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Le protagoniste di un tale scenario bicefalo sono tre attrici affermate: i più attenti ricorderanno Francesca Nunzi in ruoli brillanti, tra gli altri, nei film di Carlo Verdone, Christian De Sica, Fausto Brizzi e Carlo Vanzina (e anche di Tinto Brass, in alvei un tantino più pepati); di formazione squisitamente teatrale, Cinzia Berni è stata allieva di Gigi Proietti e ha nel tempo collaborato con Gino Bramieri, Paola Quattrini, Maurizio Micheli, Pippo Franco; infine, Jane Alexander, la vera rivelazione di questo spettacolo: nei personaggi da lei interpretati in fiction e lungometraggi, si è sempre evidenziata in termini algidi e talvolta spietati (preme segnalare, al riguardo la Marchesa Lucrezia Van Necker Beauville da lei interpretata in "Elisa di Rivombrosa"); qui invece, la inglese si palesa in una veste del tutto inedita, mettendo peraltro a nudo il suo lato più sensibile, aprendosi repentinamente all'umorismo sagace, talvolta addirittura sferzante. Il suo carattere apparentemente più posato si contempera efficacemente con quello delle altre due, entrambe oltremodo vulcaniche: la prima manifesta una romanità sanguigna; l'altra una veracità genuina e ruspante. Questa strana alchimia decreta il successo della pièce che, senza sbavatura alcuna, garantisce pieno coinvolgimento del pubblico. Unico difetto - e si spera che verrà colto il lato propositivo dell'osservazione - è la durata assai contenuta dello spettacolo, di poco superiore all'ora. Il format funziona, come ampiamente riferito poco sopra, quindi perché non spalmarlo su una lunghezza più estesa? Il materiale c'è, considerando che, altrove, il trio ha anche interpretato uno stralcio del libro "Uomini senza uccello", a firma della stessa Francesca Nunzi, colpevolmente omesso nel corso dello spettacolo qui recensito. La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 10 novembre 2023. |
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Elisa di Rivombrosa - ser
