- A&B - Cominciano dal 2001. Sembra un anno relativamente recente se non fosse che da allora, per i Goblin sono cambiate tante cose: riuniti una prima volta senza Guarini (Non ho sonno), poi una seconda volta senza Simonetti (Back To The Goblin). Oggi, dalle ceneri di quest’ultima, nascono due distinte formazioni, entrambe impossibilitate a chiamarsi “solo” Goblin, entrambe estremamente valide. Partiamo, quindi, proprio dal 2001, l’hanno della prima re-union: come sono nati e finiti i Goblin di "Non ho sonno"? - Agostino Marangolo – I Goblin di “Non ho sonno” si sono riuniti per comporre la colonna sonora del film ma durante la registrazione hanno litigato e si sono formate due fazioni: Simonetti e Morante da un lato, Pignatelli e Marangolo dall’altro. La registrazione è terminata con la prima fazione nello studio di Simonetti e la seconda nello studio di Pignatelli. Pubblicata la colonna sonora, le due frange non si sono più riunite.
- A&B - Come sono nati e finiti i Back to the Goblin? - Agostino Marangolo – I BTTG sono nati perché avevamo tutti voglia di suonare e dopo anni in cui suggerivo di ritornare insieme, Massimo e Maurizio hanno riformato il gruppo. Siamo finiti anche con questa combinazione (la formazione di Roller, senza Simonetti, nda), perché, come al solito, abbiamo litigato.
- A&B - Come nascono i Goblin World (ora Goblin Rebirth)? Chi sono gli altri tre musicisti? - Agostino Marangolo – Goblin Rebirth sono nati sempre per lo stesso motivo: io e Fabio abbiamo avuto sempre voglia di suonare. Gli altri musicisti sono: Aidan Zammit e Danilo Cherni alle tastiere e Giacomo Anselmi alle chitarre. Il primo, che aveva già fatto parte dei Back to the Goblin nelle date dal vivo, ha collaborato come compositore, polistrumentista e cantante con molti artisti italiani, tra i quali Mike Francis, Niccolò Fabi, Andrea Bocelli, Nicola Piovani, Simone Cristicchi, Marco Mengoni, Antonello Venditti, Angelo Branduardi. Danilo Cherni collabora con Venditti dal 1988, sia come sessionman, sia alla stesura di alcuni brani (è coautore dei pezzi "21 modi per dirti ti amo", "Benvenuti in paradiso", "Raggio di luna", "Noi", "Parla come baci"). Inoltre, ha collaborato con artisti quali Roberto Ciotti, Gigi Proietti, Mia Martini, Michele Zarrillo e, in ambito progressive, si segnala quale membro della cover band “Fluido Rosa”, con la quale ha riproposto l'opera "The Wall" con 17 elementi sul palco. Giacomo Anselmi, diplomato al Musicians Institute di Los Angeles, ha studiato tra gli altri con Paul Gilbert e Marty Friedman (chitarra rock), Scott Henderson e Frank Gambale (chitarra jazz). Ha conseguito nel 1990 il “Certificate of completion”, diploma ufficiale del “Musicians Institute” di Hollywood. Attualmente collabora per live, studio, radio e televisioni con vari artisti, tra i quali Amii Stewart, Federico Salvatore, Andrea Ra, ed è autore del video didattico “Suonare nello stile di Pat Metheny” pubblicato da Playgame, distribuito dalla Carisch.
- A&B - Perché non avete coinvolto Pennisi o Rinalduzzi, che pure hanno fatto parte dei Goblin (il primo, ritengo, in maniera nient'affatto marginale)? - Agostino Marangolo – non ce n’è stata l’opportunità: il primo (cugino di Marangolo. Nda) vive in Florida, il secondo lavora per la trasmissione “Amici”.
- A&B - Avete in mente progetti discografici o solo concerti? - Agostino Marangolo – Si, abbiamo in mente di pubblicare un disco dal vivo e uno in studio, con materiale inedito.
- A&B - per quanto mi riguarda, considero i Goblin Rebirth attendibili quanto i New Goblin. La sezione ritmica della formazione storica, a mio avviso, è un elemento fondamentale, inossidabile, imprescindibile. Tuttavia, sorge spontanea una domanda: come mai per anni tutti i membri dei Goblin - e sottolineo tutti - hanno praticamente dimenticato la formazione originale - palesando scarso interesse verso progetti di reunion e ignorando le richieste dei numerosi fan sparsi per il mondo, mentre adesso tutti i membri della formazione storica danno vita addirittura a due distinte formazioni? Non è un po' tardi per svegliarsi? - Agostino Marangolo – la re-union, come dici tu, non c'è mai stata fino al 2001 perché i Goblin hanno sempre litigato tra loro. Solo io e Fabio siamo sempre rimasti amici. Come ti ho già detto, ci sono due fazioni nei Goblin: da una parte Pignatelli e Marangolo e dall'altra Simonetti e Morante. Queste fazioni sono musicalmente, politicamente e culturalmente diverse.
