Recensire un miniCD di un grande nome come quello dei Blind Guardian, maestri del power, non è che sia operazione usuale, di solito si preferisce attendere il lavoro finale, ma molte cose mi incuriosivano da questa nuova mini-uscita del combo teutonico, in primis il primo lavoro senza Thomen Stauch alla batteria, la presenza della cover di uno dei più grandi pezzi della musica rock di tutti i tempi, ovvero quel capolavoro che risponde al nome di "In a gadda da vida" degli Iron Butterfly e la conferma o meno della strada intrapresa dopo "A nigth at the opera".
Ci mettiamo quindi all'ascolto di questo Fly, preludio all'ottavo album dei Blind Guardian la prima uscita tra l'altro per i tipi della Nuclear Blast. E si inizia subito con la titletrack "Fly" un brano che segue la via già intrapresa con "A night at the opera" e dopo un inizio che lascia l'ascoltatore un attimino interdetto la song prosegue senza infamia e senza lode, convincono le accelerazioni, le parti di chitarra e batteria ed in generale le parti più aggressive ma forse l'eccessivo uso di effetti e sopratutto alcuni passaggi fatti di improvvisi brevi stacchi simil-pop lasciano alquanto perplessi. Si prosegue con una ballad chiaramente targata Blind Guardian "Skalds and Shadows" che riporta immediatamente a brani come "Lord of the ring", "The bard's song", "A past and future secret", il sound medioevale che ha reso unici i Bardi. Si chiude con l'oggetto del mio desiderio la cover di "In a gadda da vida", che nel complesso giudico ahimè insufficiente, relativamente convincente la parte musicale, che tutto sommato riesce nel difficilissimo compito di comprimere 17 minuti di "acida paranoia": intensi e psichedelici in poco più di 3 minuti di puro speed/power, non mi convince invece la parte vocale, Hansi a mio avviso non riesce assolutamente a caricare il brano del dovuto pathos. Un miniCD che come tutti questi lavori serve come riempitivo e come anticipazione ma questo dei Blind Guardian onestamente non convince in pieno, un singolo "Fly" che non fa gridare al miracolo ma anzi fa capire che un qualche vuoto a livello compositivo c'è anche se ancora non permette di emettere sentenze, una ballad formato standard ed una cover invero abbastanza inutile non possono poi contribuire a formare effettivamente un giudizio compiuto e completo. Una ultima annotazione positiva invece per il nuovo drummer Frederik Ehmke che esegue alla perfezione il compito assegnatogli. |
Hansi Kursch: Voce Anno: 2006 Sul web: |