Non proprio una nuova fatica discografica, questo 4 1/2 (così battezzato perchè collocato a metà tra il 4° e il 5° album), giacchè, dei sei brani che lo compongono, quattro provengono dalle session di Hand. Cannot. Erase, uno da The Raven That Refused To Sing, mentre l’ultimo, "Don't Hate Me", originariamente inciso dai Porcupine Tree nel 1998 per il loro quinto album Stupid Dream (uscito l'anno successivo), viene qui riproposto in una nuova versione, completamente risuonata (si tratta di un assemblaggio di registrazioni live e sovraincisioni in studio) e ricantata (dalla vocalist israeliana Ninet Tayeb).
Arricchito dalla presenza di un numero impressionante di musicisti blasonati, questo lavoro è forse quanto di più vicino ai Porcupine Tree sia stato fatto dal loro scioglimento: magnetiche ascendenze, liquidità di stampo palesemente floydiano, surrealismi sonori fortemente evocativi sono i tre principali ingredienti di un'opera che, nonostante sia esclusivamente composta da "scarti", non soltanto risulta decisamente superiore alla precedente - un tantino leziosa e palesemente votata al proselitismo facile - ma si segnala quale episodio tra i più felici dell'intera discografia solista del Nostro. Dispiace soltanto che un fiatista eccezionale come Theo Travis sia relegato a soli due brani ma forse la volontà dell'inglese è stata proprio quella di richiamare la lezione del porcospino, band notoriamente priva di fiati, infatti. L'accattivante struttura "die cut" dell'edizione in vinile rappresenta la ciliegina sulla torta che rende questa uscita un must immancabile per chiunque si definisca collezionista musicale. |
Steven Wilson: chitarra, voce, autoharp, mellotron, piano, percussioni, virtual instruments (1–6) Anno: 2016 |