Intervista Trevor: Ho aspettato tutto questo tempo perché ero terribilmente spaventato… Sì, spaventato da un nemico invisibile, capace di insidiarsi nel tuo corpo e nella tua mente. Il 10 Marzo ho accusato la prima febbre e per sei giorni ho dovuto convivere con attacchi febbrili, spossatezza e forti dolori in tutto il corpo, specie alla testa, che per alcuni giorni non mi hanno fatto dormire. Il 16 Marzo la situazione non era invariata e, insieme al mio medico curante, ho preso la decisione di chiamare il 112. Dopo alcuni minuti l’ambulanza era a casa mia, è stato triste andare via ma ero certo che in quel momento fosse per me e i miei cari la decisione più saggia. Sono arrivato al pronto soccorso di Genova di prima mattina, la sala d’attesa, i corridoi e le zone limitrofe erano piene di persone che presentavano i miei stessi sintomi. C’erano barelle e una gran confusione ovunque, anziani che urlavano e chiedevano aiuto… Credetemi, non è stato per nulla semplice e sarebbe stupido raccontarvi bugie o minimizzare le circostanze adesso. Ho avuto molta paura: non conoscere la malattia e non sapere dove ti stanno portando sono sensazioni terribili. Quel maledetto Lunedì 16 Marzo mi hanno fermato all’ospedale e ricoverato in osservazione, in attesa di ricevere l’esito dell’ormai famigerato tampone per il Coronavirus. Giornate interminabili ed angoscianti, rese meno pesanti solo dai modi gentili e dalla disponibilità di questi angeli da corsia, in questa triste circostanza travestiti da alieni. Non smetterò MAI di ringraziarli tutti: medici, infermieri, OSS e personale delle pulizie sono esseri umani che amano follemente il proprio lavoro, persone che si dedicano totalmente al prossimo e riescono a farlo sempre con il sorriso. In un paio di giorni, nonostante l’esito positivo al Covid19 e grazie alla terapia antivirale, la situazione è leggermente migliorata: la febbre era sparita insieme al forte mal di testa. Dopo otto giorni di ricovero sono tornato finalmente a casa, in famiglia, per ultimare la quarantena nella mia Rossiglione in Vallestura, ancora spaventato ma felice. Oggi il mio pensiero va a tutte quelle persone che purtroppo hanno perso la vita a causa di questo terribile virus, nella speranza che possa arrivare a chi sta ancora lottando. Mi raccomando: se avete qualche dubbio sulla vostra salute non esitate un solo istante a mettervi in contatto con chi di dovere, non trascurare alcun segnale del vostro corpo. Portiamo pazienza, torneremo alla normalità, spero coscienti del fatto che tutte le cose che normalmente ci appaiono “piccole” sono invece la nostra vita e la costruiscono ogni giorno. Vi voglio bene!
A&B - In che modo il Covid-19 ha inciso sulle tue attività quotidiane? Trevor: Diciamo che il virus ha condizionato la mia vita in generale. E’ difficile combattere un nemico che non conosci. Ho avuto paura, il virus è piombato su tutti noi all’improvviso, come un macigno dall'alto e specie in un primo momento si conosceva davvero poco. Fortunatamente la medicina e la ricerca stanno andando avanti: in poco tempo sono stati fatti passi da gigante e oggi possiamo dire che stiamo iniziando a capire la cosa. Non ti nascondo che la paura ha condizionato il mio lavoro, è difficile riuscire a rimanere lucidi in questi momenti.
A&B: e quanto ha invece inciso dal punto di vista professionale? Trevor: Quanto alla mia attività lavorativa lontano dal palco (produzione. Nda) questo è un momento riflessivo, credo che non sia un buon periodo, siamo tutti sicuramente meno ricettivi, nonostante il tempo a disposizione per tutti noi è molto il pensiero è però rivolto a cose più importanti! Tuttavia, confido che presto ci sarà spazio per giorni migliori e che si tornerà alla normalità da tutti tanto desiderata, ma oggi è importante non forzare i tempi giusto per non rischiare di vanificare gli sforzi fatti precedentemente.
