Pura stand-up comedy, quella profferta da Fabrizio Gaetani, personaggio assai poliedrico che opera prevalentemente nel folcloristico alveo che tipizza da sempre la cultura romanesca.
Dai piatti tipici capitolini, ai proverbi attinti dalla saggezza popolare, passando per la pittoresca compagine del litorale romano, il comico presenta uno spaccato interessante di romanità attuale e, non di rado, anche passata, evocata previa citazione di professioni ormai sparite, personaggi caricaturali talvolta lontani nel tempo, ricordi di contesti familiari legati alla tradizione italica, affreschi di una realtà certamente provinciale, ma in grado di offrire innumerevoli occasioni di goliardia spiccia. Palesando piena capacità di gestire il pubblico - spesso coinvolto infrangendo la quarta parete, talvolta oltrepassata anche fisicamente - l'ostiense strappa risate continue nel corso di quasi due ore ininterrotte di spettacolo, durante il quale egli riesce sempre a mantenere altissima la curva dell'attenzione, spesso improvvisando tout court. In chiusura, egli manifesta la sensibilità di evocare un monumento della Roma attoriale di un tempo, recitando una poesia di Aldo Fabrizi che, pur perseguendo il fine ultimo di far immancabilmente sorridere, è permeata di un sottile velo di malinconia, evocata grazie ad indubbie capacità emulative afferenti sia alla voce, sia alla postura. L'ambiente raccolto che contraddistingue il Teatro Leontini (che quest'anno, sotto la direzione artistica di Gianni Casser, traguarda i due lustri di attività ininterrotta), garantisce accoglienza e familiarità, elementi che ritroviamo anche nel generoso pasto conviviale incluso nel biglietto, incentrato su prelibatezze rigorosamente preparate in casa. |
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