Il 18 febbraio del 2011, dopo più di 30 anni di assenza da Roma, una nuova incarnazione di dei Goblin, comprendente tre membri storici (Massimo Morante, Claudio Simonetti e Maurizio Guarini), si esibisce a Roma, presso il live club “Alpheus”, di fronte ad un pubblico numeroso e particolarmente caloroso. “Live in Roma” - uscito in cd e da poco tempo anche in doppio vinile – propone la performance integrale di quella sera (ad eccezione del solo brano “E Suono Rock”, suonato due volte, una anche come bis finale, qui giustamente proposto in una sola versione) con l’aggiunta di una breve intro strumentale completamente inedita a firma di Simonetti (non un vero e proprio brano inedito, ma una breve sonorizzazione di natura sperimentale). Pur avendo già recensito l’esibizione di cui sopra, ho ritenuto necessario dedicare tempo ed attenzione anche all’uscita discografica giacché, da un attento ascolto della stessa ho maturato una percezione della band molto diversa da quella percepita al concerto sopra menzionato. Sono stato costretto, cioè, ad interpretare in altra chiave la proposta musicale offerta dai New Goblin, talché le impressioni espresse nella recensione di cui sopra – peraltro puntualmente confermate anche nel commento concernente l’esibizione del gruppo alla seconda edizione del Prog Exhibition - restano valide soltanto se riferite alla sola compagine concertistica. Ebbi infatti occasione di dire che nei contesti live, l’ostentata e decisa condotta della nuova sezione ritmica appariva poco adatta a brani di stampo intimistico come “Dr Frankenstein”, “Roller”, “Aquaman” e “Goblin”. Tuttavia, oggi è il caso di affermare che, su supporto fonografico, questa criticata dinamicità risulta decisamente stemperata. Complice, forse, un missaggio particolarmente efficace, si può certamente sostenere che, cristallizzato in maniera idonea, il suono della band rappresenta un’ottima testimonianza del cosiddetto “Goblin Touch”, ovverosia quel tocco assolutamente personale e riconoscibile che caratterizza e accomuna non solo ogni singolo lavoro a firma della band (fatta eccezione, forse, per il solo album “Volo” del 1982), ma anche opere di musicisti terzi ove i singoli membri dei Goblin appaiono in qualità di meri esecutori (per saperne di più sul “Goblin Touch”, consiglio caldamente la lettura del libro che si trova recensito qui. “Live in Roma” non è l’unica testimonianza dal vivo del gruppo, come mi è capitato di leggere sulla rete in un paio di recensioni, giacché nel 2001 la Cinevox pubblicò “The Fantastic Journey Of Goblin - The Best of Goblin Vol 1”, contenente due cd, uno con i migliori brani in studio (ma tratti soltanto dalle colonne sonore dei film di Dario Argento), l’altro con una rara performance dal vivo risalente alla tournée del “Bagarozzo Mark” del 1979. L’edizione in vinile presenta pregi e difetti: anch’essa doppia, contiene gli stessi brani presenti nel formato digitale e presenta una copertina completamente diversa da quella del cd nella quale è riprodotto l’interno di un teatro stracolmo di gente ove sono perfettamente contestualizzate le stravaganze e l’eccentricità dell’epoca vittoriana, la misurata compostezza dei musicisti classici, i calorosi interventi di un pubblico esuberante e festoso: un vero mix di fantasia, estro e creatività che proietta l’osservatore indietro nel tempo, negli anni ’70, in un luogo immaginario ove potrebbero convivere, perfettamente contestualizzate, la fantasiosa creatività del Roger Dean più ispirato con le algide ma geniali intuizioni dello studio Hipgnosis. Come fu per "Non ho sonno", anche quest’opera discografica viene stampata in edizione limitata, in cinque colorazioni differenti (rosso, giallo, trasparente, arancione e blu). |
Massimo Morante: Chitarra Anno: 2012 |