A&B: In che modo ha inciso sulle attività dei Sadist? Trevor: Considera che con Sadist, da quando siamo tornati dal tour europeo del giugno scorso, abbiamo preso una pausa, proprio per dedicare maggior tempo alla stesura di nuovi brani. A Maggio avevamo già schedulato un tour di una decina di date nei Balcani e alcuni open air in Europa che ovviamente sono stati posticipati. Non c’è rammarico, non è colpa di nessuno, la nostra salute e quella del prossimo conta più del lavoro.
A&B: Il periodo di inattività, vi ha spinti in studio di registrazione? Trevor: Stiamo sfruttando questo tempo di inattività per scrivere nuovo materiale e presto potremmo essere fuori con un album nuovo, lo spero davvero! Per ora siamo ancora in una fase embrionale: stanno nascendo nuovi riffs e, per quanto mi riguarda, ho scritto diverso materiale legato alle liriche. Stiamo cercando di tenerci in allenamento anche se farlo in un periodo di inattività è davvero molto strano. Purtroppo siamo costretti a lavorare da casa: sarebbe bellissimo lavorare insieme, come di consueto ai Nadir Music Studios, ma questo non è possibile indi per cui cerchiamo di sopperire alla cosa con altre soluzioni.
A&B: Cosa ti aspetti nell'immediato futuro, in primis dalla fase 2? Trevor: Difficile dirlo. Posso dirti cosa vorrei. Spero che la gente capisca il momento e che non si riversi in massa per le strade, spero che abbiamo imparato dalla triste fase 1. Pensare che il 5 maggio il mondo riparte come prima è un grosso errore, dobbiamo fare le cose per gradi senza la presunzione di essere immuni al virus. Purtroppo non sarà così. Per ora dobbiamo gestire la cosa con le regole che tutti conosciamo, ci vuole pazienza; è difficile ma doveroso fare ancora qualche sforzo: significa vivere meglio dopo, anche nel rispetto di tante persone che purtroppo non ci sono più.
A&B: Pensi che il Corona Virus sarà definitivamente sconfitto oppure questa cosa cambierà definitivamente le nostre abitudini? Voglio dire: prima del covid, il 70% degli uomini che andava in bagno non si lavava le mani e il 90% della popolazione non le lavava quando rientrava a casa dopo esserne stato fuori una giornata intera. Pensi che finalmente, questa cosa potrà migliorare la percezione dell'igiene che noi abbiamo attualmente? Trevor: Avere qualche piccolo accorgimento igienico dovrebbe essere una buona abitudine, Covid a parte. Specie lavarsi le mani tornando da casa, prima di mettersi a tavola: è qualcosa di doveroso. Sono certo che la paura alimenti le nostre fobie anche nel rispetto verso il prossimo. Sapere cosa succederà non spetta certo a me dirlo. Scienziati, virologi e medici in generale stanno lavorando sodo per combattere il nemico e come detto prima sono già stati fatti passi avanti, si parla di cure, vaccini, ogni giorno equipe da tutte il mondo vengono a conoscenza di nuove informazioni, la ricerca è la nostra salvezza, tutti noi facciamo il tifo perché l’uomo riesca a vincere sul virus!
A&B: Se il Covid non sarà sconfitto, come pensi si potrà gestire l'attività dal vivo di artisti e bands? Trevor: Non voglio neanche pensarci. Un mondo senza musica, specie quella dal vivo, non ha motivo di esistere! Per noi musicisti è davvero dura e dobbiamo stringere i denti. Con tutta probabilità saremo l’ultimo settore a ripartire, ma dobbiamo avere fiducia. In tutta onestà, non credo ci possano essere alternative, il live non potrà mai essere sostituito: la band sul palco, l’adrenalina che sale, il calore del pubblico, il condividere le emozioni del momento sono cose che non potranno mai essere cambiate e provare a sperimentare altre soluzioni è solamente tempo perso!
A&B: Quali i progetti futuri dei Sadist? Trevor: Nessun segreto, le nostre intenzioni sono quelle di sempre. Cercare di fare buoni dischi, portare la nostra musica in giro per il mondo e continuare a essere protagonisti di quel bellissimo sogno chiamato Musica! In alto il nostro saluto!! Trevor.
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