Entropia, al secolo Amptek Alex Marenga e Dr. Lops (rispettivamente chitarrista e tastierista, entrambi anche compositori e produttori), è una band che può senza dubbio essere considerata una formazione di punta del genere elettronico. Attivo dal 1996, il duo vanta un curriculum corposo e interessante avendo pubblicato nove album, fondato un’etichetta indipendente molto prolifica (Eclectic Records), vantando ascendenze estere (una su tutte: nel 2005 hanno pubblicato negli USA l’album The Ultimate Eclectic Cinedelic Experience su etichetta Noshame e distribuzione Ryko) e collaborazioni con personaggi blasonati quali la band Recycle, i cantanti Daniele Amenta e Mauro Tiberi (il secondo è specializzato in canto armonico e diplofonico), il sassofonista Maurizio Giammarco e il batterista John. B. Arnold. Inoltre, il piccolo combo esplora sentieri dell’arte non necessariamente relegati all'espressione musicale: al riguardo, valga su tutte la collaborazione avviata nel 2011 con la pittrice coreografa Fabiana Yvonne Lugli Martinez, dalla quale è sorto il progetto transmediale “Sign Of Sound”. Questa recensione muove da Calcatronica, festival di musica elettronica, ambient, electro, techno, sperimentale che si tiene ormai da due anni nella fantastica cornice medioevale di Calcata. La rassegna, la cui seconda edizione si è tenuta nel 2014 il 15 e il 16 Agosto, ha visto il gruppo interessato ad entrambe le date, con una formazione allargata che il primo giorno ha coinvolto il sassofonista Nicola Alesini (David Sylvian, Roedelius, Harold Budd, Glen Velez, Radiodervish), il secondo, il batterista Ugo Vantini (Divae, Balletto di Bronzo, Ezra Winston, Vu-Meters). Per capire questo lavoro discografico – che documenta integralmente la prima data – dobbiamo esplodere il significato della parola entropia (dal greco antico ἐν en, "dentro", e τροπή tropé, "trasformazione"), coordinata generalizzata che viene interpretata come una misura del disordine presente in un qualsiasi sistema fisico (vi è incluso, come caso limite, l'universo). In termini meno accademici e più esemplificativi si può affermare che, quando la materia passa da uno stato di equilibrio ordinato ad uno disordinato, la sua entropia aumenta. Si pensi, in tal senso, al ghiaccio: la sua fusione, infatti, si verifica con aumento dell'entropia. E' la prima volta che chi scrive ricorre all'analisi etimologica del nome di una band per spiegarne la proposta musicale con ciò intendendo dire che, in passato, un nome di un gruppo è mai stato più attinente di questo. Non è pura cacofonia, quindi, affermare che la musica del gruppo sia definibile “entropica”, una diramazione linguistica che risulta perfettamente chiara anche a chi fosse completamente a digiuno di meccanica statistica, che è il range scientifico ove ci si muove parlando di entropia. L'espressione sonora del gruppo è un'iperbole enfatica ma assennata, votata alla riflessione, lontana dalla elucubrazione (e, per questo, decisamente distante dal messaggio promulgato dai Tangerine Dream, giusto per citare i campioni dell'espressionismo elettronico, decisamente ossessivo e angoscioso). Con l'innesto di Nicola Alesini, raffinato esploratore dello strumento sassofono - i cui innesti elettronici vanno interpretati come massima sublimazione artistica - la musica del duo (rectius trio), racchiude in sé il concetto di allegoria prima che si tramuti nel suo esatto contrario, cioè mera trasfigurazione (delle sonorità espressive). Chi scrive ha avuto l'opportunità di ascoltare anche la performance del giorno successivo che vede il duo impegnato su un fronte diverso, sempre rarefatto ma più irruento, i cui confini vengono delineati dalla minacciosa ritmica di Ugo Vantini, batterista raffinato proveniente da almeno tre delle molteplici ramificazioni del genere prog: il bilanciamento tra la liquidità floydiana e la schizzofrenia crimsoniana dei Vu-Meters; la cupezza livida del dark pop del Balletto di Bronzo; il neo classico delle raffinate e romantiche ascendenze di Divae ed Ezra Winston (il batterista è comunque presente anche in questo lavoro, seppur in altre vesti: sua infatti è “Crystal garden”, la seducente copertina del cd). Non resta che auspicare la pubblicazione anche della performance del giorno 16, al fine di sondare per intero un percorso sensato che, partendo dall'intimismo riflessivo della prima serata, si conclude con il minaccioso incedere percussivo della seconda. Voto: 80/100 |
Amptek: synths, Theremini, Guitar Synth
Tracklist:
|