L'unico 33 giri degli inglesi The Glass Menagerie è questo bootleg della francese Verne, label già nota per la pubblicazione di live non ufficiali in precedenza mai apparsi in vinile, attribuiti a grandi gruppi del passato (l'etichetta spazia indistintamente dal prog all'heavy metal). Il gruppo nasce negli anni '60 dall'incontro con il chitarrista Alan Kendall e il bassista John Medley e tre membri dei The Raging Storms, il cantante Lou Stonebridge, l'organista Keith O'Connell, il batterista Bill Atkinson. Attivo inizialmente come cover band (nel loro repertorio brani di Blood, Sweat and Tears, Leonard Cohen, The Doors, Traffic, Lovin' Spoonful e Jefferson Airplane), l'organico si mosse inizialmente in territorio beat, per poi approdare verso un rock deciso con innesti psych (concettualmente, la loro musica non era dissimile da quella proposta dai Deep Purple Mark I). Questa evoluzione è piuttosto evidente in questo album non ufficiale, che cattura registrazioni BBC nel biennio 1968-1969, peraltro contraddistinte da un audio più che discreto: quanto suonato nel corso del primo anno evidenzia un chiaro retaggio beat, pur impreziosito da innesti psych, mentre le incisioni del 1969 mostrano una band molto più decisa e irruente, con soluzioni di proto prog che oggi, con il senno di poi, avrebbero fatto sperare ad evoluzioni successive di ulteriore spessore. Il quintetto ebbe inizialmente un forte seguito, ottenendo un contratto discografico con la Pye Records. Ridotto l'organico a 4 elementi a causa della dipartita di Keith O'Connell, la band pubblicò nel 1968 tre singoli (She's A Rainbow/That's When I Start To Love Her, You Didn't Have To Be So Nice/Let's All Run To The Sun e I Said Goodbye To Me/Frederick Jordan), tutti eccellenti e regolarmente trasmessi in radio, ma che purtroppo non riscontrarono successo. il quartetto si costruì comunque una solida reputazione attraverso concerti, partecipazioni ai popolari programmi radiofonici Top Gear e Top Of The Pops, apparizioni regolari in locali come il Marquee di Londra. Nel 1969, i Glass Menagerie firmarono per la Polydor, passando sotto l'egida del noto produttore Chas Chandler (ex bassista degli Animals, poi manager di Slade e Jimi Hendrix), registrando due singoli (Have You Forgotten Who You Are/Do You Ever Think e Do My Thing Myself/Watching The World Pass By) e un LP rimasto senza titolo, nessuno dei quali fu pubblicato. Va precisato che tutti i singoli nominati fino a questo momento, unitamente ad alcune delle registrazioni radiofoniche sopra citate, sono apparse nell'album "Have You Forgotten Who We Are? The Anthology 1968 - 69", edito in cd dalla label Time Box nel 2019. Il suddetto cd e l'lp qui recensito sono complementari, riportando ciascuno brani non inclusi nell'altro e viceversa. Tornando alla biografia della band, Alan Kendall e John Medley, ormai disillusi dall'insuccesso, abbandonarono il progetto, che continuò come terzetto grazie al reclutamento del bassista Tony Dangerfield. Effettuato un tour in Europa a supporto di John Mayall, la band si sciolse definitivamente a metà del 1970. Lou Stonebridge confluì nei Paladin, registrando due album per poi entrare in vari gruppi (McGuinness Flint, Blues Band, Dance Band e Dave Kelly Band), divenendo infine scrittore, produttore e session man. Alan Kendall si unì al gruppo Toe Fat di Cliff Bennett, apparendo nell'LP "Toe Fat Two". Nel 1971 sostituì Vince Melouney nella band di supporto ai Bee Gees, registrando poi "Saturday Night Fever" (collaborò con il terzetto fino alla morte di Maurice Gibb nel 2003). Bill Atkinson si unì ai Mogul Thrash, gruppo di breve durata formato da James Litherland (ex chitarrista dei Colosseum), Roger Ball e Malcolm Duncan (più tardi nella Average White Band) ed il noto bassista John Wetton. Contemporaneamente, entrò nella band di Gordon Haskell per poi riunirsi a John Medley, dando vita ai Thunderbird Sabden, gruppo heavy che non ha lasciato alcuna traccia discografica. |
Lou Stonebridge - lead vocals, organ Anno: 2021 |