- A&B - trovo il lavoro "Back to the goblin" estremamente interessante, con composizioni assolutamente all'altezza del blasonato curriculum dei Goblin. Tuttavia, la batteria mi sembra l'unico strumento sacrificato. Mi spiego: sei un mostro di bravura - lo dico con cognizione di causa, da modesto batterista quale sono - ma nell'album ti limiti a prestazioni ordinarie, quasi essenziali, per non dire al limite del minimalismo. Mi sbaglio? - Agostino Marangolo – il disco “Back to the Goblin” è un lavoro in cui ho creduto poco e pertanto non sono stato molto coinvolto, anche perché avevo mia figlia che all'epoca era molto piccola.
- A&B - parlando del passato dei Goblin, perché non hai fatto parte della formazione di Tenebre? Le splendide melodie di quel disco avrebbero potuto essere valorizzate dalla tua presenza, dal tuo drumming eccezionale. Invece, tutto risulta appiattito dall'orribile batteria elettronica tanto cara al Simonetti di quel periodo. - Agostino Marangolo – in quel periodo avevo un progetto più interessante, i New Perigeo.
- A&B - poco prima dei New Perigeo, avevi collaborato con i Napoli Centrale. Cosa puoi dirmi a proposito? - Agostino Marangolo – James è uno dei pochi artisti che ci sono in Italia.
- A&B - ti è capitato di leggere il volume "Goblin: sette note in Rosso" di Fabio Capuzzo? E' un'opera straordinaria in cui tutta la vostra storia viene analizzata nel dettaglio. Che ne pensi? (noi di A&B abbiamo recensito l’opera presso il seguente link) - Agostino Marangolo – Me ne hanno parlato in molti ma non l’ho ancora letto.
- A&B - nel 1993 lessi della tua partecipazione ad un progetto molto interessante a cui purtroppo non potei assistere: si trattava, se non ricordo male, di una serata che coinvolgeva vari drummer italiani, mi sembra in un locale di Testaccio. Cosa mi sono perso? - Agostino Marangolo – si trattava di un concorso di batteristi, organizzato dalla BIA di Walter Martino. Ti sei perso semplicemente una gara di 100 batteristi che al 90% suonavano alla maniera di Weckel ed solo il restante 10% suonava differentemente.
- A&B - con quali artisti collabori attualmente? Con chi sei o andrai in tour? - Agostino Marangolo – Attualmete sto lavorando molto con i Goblin Rebirth, una band in cui credo molto. Inoltre, sto preparando un progetto con mio fratello Antonio, di cui preferisco non dire nulla per scaramanzia e sto suonando con il mio trio, composto da Pier Paolo Principato (tastiere) e Gigi De Rienzo (basso). Il primo vanta pregevoli trascorsi in ambito jazz ed insegna alla Saint Louis School of Music di Roma, il secondo ha collaborato nel ruolo di autore, arrangiatore ed esecutore con importanti artisti, fra cui, Teresa De Sio, Edoardo ed Eugenio Bennato, Luca Barbarossa, Edoardo De Crescenzo. Con me, peraltro, ha condiviso la sanguigna esperienza musicale di "Nero a metà", l'album di Pino Daniele che ha segnato una autentica svolta nel panorama musicale italiano.
- A&B - Che tipo di musica proponete? - Agostino Marangolo – a mio avviso, noi rappresentiamo la naturale evoluzione di un percorso musicale iniziato alcuni anni fa con il gruppo “Etnology”. Noi proponiamo una musica ricercata che si riallaccia alla cultura classica europea e a quel jazz-rock degli anni settanta che ha polarizzato l'interesse di molte generazioni. Un progetto che non rinuncia, comunque, alle influenze d'oltreoceano, percorrendo trasversalmente e fondendo una serie di generi musicali, dall’etno-rock al jazz.
- A&B - Prossima data dal vivo? - Agostino Marangolo – il 12 maggio 2011, ore 21:30 al “The Place”, di Roma, in via Alberico II, civico 27/29. Vi aspetto numerosi.
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