A parte il brano “On The Road”, che omaggia i Motorhead più grezzi, i 13 pezzi che compongono Rock Doesn’t Rust, esordio discografico dei Rather Unwise, oscillano perfettamente tra le ruvide soluzioni riffettare della compagine angusiana (“On Rock”, “Moonray”, “Spontaneous Combustion”) e la ruffiana sporcizia del rock stradaiolo statunitense di fine anni '80 (“Shake Before Using” e “Faster”).
I contesti street rock, peraltro, vengono ampiamente percorsi anche allorquando la band si addentra in percorsi sdolcinati e smielati, come in “Heroes” o in “Welcome Into My Sun” sebbene, nel secondo brano, le atmosfere virano decisamente (ed inaspettatamente) verso certo punk anglosassone più accessibile. Quest'ultimo, infine, è presente anche in “Get Off”, stavolta senza mezze misure. Nonostante ciò, il cantante è quanto mai distante dallo stile di singers quali Axl Roses e Bon Scott, talché presenta una certa ruvidità non troppo esasperata che sembra più adatta a contesti più propriamente punk o hardcore. Ma, se da un lato la voce ci sembra assolutamente personale, comunque archetipo di originalità, la stessa cosa non può dirsi delle melodie vocali (ed è proprio questo il punto debole dell'album), non sempre originali, talvolta un poco piatte ed ordinarie, almeno in un brano addirittura inadeguate.
68/100
|
Gianluca Bertini: Voce Anno: 2010 |