A molti che leggeranno queste righe il nome degli Honeymoon Suite risulterà del tutto nuovo, ma non sono l’ennesima band di melodic rock appena formata nel nord America ... quantomeno non sono “nuovi”.
Quindi qualche riga introduttiva è doverosa: gli Honeymoon Suite nascono nel 1981 a Niagara Falls, nell’Ontario, in Canada, dalla volontà del talentuoso cantante Johnnie Dee e del chitarrista Derry Grehan, fan accanito di Eddie Van Halen e della sua tecnica sulle sei corde. Nel 1982, raggiunto un contratto con la WEA Canada incidono il singolo “New Girl Now”, con la quale diventeranno subito un fenomeno di buon successo in madre patria, per poi pubblicare nel 1984 il debutto omonimo. Solo 2 anni dopo però, con l’album The Big Prize raggiungono buone vette di popolarità in tutto il continente americano ed anche in Europa, soprattutto in Inghilterra, grazie all’hit single “Feel It Again”, tutt’oggi il brano più celebrato del gruppo. Con gli anni ’90 e con l'avvento del Grunge a dominare le classifiche, gli Honeymoon diventeranno una band di culto continuando ad esibirsi dal vivo senza però più incidere dischi, cosa dovuta anche al fatto che Monsters Under The Bad (1991), fu un flop più commerciale che artistico. In molti prevedevano per loro un ingresso nel nuovo millennio difficile ma forti anche di un nuovo contratto indipendente, rilasciano nel 2002 il discutibile Dreamland, che diede loro nuova linfa artistica grazie anche alla storica esibizione al Gods Of AOR Festival. Ora, a distanza di 6 anni e con dietro una label da grandi garanzie come la Frontiers Records ci riprovano con questo Clifton Hill, che a pochi mesi dalla sua uscita ufficiale (avvenuta il 10 ottobre) è stato descritto da Grehan come un ritorno alle sonorità caratteristiche della band negli anni ’80. Parzialmente vero, perché aldilà del non eccelso livello di questo full lenght, l’ensemble canadese sin dalla copertina fa un bel tuffo nel passato rigenerandosi però con un mixaggio ed una attitudine più moderna, confezionando un funzionale e ben prodotto disco di AOR dove flirtano anche refrain al limite dell’hard rock (come in “That’s All U Got”, dal però ritornello vicino ai connazionali Simple Plan), con la bella e limpida voce di Dee che affonda bene tra soluzioni chitarristiche trasversali e creative (ma soprattutto ben in evidenza) e dalle tastiere ad ampio respiro melodico di Ray Boburn. L’opener “She Ain’t Alright” nel suo incipit riecheggia “Panama” dei Van Halen, mentre al centro di tutto va la melodia vocale della ballata “Restless”, dal finale malinconico. Il resto si muove tra il discreto ed il mero esercizio di stile (fortunatamente però, sulle due prevale la prima), con le cose migliori che vanno comunque ricercate nel blues conclusivo di “Separete Lives” e “Ordinary”, aperta da rintocchi incisivi di pianoforte. Un come back onesto quindi, una raccolta di canzoni di facile assimilabilità e fruibilità, come da sempre alla fine è stata la proposta di questo gruppo. I fan di vecchia data (se ci siete allora, fatevi sentire!), dovrebbero rimanere comunque contenti (ci permettiamo l’uso del condizionale per onestà nei loro confronti), per tutti coloro che si voglio avvicinare invece agli Honeymoon Suite, preferiamo consigliare uno a caso del loro trittico di inizio carriera. 60/100
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Johnnie Dee: Voce Anno: 2008 |