere, chitarra acustica
Stefano Agnini: Piano, tastiere

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- A&B -
Ciao Gabriele e ben trovato sulle pagine di A&B. Come è nata la CDZ? Mi pare che , non solo il percorso dell’album, ma anche quello della band sia piuttosto travagliato…anche il fatto di fare coesistere 6 differenti personalità non deve essere cosa semplice…
- Gabriele Guidi Colombi [CDZ] –
In effetti … non è stato facile e tuttora non risulta agevole coabitare nel ”favoloso mondo CdZ” tutti insieme. Il segreto, se di questo si tratta, è di non partire dal presupposto che si debba sempre essere tutti d’accordo; bisogna tenere ben presente che tutto si decide tramite maggioranza e soprattutto capire, che qualora un singolo facesse parte della minoranza , le scelte prese dall’entità CdZ sono comunque quelle “giuste” in quanto prese dalla maggioranza. (che poi si rivelino veramente giuste … questo è un altro discorso).
La Coscienza è nata alla fine del 2007: io ed Andrea (Orlando) ci conoscevamo da tempo e avremmo sempre voluto collaborare ma i vari impegni ci hanno sempre tenuto lontani.
Poi d’incanto, entrambi liberi dai troppi impegni musicali, abbiamo deciso di fondare questo gruppo pensando subito ad Alessio (Calandriello) per quanto riguarda l’aspetto vocale.
Da questo nucleo, comprensivo del primo chitarrista Matteo Malvezzi, tutto è partito.
All’inizio la formazione era orientata verso territori moderni come quelli percorsi dai Porcupine Tree di Signify, ma poi l’innesto di Stefano (Agnini) è stato determinante affinché CdZ si dirigesse verso il buon vecchio prog sinfonico.
A quel punto, con l’innesto di Davide (Serpico) e successivamente dell’altro Andrea (Lotti), la Coscienza ha potuto lavorare sul proprio debutto .. alla fine si contano 4 anni di prove e di lavoro per arrivare al disco. Insomma … ‘na fatica!!!


- A&B -
E veniamo all’album. È indubbio che trasudi amore per il pop italiano (come allora si chiamava) degli anni 70. Ma con un tocco moderno ed una attenzione quasi maniacale per i testi, davvero splendidi. Scelta voluta, immagino , quella di rifarsi a certe sonorità… pur mantenendo una vostra ben precisa identità.
- Gabriele Guidi Colombi [CDZ] –
Quelli innamorati del famoso pop italiano siamo soprattutto io e Stefano (Agnini), a volte passiamo le serate a passarci i collegamenti su youtube di brani di gruppi italiani minori … l’ultimo link che mi ha passato è “Il volo di Icaro”!!! detto tutto, no? ;)
Poi Andrea (Orlando) invece è un grande appassionato, nonché esperto, di tutto ciò che concerne i Genesis oltre a conoscere profondamente il prog in generale.
Questi nostri Amori hanno permesso a CdZ di navigare agevolmente in questo grande Oceano che è il Progressive.
Il tocco moderno al quale ti riferisci credo sia dovuto soprattutto ai “ggiovani del gruppo” i quali non conoscendo a fondo il genere apportano suoni ed idee più moderne rispetto ai “vecchi del gruppo”.
Per quanto riguarda i testi invece considero Stefano un Maestro e non lo dico perché collabora con me: a mio avviso ha un talento innato per la scrittura e soprattutto ha un modo di scrivere diretto e chiaro …
Scrivere testi come quello de “Il Basilisco” non è da tutti, o almeno è quello che penso personalmente.
Credo che con le sue liriche il disco abbia acquisito parecchi punti (e mi spiace che gli ascoltatori stranieri non possano cogliere questo lato della ns. opera).


