"Il piacere dell'attesa", tra le più garbate e divertenti commedie di Michele La Ginestra, offre l'opportunità di apprezzare più alvei tematici ed emozionali afferenti alla sfera umana. Attorno al concetto di attesa - qui intesa in termini caparbiamente oppositivi all'angosciosa frenesia che scandisce ogni momento della vita comune, dal traffico cittadino, agli orari di lavoro, passando per le scadenze quotidiane, il cibo consumato frettolosamente, gli appuntamenti mancati ed altro ancora - ruotano tre contesti che sono anche concetti di innegabile importanza: il sentimento dell'amore, la passione per la natura, l'integrazione del diversamente abile in un sano contesto lavorativo. Il primo è alla base del rapporto tra Giacomo (Michele La Ginestra) e Cammilla (Federica De Benedittis), nascente coppia amorosa che vede l'uno ricoprire il ruolo di uomo saggio e riflessivo, assai ponderato nelle sue scelte di vita, al punto di optare per un lavoro apparentemente modesto pur essendo in possesso di una laurea in filosofia; la seconda incarna lo stereotipo della donna in carriera, incapace di attendere con ponderatezza l'arrivo di appuntamenti, incontri, scadenze, puntualmente rincorsi con frenesia e affanno. L'aspetto naturalistico è qui incarnato dal lavoro di Giacomo, fioraio che - grazie ad un approccio che fa propria la lezione di una manciata di figure retoriche (accumulazione, allegoria, allusione, analogia) - individua il ciclo naturale delle piante quale fondamentale unità di misura alla base di ogni percorso di vita, umano e non soltanto. Francesco Stella, infine, interpreta Aldo, soggetto affetto da leggero ritardo mentale: egli dipinge il suo personaggio di naturalezza e spontenità, capace di inserisi nei dialoghi della coppia con puntuale efficacia anche quando infrange lo schema tipico dell'idillio amoroso. Questi tre attori sono in grado di bilanciare capacità attoriali di spessore: Federica De Benedittis palesa eterogenità interpretativa, passando dal personaggio severo, a tratti arcigno, poi divenuto spumeggiamente, infine, una volta scoperto e apprezzato il valore dell'attesa, definitivamente dolce e affabile; Michele La Ginestra e Francesco Stella si inseriscono pienamente nell'archetipo del consolidato duo comico, pur variando la formula che vede incarnare, in capo ad uno soltanto dei due, il ruolo di perenne spalla, qui invece palleggiato con rara maestria dall'uno o dall'altro. Il descritto scenario di ruoli è inserito in una sceneggiatura ricca di richiami a valori condivisi (circostanza ricorrente, nella scrittura di Michele La Ginestra, come dimostra anche "M'accompagno da me", recente opera a vocazione monologhista particolarmente apprezzata da chi scrive), infarcita di battute gradevoli e sensate, mai volgari o politicamente scorrette, che hanno il pregio di richiamare a macchia puntuali risate del pubblico, testimonianza tangibile di apprezzamenti continui e genuini. La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 04 novembre 2024. |
Il piacere dell’attesacon di Michele La Ginestra Dopo il successo delle scorse stagioni torna in scena la commedia di Michele La Ginestra, come sempre divertente, garbata ed emozionante.
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