Se il noto film del 1992 è ormai entrato nell'immaginario collettivo come uno dei più genuini esempi di recitazione travolgente, il musical omonimo può senza dubbio essere indicato quale migliore espressione di irrefrenabile coinvolgimento ad alto tasso emotivo.
Non è facile dedicare un musical ad una trama che si sviluppa prevalentemente in un convento e che vede coinvolti, per buona parte della sua durata, dodici suore e un prelato: il rischio di farsi offuscare dal misurato equilibrio del luogo ecclesiastico - che si tratti dell'austero contegno della sagrestia o della rigidità estetica che caratterizza colonnati e navate - è sempre pericolosamente in agguato, come peraltro dimostra il citato film, in alcuni momenti non sempre dinamico e avvincente.
Pur tuttavia, una sceneggiatura che presenta alcune interessanti e ben concepite variazioni sul tema, affranca senza dubbio il musical da questo pericolo incombente. Ci limitiamo a citarne soltanto un paio: Whoopi Goldberg interpretava il ruolo di ragazza stravagante e bizzarra (da cui il sottotitolo “una svitata in abito da suora”) mentre qui, la bravissima Belìa Martin è perfetta nelle vesti di soubrette dedita alla bella vita, tra vizi e lasciva attitudine. In apparenza, ovviamente, giacché il personaggio nasconde profondità d'animo e una sincera propensione all'altruismo che la elevano a persona in possesso di sensibilità e concretezza di intenti. Del resto, la talentuosa attrice e cantante originaria di Madrid è stata già apprezzata nella edizione spagnola, nel corso delle cui rappresentazioni fu notata proprio da Alessandro Longobardi, direttore artistico dello storico teatro romano. Inoltre, e soprattutto, la vivace attitudine del musical è ben rappresentata da abiti di scena che mai appaiono irriverenti o beffardi nei confronti della compagine ecclesiastica, pur essendo multicolorati e assai ricchi di paillettes, e che sarebbe stato impossibile introdurre in un set cinematografico, così pesantemente ancorato ai rigidi formalismi dei lungometraggi. Due sole parolacce, di cui una troncata sul nascere (che si auspica verranno eliminate in occasione della presenza di Suor Cristina – vera suora e star di “The Voice Italia” - special guest in alcune date) possono certamente essere tollerate da un pubblico di minori, largamente accorso alla esibizione qui recensita.
Passando ai punti di forza dell'opera, il cambio di abiti che spesso si verifica sul palco, sotto gli occhi esterrefatti di un pubblico totalmente rapito, è a dir poco incredibile, certamente più vicino al trasformismo puro piuttosto che all'atto di spogliarsi e vestirsi velocemente: è meravigliosa la scena che si svolge nel presbiterio in cui le suore passano dal loro classico e rigido indumento bicolore ad un abito ricco di parannanza multicolorata e luccicante; per non parlare dello strabiliante cambio che interessa in rapida successione - per ben tre volte e senza neanche avvalersi di una paratia di scena - il timido tenente Eddie Souther (interpretato da un credibilissimo Marco Trespioli), che passa dal vestito del poliziotto a quello di “febbricitante” discotecaro del Sabato Sera per poi tornare nuovamente all'uniforme. Riguardo alla caratterizzazione dei personaggi, chi scrive è rimasto particolarmente colpito, oltre che dalle capacità dei due attori citati poco sopra (la protagonista e il poliziotto), dalla azzeccata attitudine di Francesca Taverni nella parte della rigida Madre Superiora, capace di sfoggiare forse la migliore voce dell'intero cast (peraltro inaspettatamente, giacché l'inflessibile personaggio che interpreta la costringe a limitare la prorompenza della sua voce, che fa esplodere soltanto verso il finale).
Sarebbe un peccato non parlare, inoltre, della casta e misurata novizia Suor Maria Roberta, interpretata magistralmente da Veronica Appeddu, esile nel corpo, imponente nelle capacità interpretative e addirittura colossale in quelle vocali; della coinvolgente capacità comunicativa di Manuela Tasciotti, nel ruolo della pasciuta Suor Maria Patrizia, sempre sorridente e compagnona; del falsetto quantomai azzeccato profuso dal trittico di malavitosi, vicinissimo alla lezione impartita dai Bee Gees più danzerecci. Quanto sopra espresso è sublimato dalle magnifiche musiche del premio Oscar Alan Menken (già autore di colonne sonore Disney come “La Bella e la Bestia”, “La Sirenetta”, “Aladdin” e show tra i quali “La Piccola Bottega degli Orrori” e “Newsies”), tutte comprese nel range che avvolge il dinamismo e l'energia ritmica di generi come il soul, il funky e la disco anni ’70, con apprezzate incursioni nel pop arricchito da cori Gospel. Questo musical è congeniato in maniera intelligente: rapidi cambi di scena organizzati su complessi sistemi di scorrimento meccanico, arrangiamenti canori di pregevolissimo livello artistico, interpretazioni efficaci e complete, sono incastrati perfettamente in una sceneggiatura avvincente e dinamica, forte di almeno cinque crescendo emotivi.
Il risultato è di assoluto pregio: “Sister Act - Il Musical” è opera recitativa e canora di raro spessore, a tratti commovente, più spesso adrenalinica, sempre coinvolgente, capace di non far mai scendere - e si sottolinea mai - la curva dell'attenzione a livelli di mera sufficienza, facendola invece permanere, con naturale propensione comunicativa, nel range compreso tra valori ottimi e il massimo punteggio valutativo.
L'opera sarà in scena fino al 24 Gennaio 2016 (qui dettagli sulle date e sui prezzi).
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Cast: Belìa Martin: Deloris Pino Strabioli: Monsignor O’Hara Francesca Taverni: Madre Superiora Veronica Appeddu: Suor Maria Roberta (Novizia) Suor Cristina: Suor Maria Patrizia (Special Guest nelle date successive al 29 dicembre nonché il 15 e 16 dicembre, ore 21:00) Manuela Tasciotti: Suor Maria Patrizia Felice Casciano: Curtis Marco Trespioli: Eddie Claudia Campolongo: Suor Maria Lazzara Silvano Torrieri: Joey Vincenzo Leone: De Niro Renato Crudo: TJ altri ruoli: Brian Boccuni; Giancarlo Capito; Giulia Dascoli; Jessica Francesca Lorusso; David Marzi; Marzia Molinelli; Valentina Naselli; Elena Nieri; Rosa Odierna; Marco Pasquini; Helen Tesfazghi
Dietro al palco: scene: Gabriele Moreschi direzione musicale: Stefano Brondi coreografie: Rita Pivano regia: Saverio Marconi musiche: Oscar Alan Menken
Data: 11/12/2015 Luogo: Roma - Teatro Brancaccio Genere: Musical
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