Ritenuto storicamente dalla critica un "genere qualitativamente minore", quello del glam rock/metal è stato in realtà, sopratutto nell' Inghilterra degli anni '70, un movimento florido sia a livello commerciale che artistico.
Proprio la Gran Bretagna ha consegnato alla storia 3 formazioni tutt'oggi osannate: Slade, T-Rex e Sweet, con quest'ultimi auturi con Give Us a Wink di un album considerato come l'abecedario per tutto il glam metal degli anni '80. Non è un caso che il gruppo londinese, a differenza dei primi due sopracitati, dopo un inizio carriera pieno di lavori molto zuccherosi con melodie lavorate e cori poppeggianti, decise di sterzare nettamente verso lidi prettamente hard rock, cambio di rotta possibile anche grazie ad un'abilità tecnica della line-up superiore alla media (basti pensare al telentuoso Mick Trucker, uno dei batteristi più sottovalutati dell'epoca). Uscito nel marzo del 1976 ed il mese seguente per il mercato americano con tracklist diversa (e l'inspiegabile esclusione della traccia "Lady Starlight"), il quarto album in studio degli Sweet nacque dopo il brusco allontanamento della coppia di compositori Nicky Chinn e Mike Chapmam (accusata di scrivere brani sempre più radiofonici e commerciali), alla quale fu dedicata, non senza delle punte di rancore la rabbiosa "The Lies in Your Eyes", bellissimo esempio di come gli Sweet sapessero miscelare rock duro a ritornelli glam. Il disco si apre con "Action", una delle canzoni più rocciose e famose del gruppo, autentico capolavoro hard dove a strofe dal retrogusto queeniano fa da controaltare un ritornello antemico e costruito perfettamente sulla roca ed esplosiva voce di Brian Connolly, autore di una grintosa performance lungo tutto il lavoro; le succede Yesterday's Rain", di matrice più blues, tessuta efficaciemente dalla chitarra di Andy Scott che in "White Mice" esegue ottimi e funambolici assoli per quello che altrimenti sarebbe un normalissimo "riempitivo" (ma sarebbe stato l'unico). "Healer" è un pò una mosca bianca all'interno della raccolta: lenta e carica di groove, la canzone si snoda tra ritmi quasi funk ma di piacevolissimo ascolto, mentre con "Cockroach" si torna a respirare fragranze hard rock, brano rabbioso dal drumming vario vicino ai Deep Purple di quell'epoca. "Lady Starlight" addolcisce un pò i toni, ballata cristallina e dolce, altra immortale hit single degli Sweet, un'evergreen per innamorati, che anticipa la conclusiva "4th of July" che non fa altro che riallacciarsi bene con il resto della scaletta, denotando anche un sapiente uso di synth. Give Us a Wink pur essendo ricordato come un classico minore di quei anni, ha invece mantenuto a 35 anni di distanza tutto il suo glitterato splendore, per quello che sarà l'ultimo episodio veramente ispirato degli Sweet prima di alcuni controversi album che ne porteranno allo scioglimento nel 1981 (ed al ricongiungimento 4 anni dopo, per un'attività live che va avanti tutt'oggi). Se vi chiedete come mai nel decennio successivo il genere glam, seppur in versione decisamente più plastificata e meno genuina abbia fatto cosi tanti proseliti in tutto il globo, potete tranquillamente affidare la vostra risposta alle 9 tracce qui contenute. |
Brian Connolly: Voce e string machine Anno: 1976 Sul web: |