L'originalità e le elevate doti tecniche di esecuzione e di songwriting accompagnate dalla teatralità e dalla grande miscellanea di influenze rendono veramente difficile etichettare gli In Tormentata Quiete e questo loro secondo album intitolato, in maniera quanto mai azzeccata "Teatroelementale".
La band bolognese ci presenta 7 brani introdotti dal "Discorso sul teatro drammatico" di Pirandello, frammezzati da 6 monologhi e chiusi da un "Epilogo", brani di pregevolissima fattura e assolutamente ricchi di contenuti musicali, che svariano e sanno miscelare con molto acume ed intelligenza musicale molteplici generi ed influenze, dal Progressive Rock al Rock di chiara matrice italiana, dalle sensazioni oscure e gotiche fino al Metal più estremo, un eclettismo sonoro che inserisce liriche intelligenti coniugate a melodie accattivanti il tutto ben miscelato a passaggi più estremi e ad un riffing a tratti veramente mozzafiato. In questo caleidoscopio multiforme ogni "attore" ha il suo momento , ogni componente pone il suo contributo in maniera sempre rilevante ed è così che troviamo la splendida voce di Edera, il Sax di Andrea Borrelli, le chitarre di Lorenzo Rinaldi, le delicate linee di Antonio Ricco con le sue tastiere, lo scream di Marco Vitale e la voce teatrale e ricca di colore di Giovanni Notarangelo, accompagnate dalle ritmiche sempre convincenti di Maurizio D'Apore e Francesco Paparella. Si tratta di un concept basato su di un monologo teatrale, alternato ai brani musicali, in cui il narrato di Antonio Ricco, che ricorda molto da vicino, per enfasi, tono ed atteggiamento narrativo il Jack Folla di Alcatraz, il "DJ nel braccio della morte" di Diego Cugia, si inserisce tra i vari brani, sette come detto, ed in cui risulta veramente difficile indicare i più convincenti, sette brani che sorprendono ad ogni ascolto, sette brani appaganti, dal riffing massiccio, ai giochi di voce - scream, pulito al sax de "L'alchimista", alla teatralità ed alla ricchezza emozionale e ritmica de "La Danza del Fuoco, senza dimenticare le tastiere, la chitarra e le digressioni Rock de "Il Pianto della Terra", o ancora la melodia, il pathos e la voce di Edera ne "Dell'uomo e del Vento", o gli ancor più complessi i giochi vocali de "Il Canto del mare" e ne "Le Illusioni del Vento, in cui allo scream di Marco Vitale si aggiungono la voce pulita di Giovanni Nptarangelo e quella di Edera, in un intreccio vocale molto bello; fino a chiudere questo ottimo lavoro con l'elaborata struttura di "Dal Mare alla Luna". E' facile constatare già dal primo ascolto come ogni brano è capace di riservare momenti assolutamente piacevoli e che in ogni brano si può facilmente trovare una sorpresa, un elemento nuovo ad ogni ascolto, tutto questo senza però mai lasciare trasparire la volontà di volere o dovere stupire a tutti i costi, i virtuosismi sono poco o nulla presenti in favore di un approccio più corale, epico ed emozionale, puntando maggiormente sulla complessità del songwriting generale che non al mero esercizio di stile. E' sempre questione di gusti ovviamente ma per quanto mi riguarda siamo dinnanzi ad un disco assolutamente convincente, ricco e cosa non da poco originale. Per tutti coloro cui piace godere della mescolanza di generi ed a cui non dispiace esplorare territori musicali non convenzionali. Tanto di cappello agli In Tormentata Quiete, dicevo che è sempre in fondo una questione di gusto personale, bene per i miei gusti un disco decisamente riuscito. 90/100
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Gianni Notarangelo: Voce Anno: 2009 |