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Spesso sulle nostre pagine, recensendo realtà Metal nazionali, abbiamo detto e ribadito di come la qualità media della nostra scena, non sia assolutamente inferiore a quella non solo europea, ma mondiale. A confermare e cementificare questo pensiero, da ormai qualche anno di svolge l’Italian Gods Of Metal, festival ideato dalla Live che da la possibilità alle bands nostrane di esibirsi davanti ad un pubblico più ampio e omogeneo rispetto agli show in piccoli club nella quale le nostre formazioni suonano sul territorio. Svoltosi come sempre all’Alcatraz di Milano, la Kermesse ha avuto il suo inizio con i Bad Bones in tarda mattinata, con un’affluenza ancora molto bassa. Dopo di loro è stata la volta dei blacksters Malnatt, ormai band di culto sui circuiti bolognesi, che hanno lasciato poi il palco principale poco prima di mezzogiorno agli Atreides. Considerando il bill ricchissimo (ben 13 formazioni), lo storico locale milanese per l’occasione, ha messo a disposizione due palchi: uno principale nominato Hall Stage, ed uno secondario nominato Club Stage. Questo ha consentito ai tecnici del suono di lavorare in maniera più professionale e tranquilla, lasciando una pausa di soli 15 minuti tra una formazione e l’altra.
Ad ora di pranzo arrivano cosi sul palco gli In Tormentata Quiete, che ha diversi mesi dalla pubblicazione dell’album Teatroelementale hanno goduto di una cornice di pubblico ottima ed hanno consentito ai più di conoscere una realtà emiliana di ottimo Metal a metà strada tra il Dark ed il Progressive che ha il suo punto di forza nell’alternanza tra il cantato in scream e quello pulito garantito dalla presenza di 2 singer; nella tracklist presentata, assolutamente ottima “L’alchimista”, uno dei brani più famosi di Marco Vitale e co. Subito dopo è il momento dei Trick Or Treat, che ormai non hanno più bisogno di presentazioni: Tin Soldier è stato uno dei lavori più apprezzati di Rock duro del 2009 dell’underground italiano e la loro performance seppure breve (tutte le bands fino ai Bulldozer esclussi, hanno suonato circa 40 minuti) è stata molto intensa e fortificata da un repertorio pieno zeppo di brani antemici e melodici.
Superati i dinamici e corrosivi Infernal Poetry, con un set di canzoni di grande fisicità e impatto (che forse hanno fatto storcere solo un po’ il naso ai più puristi, dato le derive Crossover/Hardcore della loro proposta) alle 15 e 10 è stato il momento della band forse più attesa di tutta la giornata: la Strana Officina. Vuoi che la performance all’IGOM 2010 è stata la prima del nuovo tour, vuoi che lo stesso giorno all’interno del locale è iniziata la vendita del loro primo album di inediti da 22 anni a questa parte (dal tiolo Rising to the Call, a giorni recensito su questo portale), ma il combo nato a Livorno a fine anni ’70 è riuscito a sciorinare uno show di grande potenza e adrenalinico, diviso perfettamente tra brani nuovi (“Beat The Hammer”, “Boogie Man”, “Night Flyer”) e i grandi classici storici che l’hanno resa uno dei punti di riferimento dell’Heavy Metal italico. Travolgenti e emozionantissime quindi “Profumo Di Puttana” , “Autostrada dei Sogni” e l’immancabile chiusura con “Non Sei Normale”, col corpulento ed emozionato “Bud” Ancilotti assolutamente tarantolato e schizzato come sempre, ed il resto della combriccola inappuntabile a martellare un ritmo forsennato. Alla fine, seppur molto sterile e non assecondabile, è stata comprensibile la polemica fatta da alcuni utenti in prima fila verso l’organizzazione per aver messo una band di questo calibro in un orario che non ha reso giustizia ad una prova da incorniciare.
