Roma, 11 Marzo 2016 - Planet Live Club
Dopo averli ammirati sui grandi palchi, di supporto ad headliners qualificatissimi come Megadeth, Slayer e Iron Maiden, non era possibile farsi scappare i Sadist nella più accattivante dimensione del piccolo club. Tuttavia, il piacere innegabile del contesto a misura d'uomo è stato rovinato da un'organizzazione che, pur animata da buona volontà e sempre perseguendo intenti positivi, si è persa nelle lungaggini del cambio palco, volendo necessariamente interessare ben 4 band di supporto (Lunarsea + Dying Muses + Eshuna + Mesosphera), troppe, obiettivamente, anche in zona week end. Morale: alle 24:30 i Sadist dovevano ancora salire sul palco e io vedevo sfumare l'opportunità di accompagnare la presente recensione con un photo report di stampo professionale, a causa del ritiro impietoso del mio fotografo (entrato nel locale con le migliori intenzioni ma sconfitto sul campo alla lunga distanza, a causa della imperante stanchezza dovuta alla impegnativa giornata di lavoro).
Questa delle ore piccole è una tendenza, credo non soltanto romana, che vorrebbe perseguire lo scopo di accaparrarsi il maggior numero di spettatori possibili facendo leva sulle conoscenze di bands locali. Io, invece, credo - e auspico che gli organizzatori (di qualsiasi futuro evento vorranno occuparsi), leggano la presente recensione interpretandola in termini di accorato appello, quale effettivamente è - che molti dei potenziali utenti non si presentino neanche, a tali tardivi eventi, scoraggiati da una scaletta appesantita da un numero eccessivo di band e da orari talmente dilatati da definirsi se non disumani, quantomeno difficili da gestire. Mi riferisco, ovviamente, a quella fascia di spettatori anagraficamente ricompresa tra i 30 e i 50 anni, gravata da impegni professionali e familiari che potrebbero essere gestiti facilmente rispettando orari più abbordabili ma che diventano invece difficili da sopportare, se non impossibili, in presenza di esibizioni dispersive, lunghe, stratificate. Ma torniamo all'esibizione dei Nostri. A causa dei problemi sopra appena accennati, mi è stato possibile apprezzare soltanto due delle quattro band di supporto: la seconda e la quarta, in ordine di esibizione, il che vuol dire, se la scaletta riportata nel flyer è corretta, Eshuna e Lunarsea (l'arrivo alle 22:00 e l'aver dovuto accompagnare il fotografo di cui sopra, mi hanno fatto perdere la prima e la terza, alle quali vanno le mie più sentite scuse). Mentre gli Eshuna hanno manifestato delle doti esecutive e compositive ancora non totalmente definite, ancorché altamente promettenti, i Lunarsea hanno garantito una prestazione che dire professionale è dire poco: perfettamente padroni del palco, efficacissimi nella loro alternanza vocale death/clean (rispettivamente ad opera del cantante e del bassista), in possesso di un batterista preciso come un orologio svizzero e dotato di un'attitudine devastante di portentosa efficacia, i cinque romani hanno convinto la pur esigua platea (e si torna alla problematica degli orari improbabili), talché mi manifesto tout court disponibile a recensirne le opere discografiche, così ben predisposto come sono al momento nei loro confronti. Giunti alfine ai sospirati headliners della serata, non posso che esprimermi in termini ancor più lusinghieri. Nel momento in cui scrivo non ho ancora avuto modo di ascoltare il loro ultimo lavoro su cd ma quello che ho percepito a tranche nel corso della loro credibile esibizione mi ha convinto non poco.
I Sadist sono tra coloro, nella nostra penisola, che possono vantarsi di aver fatto evolvere il death metal, espressione estrema che, altrimenti, oggi non avrebbe più nulla da esprimere. Al gruppo ligure io riconosco almeno due meriti, uno in studio, l'altro dal vivo: per quanto concerne il primo, va dato loro atto di essere stati capaci di rivestire il genere di connotazioni prog, inventandone forse un altro, non improbabile e ridondante, ma credibile e attendibile. Non a caso, infatti, il quartetto viene spesso associato a gruppi come i Cynic, giusto per citare i più attendibili. E scusate se è poco! Per quanto riguarda il secondo aspetto, va certamente sottolineato che i genovesi non vengono penalizzati, nelle loro esibizioni dal vivo, dell'alternanza chitarra/tastiere proposta con rinnovata e volitiva convinzione dal "polipo" Tommy Talamanca. Questa band è capace - e in tal senso, il merito va riconosciuto coralmente a tutti i membri - di non generare buchi sonori allorquando le due mani del leader poggiano rispettivamente sulla chitarra e sulle tastiere, mantenendo sempre alta, anzi altissima, la curva dell'attenzione. Dopo averne avuto il sentore nel corso delle esibizioni tenute sui magniloquenti palchi dei grandi numeri, visti oggi all'opera anche nel locale di ridotte dimensioni, non posso che confermare quanto poc'anzi affermato. Non resta che augurare la presenza di un pubblico più numeroso alle prossime esibizioni capitoline della band, che noi auspichiamo numerose e sotto l'egida di un'organizzazione animata da un più attento spirito di osservazione.
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Band:
Sadist Tommy Talamanca: tastiere/chitarra Andy Marchini: basso Alessio Spallarossa: batteria Trevor: voce
tracklist:
- The devil riding the evil steed
- Pachycrocuta
- Bouki
- The lonely mountain
- One thousand memories
- Desert Divinities
- The attic and the world of emotions
- Escogido-India
- Perversion lust orgasm
- Obsession compulsion
- Tribe
- Season in silence
- Tearing away
Lunarsea Alessandro Iacobellis: voce death Fabiano Romagnoli: chitarra e sintetizzatore Emiliano Pacioni: chitarra Critstian Antolini: basso; voce clean Alfonso "Fo" Corace: batteria
Dying Muses Tommy Spampinato: voce Lorenzo Angeletti: chitarra Marco Vanini: chitarra Alessandro Finderle: tastiere Marco Romano: basso Federico Rubeca: batteria
Eshuna Beatrix Scarlett: Scream Voice Renato Orsili: Guitar Andrea De Petrillo: tastiere, orchestrazione Lorenzo Pistolesi: batteria Jacopo Simonelli: Bass Guitar
Mesosphera Gabriele Massa: Voce Valerio Catoni: Chitarra Giovanni Mauriello: Chitarra Adriano Ricci: Basso David Folchitto: Batteria
Data: 11/03/2016 Luogo: Roma - Planet Live Club Genere: Death Metal
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