Quando più di 35 anni fa nella grigia e sempre fumosa Birmingham si incontrarono Tony Clarkin e Bob Catley, nessuno poteva mai pensare che quella sarebbe diventato uno dei sodalizi in ambito Rock melodico che la musica abbia mai donato.
Un matrimonio artistico che tra la fine degli anni '90 e l'inizio degli '80 ha regalato autentici gioielli di musica AOR, con l'album On A Storyteller's Night del 1985 considerato il mastermind della band ed uno dei più bei dischi mai pubblicati della scena. Tornati ad inizio millennio a comporre insieme dopo una decade passata a produrre album per conto proprio, i due oggi pubblicano questo Into the Valley of the Moonking, che arriva 24 mesi dopo il già notevole Princess Alice and Broken Arrow e che se possibile, riesce anche ad essere superiore nel suo complesso al diretto predecessore. La formula dei Magnum alla fine è sempre la stessa: colpire l'ascoltatore grazie a grandi melodie fantasy, dove la magia architettonica della chitarra di Catley lavora in funzione della sempre eccezionalmente espressiva ed evocativa voce di Clarkin, come dimostra la strepitosa "No One Knwos His Name", oppure la più aggressiva e ruggente "Take Me To The Edge". Il quintetto inglese però è maestro nelle ballate, ed è con la solare "In Mind's Eye" che costruiscono il nuovo apice in quanto a lenti, anche se sono sempre le sbandate Pomp Rock alla "All My Bridges" ad essere attese dai fan in sede live. Oltre che ai già più volte citati fondatori del gruppo, menzione a parte merita lo splendido lavoro di tessitura alle tastiere di Mark Stanwey, protagonista e maestoso incantatore quando serve, ma anche elegante rifinitore come nella epica "The Moon King oppure nel Blues di grande pathos "If Ever Lose My Mind" (altro picco qualitativo). Un album che quindi anche dopo svariati ascolti non mostra una smagliatura, un pezzo di troppo: i Magnum formato 2009 sono in forma almeno quanto quelli di inizio carriera, con una consapevolezza di avere ormai creato un sound proprio imitato oggi da tantissimi riuscendo sempre e con grande disinvoltura ad incantare con i propri magici refrain l'ascoltatore. La conclusiva "Blood On Your Barbed Wire Thorns" nel riff riecheggia nemmeno tanto vagamente "T.N.T." degli AC/DC ma con i suoi quasi 7 minuti chiude in maniera ottimale la raccolta, con tanto di finale orchestrale in crescendo. Cosa riesca dopo tutti questi anni a mantenere cosi intatta l'alchimia tra Catley e Clarkin è forse un mistero, ma quello che è certo e che il quintetto inglese sta vivendo una seconda vita artistica di grandissimo spessore, realizzando ancora lavori che al loro interno hanno brani che dal vivo non sfigurano con i grandi classici, ed alla fine Into the Valley of the Moonking va considerato a tutti gli effetti l'ennesimo centro di un'avventura musicale che sembra davvero ben lontana dal volersi pensionare. Tra le 5 migliori uscite del primo semestre del 2009. 90/100
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Tony Clarkin: Voce Anno: 2009 |