Superati i popolarissimi e sempre acclamatissimi Labyrinth, un fenomeno ben più considerato all’estero che in Italia ed i Raw Power, che nonostante un’apparizione al fulmicotone sono sembrati fuori contesto e di conseguenza non del tutto apprezzati dai presenti, si arriva nel tardo pomeriggio con gli Skanners, altro ensemble storico che ha avuto l’occasione di ritornare sul un palco importante in terra madre dopo un tour astriaco che è servito non solo a promuovere The Serial Healer che ormai ha sulle spalle quasi 24 mesi di pubblicazione, ma anche un brano inedito e posto alla fine dal titolo “Hard’n’Pure”, che sarà incluso nel nuovo album della band di Bolzano previsto per giugno prossimo. Senza nulla togliere a chi gli ha preceduti o evitando polemiche verso l’organizzazione, ci è sembrato che la scelta di dare il Club Stage agli Skanners, da sempre molto mobili sul palco non abbia fatto altro che penalizzare la resa visiva di un live act musicalmente tra i migliori della serata.
I Sadist, salgono cosi sul palco principale che sono le 19, che hanno riportato su binari di pura violenza sonora la serata. Acclamatissimi i brani più vecchi, ma non hanno sfigurato nemmeno quelli estratti da Season In Silence, che vedrà la luce ad aprile e già si appresta a diventare uno dei must metallici del 2010. Tagliato il traguardo delle 10 ore dall’apertura dei cancelli, alle 20 hanno giocato in casa i Bulldozer una delle bands disco graficamente più boicottate e controverse che l’Italia ha partorito, acclamatissimi all’estero ma sempre oggeto di culto per noi Italiani. Quasi 90 minuti di show orchestrati dallo storico leader AC Wild, che ha alleggerito un sound cosi profondo e corrosivo con piacevoli e divertentissimi aneddoti del passato legato alle canzoni, e come nel caso dei Sadist, anche qui i brani riproposti dal recente Unexpected Fate si sono amalgamati alla perfezione con quelli del passato. La sensazione appena la band ha abbandonato il palco, è stata che questa performance abbia lasciato un segno indelebile al pubblico.
Se stasera ci fosse stato Marco Carta, ci sarebbero state 10.000 persone, ma questa è l’Italia signori e signore.
Si è presentato cosi, alle 21 e 30 della sera uno dei personaggi più amati ed allo stesso tempo odiati del Rock made in Italy: Pino Scotto. Lo storico ex leader di Vanadium e Fire Trails si sa, non ha mai avuto peli sulla lingua ed il fatto che sia ormai un personaggio pubblico molto popolare per i suoi spazi televisivi, l’ha resto agli occhi di molti più un VIP che un musicista. Ma esibizioni come quelle di ieri sera servono anche a questo: Scotto, classe 1949 è ancora un rocker puro sul palco, ottima voce e buonissimo intrattenitore, forte di un’esprienza sul campo ormai trentennale. Anche nel suo caso hanno tenuto banco le composizioni di Buena Suerte, album che l’artista campano pubblicherà il prossimo 2 aprile. Per molti può essere ironico e riduttivo definirlo “l’Ozzy Osbourne italiano”, ma se questo serve a rendere l’idea, ben venga.
Chiosando, manifestazioni come l’Italian Gods Of Metal sono la palese dimostrazioni che in Italia non c’è bisogno di avere complessi di Heavy Metal di maggiore qualità rispetto alla concorrenza straniera, ma semplicemente di un hyperaggio maggiore, un’attenzione che culturalmente manca ad un paese come il nostro, che a livello musicale preferisca un Marco Carta qualsiasi, o se preferite, un Valerio Scanu qualsiasi. Italians Do It Better!!!!!!!!
Bands partecipanti
Pino Scotto
Bulldozer
Sadist
Skanners
Labyrinth
Raw Power
Strana Officina
Infernal Poetry
Trick or Treat
In Tormentata Quiete
Atreides
Malnatt
Bad Bones
Data: 21/03/2010
Luogo: Milano - Alcatraz
Genere: Heavy Metal