- A&B -
Manca   la “famosa” suite anche se un brano “Nei cerchi del legno” (il mio preferito) raggiunge comunque i 13 minuti. Una scelta voluta quella dei brani non troppo lunghi per non, magari, appesantirne l’ascolto oppure una semplice casualità?
- Gabriele Guidi Colombi [CDZ] –
La suite… Ci si pensa ogni tanto, la volontà di comporne una c’è sempre stata anche se ancora non è “arrivata” l’idea giusta …
Normalmente quando iniziamo a comporre lasciamo andare le idee e le sensazioni, tutto si svolge in maniera fluida e spesso, come ci è capitato nel primo disco, il flusso compositivo si esaurisce nell’arco di pochi minuti.
Ritengo che la suite debba essere un’evoluzione naturale e non creata a tavolino grazie alla logica: il cercare a tutti i costi il brano da 20 minuti snatura il ns. modo di fare musica, se però dovesse arrivare anche la composizione lunga sarebbe comunque ben accetta!
Spesso si ascoltano dischi con delle buone idee riciclate all’infinito solo perché nel disco dev’esserci per forza il brano “lungherrimo” magari con badilate di mellotron così l’ascoltatore dorme felice, ed è forse anche per questo che il progressive non riesce a far presa su un mercato più vasto: tante volte pare del buon vino allungato da tanta acqua.


- A&B -
Torniamo alle liriche. Certo che Stefano (Agnini…uno dei due tastieristi del gruppo) ci sa proprio fare…
Molto curate, a volte un po’ criptiche, ma davvero belle…e che suscitano più di qualche curiosità che forse potrai svelarci…

- Gabriele Guidi Colombi –
Come detto in precedenza, Stefano (Agnini) secondo me è un autore di prima categoria: le sue liriche hanno un taglio caustico e leggermente misogino che risultano unico nel genere.
A mio avviso abbiamo dei testi davvero inusuali per un gruppo progressive.
Ovviamente ogni canzone del disco ha tematiche differenti ma sempre ispirato da episodi reali così come ad esempio l’Acustica Felina che parla di questa discutibile “Gatta Lupesca” oppure “Nei Cerchi del Legno” che ha quel non so ché di autobiografico conoscendo l’autore.


- A&B -
Altro punto di forza del gruppo, senz’altro la voce di Alessio Calandriello. E viste le difficoltà che molti gruppi italiani hanno nell’avere fra le proprie file un front-man all’altezza…
- Gabriele Guidi Colombi –
Si, Alessio è un nostro fiore all’occhiello soprattutto considerando il fatto che la scena prog italiana non si è mai distinta per annoverare tra le fila cantanti indimenticabili.
Diciamo che ha dalla sua un bel timbro melodico unito ad una tecnica eccellente frutto di anni di studio.
Sicuramente non è cresciuto a pane e prog come il sottoscritto e credo si senta … Lui arriva dall’ambiente dell’hard rock genovese … ma piano piano lo stiamo “educando” ad essere più gentile…


- A&B -
Il problema ora sarà l’approcciarsi al (mi auguro) secondo album. Tutto è migliorabile, ma per voi sarà dura con un esordio così scoppiettante….:-).  Motivo di stimolo ulteriore comunque…Avete già scritto qualcosa? Insomma cosa “bolle in pentola”!!
- Gabriele Guidi Colombi –
Penso spesso a come si potrà evolvere Cdz …
Una delle paure maggiori è per l’appunto temere di non riuscire a confermarsi sul livello del ns. esordio.
Il secondo disco è sempre quello della verità: è il lavoro che effettivamente dimostra, e conferma, di che pasta è costituito un gruppo … e spesso è il lavoro che consacra definitivamente una formazione.
Ovvio per “consacrazione”, specie nel prog, s’intende far capire al mondo che CdZ ha uno stile proprio ed unico, nonostante il suo essere “naturalmente derivativo”(come quasi tutti i gruppi a noi contemporanei).
Non abbiamo ancora niente di definitivo per il secondo disco; sicuramente ci sono molte idee e la volontà di rafforzare il ns. linguaggio è tra gli obiettivi primari.
Oggi è fondamentale riuscire ad esprimere musica “unica” e tentare di differenziarsi dal mare di altri lavori che attualmente affollano il mercato.
Detto niente mi dirai … ma almeno ci proviamo…


- A&B -
E veniamo ai concerti. Immagino che anche per voi il proporre la vostra musica non sia molto semplice…
- Gabriele Guidi Colombi –
No, per niente.
La prima domanda che i locali ti pongono è sempre la solita: “Quanta gente portate?”
Ogni volta che la sento mi vengono i brividi … ma è la dura realtà.
Ovviamente il massimo sarebbe suonare in contesti adeguati come i vari festival o serate a tema, magari come spalla a qualche grande gruppo.
Ma non è semplice nonostante ci siano buone speranze di fare qualche serata prog importante.
Sicuramente non disdegniamo neppure suonare dal vivo nei locali visto che alla fine sono queste serate, anche se solitamente il pubblico spesso non sa neppure cosa voglia dire “progressive”, che portano qualche entrata economica al gruppo.
Sono consapevole che questo può sembrare un discorso gretto … ma è la realtà con il quale ogni gruppo, prog o non prog, deve confrontarsi..


