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Cream Pie
Dirty Job

E’ un asse geografico abbastanza insolito quello che lega questa giovane band: Bari-Los Angeles. Il capoluogo pugliese è la città di provenienza di questo quartetto hard rock, mentre quella degli angeli è la maggior influenza musicale che permea tutte e undici le tracce di questo Dirty Job. Nati tre anni fa per volere del cantante Joey Florenz (che al momento della pubblicazione di questa recensione risulta dimissionario) e del chitarrista Nikki Dick, i Cream Pie dopo un’incessante attività live e la pubblicazione di un demo, riescono questa estate ad intraprendere anche un tour negli Stati Uniti, aprendo sulla east coast per i Britney Fox.

Autoprodotto, questo “lavoro sporco” è quanto di meno originale si possa pensare e descrivere, ma non per questo le canzoni presenti, in qualche caso risultino attitudinalmente eccellenti. I numi tutelari che potrete ascoltare sono i soliti che hanno infiammato i cuori di molti rockers borchiati di fine anni ’80: L.A. Guns, Hanoi Rocks, Faster Pussycat ed i soliti Guns’n’Roses, il tutto condito con una produzione non sempre di primo livello, ma buona per accentuare il tiro delle canzoni.

Leave In Coma” parla già chiaro: percussioni al limite del tribale che anticipano un secco riff di chitarra e batteria e basso che subentrano incalzanti. La voce di Joey è perfetta per il tipo di proposta, acuta ed affilata, adatta anche per gli stacchi melodici e per i lenti. Peccato che come spesso accade a questo tipo di musicalità, sia assente un certo dinamismo compositivo, denotando qualche lacuna nel songwriting. Sono soprattutto pezzi come “Whore” e “So Bad” che non vanno oltre gli spartiti hard rock scritti due decadi fa, cosi come “Tokyo Nightz”, nonostante un bel intro orientaleggiante di chitarra abbia quel retrogusto di già sentito centinaia di volte che penalizza pesantemente il risultato finale del pezzo.
Mossa una critica, è anche giusto però continuare a parlare delle cose che funzionano: “Electric Blue” mette in risalto una ritmica vivace, cosi come un ritornello perfetto e antemico; “Hot Sensasition” invece è sparata nelle orecchie dell’ascoltatore a velocità elevatissima, ma la vera gemma del lotto è la conclusiva “Hungry For Mayhem”, più cupa e martellante, perfettamente suonata da tutta la band.

Chiosando, questo Dirty Job è un lavoro che va a corrente alternata, dove non sempre la band riesce a ripetere la magia che probabilmente esprime dal vivo, dove sono un po’ troppi gli episodi skippabili ma anche dove allo stesso tempo non mancano di certi di momenti dove i fan più accaniti del glam\rock ottantiano possono trovare grandi soddisfazioni. Le basi sono buone, la grinta e le motivazioni pure, ma adesso, anche in virtù di un nuovo cantante, ci aspettiamo una seconda uscita più costante e calibrata.

62/100


Joey Florenz: Voce
Nikki Dick: Chitarra
Michale Drake: Basso
Brian Kent: Batteria

Anno: 2008
Label: Autoprodotto
Genere: Street/Hard Rock

Tracklist:
01. Leave In Coma
02. Long Leader
03. Whore
04. Zip It
05. Tokyo Nightz
06. Electric Blue
07. Face To Face
08. Love Is Blind
09. So Bad
10. Hot Sensation
11. Hungry For Mayhem

Sul web:
Cream Pie @MySpace

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