Commedia noir dai toni spensierati che poggia sul meccanismo della successione degli equivoci, sorretto da interpretazioni a vocazione quasi caricaturale.
La compagine tratteggiata sfiora il contesto farsesco, spesso penetrato grazie a estemporanei balletti goliardici e più ricorrenti contesti cantati, pur di breve durata. Occasionali incursioni al di là della quarta parete, segnatamente effettate dai due protagonisti Massimo Dapporto e Antonello Fassari, permettono sia di incuneare agevolmente la modalità pensiero all'interno dei dialoghi, sia di entrare subitaneamente in empatia con il pubblico. Il primo dei due attori, peraltro, meraviglia per la sua abile capacità di inserirsi in un alveo quasi clownesco, imposto con disinvoltura dal compare, dando pertanto vita ad un legame sodale di natura inaspettatamente osmotica, peraltro sorretto dalla interpretazione decisa di Susanna Marcomeli, la cui formazione drammatica è evidente, e quella maggiormente protesa al faceto di Marco Balbi e Andrea Soffiantini, apparentemente ispirata al teatro di rivista. Non tutto è perfetto: faticano a trovare un'adeguata contestualizzazione, ad esempio, sia le sagome di cartone collocate in vari punti del palco, sia il tenebroso valletto adibito al loro trasporto, entrambi voluti dalla regista Andrée Ruth Shammah allo scopo di richiamare "inquietudini all’ombra di qualcosa che incombe". Il risveglio all'interno del letto, inoltre, pare interminabile, eccessivamente dilatato da battute e contesti che poi si perdono inevitabilmente nel prosieguo, totalmente assorbiti dall'evento omicidiario. Gradevolissimi, invece, i citati couplets cantati, peraltro ottimamente e da tutti: il loro inserimento denota certamente una certa audacia registica che deve essere premiata, perché indirizzata alla sublimazione di una forma espressiva che non vuole essere scontata ma tende a omaggiare il teatro quale arte completa di intrattenimento.
Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 6 dicembre 2023.
|
|
Il delitto di via dell'Orsina di Eugène-Marin Labiche
con MASSIMO DAPPORTO ANTONELLO FASSARI SUSANNA MARCOMENI Marco Balbi Andrea Soffiantini Christian Pradella Luca Cesa-Bianchi
musiche Alessandro Nidi scene Margherita Palli costumi Nicoletta Ceccolini luci Camilla Piccioni credit fotografico Francesco Bozzo traduzione Andrée Ruth Shammah e Giorgio Melazzi adattamento e regia Andrée Ruth Shammah
produzione Teatro Franco Parenti Fondazione Teatro della Toscana
Teatro Ambra Jovinelli Via Guglielmo Pepe, 45 Roma
tel: 06 83082884 – 06 83082620 fax: 06 4457221 e-mail:
Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
web site: https://www.ambrajovinelli.org/
Orari spettacolo dal martedì al sabato ore 21:00 venerdì 8, mercoledì 13 e giovedì 14 dicembre ore 19:30 domenica ore 17:00 sabato 9 dicembre doppia replica ore 16:30 e 21:00
|