Non soltanto matematico e logico, Piergiorgio Odifreddi, ma anche divulgatore scientifico, storico di scienza, filosofia, politica, religione, esegesi e filologia. In questa sua esposizione, egli "trasforma la scienza", così recita la locandina che pubblicizza l'evento, "in un racconto di avventura e di scoperta avvincente, in cui i fatti straordinari che hanno rivoluzionato la vita degli uomini diventano storie condivise da ricordare per sempre". Lo studioso piemontese sviluppa un racconto che importa informazioni e personaggi attinti da differenti epoche storiche, non necessariamente esposti in maniera cronologica: ciò che ne scaturisce è un coacervo stratificato di nozioni legate l'una all'altra da connessioni logiche e consequenziali, partorite da uomini del passato, esponenti di compagini differenti: letterati, filosofi, teologi, matematici, scienziati, finanche politici. Si tratta, a partire dal Risorgimento, di Copernico, Giordano Bruno, Galileo, Cartesio, Keplero e dei successivi Newton, Voltaire, Diderot, per giungere all'ottocento e al novecento con Tolstoj, Levi-Civita, Benito Mussolini, Italo Calvino, Bertrand Russel, Albert Einstein e tantissimi altri ancora, senza dimenticare il lascito degli antichi greci e romani Pitagora, Aristotele e Lucrezio. Uomini straordinari, nel bene e nel male, che il relatore interconnette tra loro in forma logice e credile, peraltro in termini difficilmente prevedibili. E' uno straordinario concentrato di cultura, "Il grande racconto dell’astronomia", non soltanto connotato di una matrice scientifica, ma aperto anche a riflessioni di stampo umanistico, segnatamente a vocazione filosofica, esposto con una lucidità che affascina e stupisce. Sul finire, lo stesso autore evidenzia la sua incapacità a snellire il suo racconto, non riuscendo a mantenersi al di sotto delle due ore, come gli viene spesso consigliato da amici e collaboratori. Chi scrive, dissente garbatamente, giacché non si è mai troppo sazi di cultura: la durata è certamente adeguata; il difetto di quest'opera divulgativa, se ci è permessa una osservazione, è da ricondurre ad una certa velocità espositiva che, talvolta, può pregiudicare, da parte di un pubblico prevalentemente profano della materia, l'assimilazione di alcune nozioni tecniche, segnatamente di stampo matematico, pure presenti, fortunatamente in forma contenuta. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 31 marzo 2023. |
EINSTEIN: il grande racconto dell’astronomia
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