Billy Elliot
Roma, Teatro Sistina, dal 13 al 30 aprile 2023

Billy Elliot”, notissimo film del 2000 diretto da Stephen Daldry, sublimato dalle musiche straordinarie di Elton John, è stato tributato nella compagine teatrale appena 5 anni dopo la sua programmazione, debuttando al Victoria Palace Theatre di Londra ed ottenendo nove nomination Laurence Olivier Awards, vincendone poi quattro.
Il successo del lungometraggio e della sua trasposizione teatrale in terra d'Albione  ha permesso all'opera di essere esportata anche in un contesto internazionale, in location peraltro assai blasonate, come ad esempio Broadway ove, giunta nel 2008, ha vinto dieci Tony Awards ed altrettanti Drama Desk Awards.
Oggi, il format approda anche sui palchi italiani, con un debutto al capitolino Sistina tributato dalla gremita presenza di almeno tre generazioni di spettatori. L'opera vi resterà fino al 30 aprile, per poi giungere in alcune delle principali città italiane (dalla prossima stagione, la stessa sarà protagonista di un lungo tour che interesserà tutta la Penisola).
La scenografia è complessa e affascinante: stratificati livelli che sfilano orizzontalmente con repentina continuità, senza peraltro mai risultare invasivi, sono valorizzati da un gioco di luci capace di riprodurre fedelmente la grigia, plumbea ambientazione anglosassone, occasionalmente squarciata da fasci luminosi a cui viene affidato il compito di annunciare la danza a cui l'undicenne protagonista si concede senza riserve, con passione crescente.
Non si capisce bene se Emiliano Fiasco, il Billy Elliot italiano, sia effettivamente un ballerino aperto anche all'arte recitativa, o viceversa, un attore prestato alla danza: in entrambi i casi, il risultato è notevole, giacché egli esprime un talento indiscusso che ha il potere di ammaliare, prescindendo dal sentimento di tenera complicità che la sua età adolescenziale ha il potere di sollecitare. 
Sulle sue doti canore, invero, c'è ancora da lavorare: la voce è incredibilmente celestiale ma la tonalità non è sempre in linea. Alcune riserve, purtroppo, sono espresse anche nei confronti di Giulio Scarpati, non pienamente convincente come cantante, ruolo compensato, fortunatamente, dalle sue innegabili capacità attoriali: in tal senso, egli è risultato assai credibile nelle inedite vesti di uomo diretto, finanche rude, che si propone in crescendo quale padre via via sempre più affettuoso e comprensivo. 
Sanno cantare bene, loro si, Nico Colucci e Sara Polvara (rispettivamente fratello e mamma di Billy), così come sa padroneggiare perfettamente la disciplina del balletto Sergio Giacomelli, il Billy adulto (gli eterei passaggi da lui effettuati assieme al suo giovanissimo alter ego hanno il potere di affascinare anche i profani della danza). 
Last but not least, colpisce la capacità di Rossella Brescia di contemperare la schietta attitudine della disincantata donna di mezza età, con la dolcezza e il senso di protezione risvegliati dall'innato istinto materno. 
Duole dover rimarcare che i linguaggi risultano fin troppo diretti, se non gratuitamente scurrili: al riguardo, appaiono disturbanti sia il ricorrente turpiloquio, sia le pur rare imprecazioni religiose. A titolo di esempio, vale la pena evidenziare che l'esclamazione "Caspita!", pronunciata da un bambino in preda allo stupore, apparirebbe molto più efficace della parolaccia "Merda!", effettivamente utilizzata, a cui viene riconosciuto il nefasto potere di castrare tout court il senso di candida purezza che un infra-dodicenne dovrebbe necessariamente trasmettere. 
Non si può certo pretendere che i minatori della Contea di Durham intenti a protestare contro il Primo Ministro Margaret Thatcher, organizzando uno sciopero virulento e sfiancante, si esprimano come William Shakespeare o Oscar Wilde, ma a teatro, questa storia dovrebbe necessariamente assumere le connotazioni di una favola, specie se a vederla accorrono frotte di adolescenti sognanti.
Beh, con il linguaggio sopra tratteggiato, questa, una favola, non lo è affatto.
Pare sfiorata l'ipocrisia, infine, laddove, a fronte del citato e criticato uso del turpiloquio, sono bandite dai dialoghi le parole "gay" o "omosessuale", al posto delle quali si è preferito utilizzare la disarmante e imbarazzante espressione "fru fru".





La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 13 aprile 2023.




BILLY ELLIOT
dal film di Stephen Daldry

Emiliano Fiasco - Billy Elliot
Giulio Scarpati - Jackie Elliot, papà di Billy
Rossella Brescia - Mrs. Wilkinson, maestra di ballo
Cristina Noci - nonna di Billy
Nico Colucci - Tony, fratello di Billy
Sara Polvara - mamma di Billy
Jacopo Pelliccia - George, maestro di pugilato
Pasquale Delli Paoli - Mr. Braithwaite, pianista
Sebastiano Vinci e Fabrizia Scaccia - Big Dave e Lesley, sindacalisti
Giulia Carosi - Debbie
Sergio Giacomelli - Billy adulto
Riccardo Colanera - Michael, amico di Billy
bambine dell’Accademia Il Sistina - giovani ballerine allieve della maestra Mrs. Wilkinson.

regia di Massimo Romeo Piparo
musiche di Elton John
testi e libretto di Lee Hall
coreografie di Roberto Croce
scenografie di Teresa Caruso
costumi di Cecilia Betona
luci di Daniele Ceprani
suono di Stefano Gorini



Teatro Sistina
Via Sistina, 129
00187 Roma
Tel.: 06 420 0711
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https://www.ilsistina.it/


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