Home Recensioni Album Jimi Hendrix - The Jimi Hendrix Story (At His Best)

Jimi Hendrix
The Jimi Hendrix Story (At His Best)

Questo cofanetto raccoglieva la serie "At His Best", tre dischi economici editi singolarmente nel 1972 in UK, Spagna e Italia (dalla Joker): per l'occasione, la casa discografica peninsulare modificava il titolo con l'aggiunta della postilla "Story", sebbene la originaria rubricazione comparisse nella label di ogni vinile (motivo per cui entrambi i titoli sono riportati nella presente recensione).

In data imprecisata, nella casa ove abitava in affitto a Shokan, nei pressi di Woodstock, Jimi Hendrix invitò per una jam il pianista Mike Ephron e il percussionista Juma Sultan, due musicisti asseritamente provenienti dal jazz d'avanguardia che sarebbero rimasti dei perfetti sconosciuti se non fosse stato per l'incontro con il noto chitarrista. In una manciata di brani compare anche un flautista rimasto anonimo.
Forse ad insaputa degli altri, Ephron registrò la jam, verosimilmente in presa diretta, con il risultato che la qualità di questi dischi è ben al di sotto della sufficienza.
Il cofanetto è privo di note, presenti invece nelle singole uscite intitolate "At His Best": vi si legge un lungo commento di Ephron che riporta di una fantomatica registrazione effettuata nel 1964. E' chiaramente un'informazione inattendibile, probabilmente divulgata dal pianista per non incorrere in problemi legali.
Infatti, lunghe ricerche effettuate da appassionati hanno acclarato che l'incontro avvenne nel 1969, quando cioè Hendrix era già famoso, legato contrattualmente ad una major discografica di grosso calibro
Secondo alcuni, questa è "l'avventura musicale più arida e senza valore in cui Hendrix abbia mai avuto la sfortuna di essere coinvolto". 
Concordiamo, purtroppo: le musiche contenute in questo boxset sono sconclusionate e disorganiche, spesso prodromiche di sonori sbadigli. Tuttavia, questo disco offre la rara opportunità di cogliere l'arte hendrixiana da una visuale assai inusuale: riporta una lunghissima jam che, pur disorganica, presenta accattivanti toni surreali, a tratti psichedelici e impalpabili, perfettamente in linea con lo spirito free che aleggiava alla fine degli anni '60.
Ogni jam ha un titolo approssimativo, presumibilmente assegnato dallo stesso Ephron, malcelato burattinaio di queste registrazioni, anche se non sempre il suo strumento si percepisce con chiarezza, spesso sovrastato dalle percussioni.
Hendrix, invece, interpreta un ruolo di mero supporto per la maggior parte delle registrazioni. Senza il suo ormai noto set di pedali, la sua chitarra è principalmente relegata a tessere "ritmo" e "trama".
È tutto molto rilassato ed etereo: i musicisti suonano per sè stessi ed è questa la vera forza di queste registrazioni, il cui ascolto, ovviamente, è consigliato ad un pubblico che punti al completismo hedrixiano, soprattutto se intenzionato a cogliere tracce di vecchi o futuri brani, qui appena accennati.
In tal senso, vale la pena rimarcare che "Swifts Wing" presenta vaghi richiami a melodie che poi saranno riprese nel disco "Band Of Gypsys", "Giraffe" è basato su una variante del riff "Burning Desire", "Free Thunder" sembra accennare a "Gypsy Boy", quantomeno, prima che sfoci in una improvvisazione piuttosto astratta, mentre in "Feels Good", il chitarrista canta il testo di "I'm flying".
Il suo ruolo rimane marginale anche quando il combo improvvisa "Steppin 'Stone" (pubblicato su singolo negli USA nel 1970 poi incluso negli album postumi "War Heores" e "First Rays Of The New Rising Sun") e "Villanova Junction" (brano suonato a Woodstock, presente in diversi bootleg, pur estratto da altre registrazioni, poi incluso in una versione in studio nell'album postumo "People, Hell And Angels"), qui indicati rispettivamente con i titoli "She Went To Bed With My Guitar" e "Strokin' A Lady On Each Hip". Vaghe tracce di "Stepping Stone", inoltre, si rinvengono anche in "Tryin 'To Be".
Il resto delle registrazioni riporta cose inedite, pur non avvincenti: brani come "Baby Chicken Strut", "Young Jim", "Spiked With Heady Dreams" e "Jim Is tender Too" evocano strutture caotiche, alcune delle quali paiono idonee a raggiungere la trance.
Si permane in un alveo squisitamente blues in "Down Mean Blues" e "Monday Morning Blues" mentre il funky sembra la base sonora di "Fried Cola".
In "Swifts Wing", infine, Hendrix suona alcuni assoli rock interessanti.
In linea generale, si percepisce una certa distanza tra il chitarrista e gli altri musicisti che, oltre che apparire tecnicamente inferiori, non mostrano sempre il buon senso di seguirlo nei suoi reiterati tentativi di jammare permanendo in contesti blues o rock.
Ci sono delle eccezioni: il lato 2 del volume 1, ad esempio, riporta interventi di Hendrix che paiono avere un senso compiuto, supportati da una ritmica solida (il piano si percepisce molto in lontananza).
Da notare, in conclusione, che estratti di questa jam saranno poi inclusi nei bootleg "This Flyer" e "Jimi Hendrix '64" (in entrambi viene accreditato un ulteriore musicista, il percussionista Jerry Velez).

 


Jimi Hendrix - guitar, voice
Mike Ephron - piano
Juma Sultan - percussions
unknown musician - flute

Anno: 1973
Label:
Joker
Genere:
Rock, Blues, Psych


Tracklist:

Jimi Hendrix At His Best - Vol. 1
She Went To Bed With My Guitar
Free Thunder
Cave Man Bells
Strokin' A Lady On Each Hip
Baby Chicken Strut

Jimi Hendrix At His Best - Vol. 2

Down Mean Blues
Feels Good
Fried Cola
Monday Morning Blues
Jimi Is Tender Too
Madagascar

Jimi Hendrix At His Best - Vol. 3

Young Jim
Lift Off
Swift's Wing
Spiked With Heady Dreams
Giraffe


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