- A&B -
Parliamo un po’ di te. Come è nato l’amore per il basso, strumento sovente sottovalutato, ma importantissimo, a maggior ragione nel prog, e qual è il tuo back-ground musicale?
- Gabriele Guidi Colombi –
Il basso è pulsazioni e vibrazioni, corrisponde alla fisicità della musica … spiegandomi meglio è come se suonando il mio strumento in qualche maniera io potessi “toccare” la musica.
Altro strumento simile è la batteria … ma la Vita mi ha messo un bel Fender Mustang (USA) del ’69 in mano.
Amore a prima vista.
Per quanto riguarda invece l’Amore per il Prog, ma anche per tutta la buona musica in genere, è nato grazie alla quella figura fantomatica, comune a tanti progster, di nome “Mio Fratello”. ;)
Chi non ha un parente, o amico, più grande dal quale è stato introdotto nel Magico Mondo della Musica “Seria”?
Poi il resto è venuto da solo … vai in giro il sabato pomeriggio nei vicoli di Genova … prova a comprare questo o quel disco …
Alla fine, dopo anni, posso dire d’essere patito di progressive italiano, adorare i ns. grandi cantautori e d’apprezzare molto il jazz.


- A&B -
Nello strumentale “Un insolito baratto alchemico”,una tua composizione (coadiuvato dal batterista Andrea Orlando) ti sei scatenato….
- Gabriele Guidi Colombi –
In effetti credo che il “Barattolo” (soprannome del brano all’interno del gruppo) sia un brano ben riuscito.
Il “pericolo” di sfociare in un certo prog-metal leggero era dietro l’angolo e quindi abbiamo cercato sonorità più alla Van Der Graaf (effetto ottenuto rallentando leggermente la velocità dell’esecuzione del brano).
Poi l’inserimento del flauto ha aiutato tanto a stemperare l’atmosfera cupa del brano.
Sicuramente è una composizione singolare rispetto al resto del disco ma la ns. intenzione è stata sempre quella di sorprendere l’ascoltatore e credo che nel disco tutto ci possa aspettare tranne che dopo “Il Basilisco” compaia uno strumentale “duretto” come “Un insolito baratto alchemico”.


- A&B -
Banalissimi per finire. Dimmi senza pensarci troppo  5 album italiani e 5 album stranieri che ami e per quale motivo…
- Gabriele Guidi Colombi –
Alusa Fallax “Intorno alla mia cattiva educazione”: sinfonico da morire, commovente.
Locanda delle Fate “Forse le lucciole non si amano più”: sinfonico da morire, commovente ed arrangiato in maniera perfetta.
Il Balletto di bronzo “Ys”: nessun disco italiano è così originale ed inquietante.
Alberto Fortis “Tra demonio e santità”: il suo suicidio commerciale, ma anche il suo lavoro più bello e profondo … Un cantautore troppo sottovalutato.
Ivano Fossati “La disciplina della Terra”: semplicemente perfetto.

Beatles “Abbey Road”: il disco che ha aperto il mondo ad un nuovo modo di fare musica. Modernissimo.
Genesis “The Lamb lies down on Broadway”: i Genesis non posso non nominarli .. e questo disco è il mio preferito. Credo sia il loro disco più attuale (e per questa mia opinione sono anni che “litigo” con i miei amici).
E.L.P. “Omonimo”: il loro primo disco … quando già erano “tamarri” ma non ancora eccessivi. Dimostrazione di quanto erano grandi e di quanto si siano “autolimitati” sfociando nella “musica equestre” (che però gli ha portato un bel po’ di soldini in tasca).
King Crimson “Lizard”: perfetto. Tutta la prima fase del progressive racchiusa in un disco. Incredibile…
Kestrel “Omonimo”: disco poco conosciuto ma adorato dal sottoscritto. Pop-prog che scorre via senza neanche accorgersene. Il finale di “August Carol” poi è indimenticabile!

Giusto per parlare dei primi cinque che mi vengono in mente…


- A&B -
Grazie Gabriele per la tua cortesia e a presto…
- Gabriele Guidi Colombi –
Grazie mille a te e ad A&B, scherzi?


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