Ecco un titoletto niente male. Va subito detto che dietro alla laconica indicazione "Neil Young and Friends" si cela un manipolo di musicisti a dir poco blasonati, il primo dei quali è nientemeno che Sua Maestà Bob Dylan. I due Giganti si fanno accompagnare da tre membri dei The Band (Rick Danko, Garth Hudson e Levon Helm) e da due degli Stray Gators (Ben Keith e Tim Drummond), uno dei gruppi di Young dell'epoca (per i più smemorati, si tratta del gruppo messo in piedi dal canadese per i dischi "Harvest" e "Time Fades Away"). Detto questo, siamo innanzi ad una prestazione i cui termini sono talmente elevati che neanche gli immancabili problemi tecnici, pure massicciamente presenti, riescono a scalfirne l'elevato valore artistico. Questo titolo documenta uno dei primi incontri tra Dylan e Young, avvenuto al concerto di beneficenza al Kezar Stadium di San Francisco, il 23 marzo del '75, organizzato da Bill Graham per promuovere lo sport tra i giovani. Sebbene I due si fossero già incrociati nell'agosto dell'anno precedente (Bob Dylan si presentò ad un concerto di Crosby, Stills, Nash & Young a Minneapolis) e altre volte lo avrebbero fatto in tempi successivi (una su tutte, al BobFest, Madison Square Garden, New York City, il 16 Ottobre 1992, per una incredibile esecuzione di "Knockin' on Heaven's Door", con Johnny Cash e June Carter ai cori), questo documento rimane unico nel suo genere, perchè testimonia la realizzazione di un evento artistico nel quale i due non si limitano a comparire in qualità di ospite l'uno dell'altro, o viceversa, ma fondono insieme, in maniera perfettamente bilanciata, i loro rispettivi repertori e gruppi, dando vita ad una scaletta consistente e straordinaria e ad un ensemble che, purtroppo, rimarrà caso isolato. Lo spettacolo è stato in passato ampiamente bootlegato (il più famoso dei titoli pirata è certamente "Bob Dylan & Neil Young" della serie "Super Golden Radio Show") ma questa dovrebbe essere la prima volta che il titolo viene stampato in vinile. I tizi di cui sopra si riunirono per puro divertimento, questo si percepisce fin dalle prime note, che testimoniano una esecuzione sciolta, serena, libera. Dopo l'introduzione di Bill Graham, Neil Young conduce il gruppo attraverso "Are You Ready For The Country?" a cui fa seguito "Ain't That A Lot Of Love", preso in consegna da Levon Helm e Rick Danko. Il repertorio prosegue su livelli sempre elevatissimi talché da "Zuma" e "Blonde On Blonde" vengono rispettivamente attinte "Looking For A Love" e "I Want You". A questo punto si verificano due problemi tecnici che infastidiscono non poco: su quest'ultimo brano, infatti, il microfono è fiacco e la voce non si percepisce a dovere mentre nella successiva "The Weight" è pesantemente penalizzata la chitarra di Robbie Robertson, quasi del tutto assente. Ad ogni modo, lo stato emotivo cresce con l'esecuzione di "Helpless" e "Knockin' On Heaven's Door", uno degli accostamenti musicali più ispirati che si sia mai ascoltato. Dal punto di vista lirico siamo su territori inesplorati: inaspettatamente, infatti, Dylan improvvisa il testo e addirittura cambia il ritornello (che diventa "Knockin On The Dragon Door"). Le crasi emotiva raggiunge il culmine con "Will The Circle Be Unbroken", un corollario degnissimo per un combo che, purtroppo, non si riunirà più in seguito, tanto dal vivo quanto in studio. 90/100
|
Neil Young: chitarra, piano, voce Anno: 2015 |