Una prima avvisaglia riguardante un lavoro postumo di Lyle Mays, è stata azzardata mesi addietro, quando, sul libro di Pierre Piscitelli "The Music Of Lyle Mays", nella pagina riguardante la discografia dell'artista, appariva la copertina di quello che poi sarebbe stato pubblicato, ossia "Eberhard".
Le notizie, frammentarie hanno iniziato quindi a girare in rete fino agli inizi del mese di agosto 2021, quando dal sito ufficiale di Lyle, curato dalla nipote Aubrey Johnson, è stata confermata la notizia circa la pubblicazione di questo disco postumo, uscto il 27 agosto e distribuito in formato fisico (CD o vinile) unicamente (almeno sino al momento in cui stiamo scrivendo) attraverso il sito ufficiale www.lylemays.com. In realtà non è propriamente un album, piuttosto un EP contenente un solo brano della durata di circa 13 minuti, registrato tra il luglio 1999 e il gennaio 2020, poco prima della dipartita del grande compositore, avvenuta il 10 Febbraio dello scorso anno. Le note di copertina ci informano che nel 2009, Nancy Zeltsman, amica di Lyle e direttrice artistica dello Zeltsman Marimba Festival, invitò il musicista per la serata finale alla Laurence University di Appleton, Wisconsin. Per l'occasione Lyle compose in esclusiva un brano in cui oltre ad un trio jazz (piano, basso e batteria) apparivano diversi strumenti a percussione (xilofoni, marimba, etc.) e anche voci. L'ispirazione, che ha radici lontane negli anni ’80, derivava dall'impatto che il bassista Eberhard Weber ebbe su Lyle (ricordiamo la partecipazione di Weber all'album "Watercolors" di Pat Metheny e "Later That Evening" di Weber, ECM - con la successiva tournée - cui Lyle partecipò nel 1982) e a cui questo brano - per l'appunto "Eberhard" - è dedicato (per dovere di cronaca citiamo anche lo strepitoso tributo per il 75esimo compleanno del bassista - colpito da un ictus nel 2007 e a seguito del quale non potrà più suonare - per ECM dal titolo "Hommage à Eberhard Weber" del 2015, in cui parteciparono tra l'altro Pat Metheny, Danny Gottlieb, Jan Garbarek, Gary Burton e Paul Mc Candless, di cui è apparsa anche la nostra recensione QUI). Il peggioramento della salute di Lyle nel 2019, ha convinto il musicista alla registrazione del brano, che ha visto coinvolti molti dei collaboratori del passato (soprattutto dei primi due album del compositore), tra cui il sassofonista Bob Sheppard, l'amico bassista produttore di sempre Steve Rodby (affiancato qui da Jimmy Johnson), i batteristi Alex Acuña e Jimmy Branly, il chitarrista Bill Frisell, il vibrafonista Wade Culbreath e il pianista Mitchel Forman. A loro si sono uniti alcuni vocalisti tra cui la già citata nipote Aubrey Johnson e quattro violoncellisti. Il risultato è a dir poco sorprendente e suggestivo: sicuramente la prima reazione all'ascolto di questo brano è stato pensare a cosa avrebbe potuto ancora scrivere Lyle se ne avesse avuto tempo e voglia. Il brano riprende le sonorità dei primi due album del compositore e in qualche modo riecheggia lo stile dell'ultimo PMG. Difatti potremmo dire, senza timore di risultare scontati, che ascoltando "From This Place" di Pat Metheny e "Eberhard" di Lyle Mays, comprendiamo quanto entrambi abbiano caratterizzato il suono del PMG e quanto siano "mancati" l'uno all'altro negli ultimi 10 anni, ossia da quando Lyle decise (il perché, forse, lo potrete leggere QUI) di terminare la sua esperienza con il PMG (e di fatto mettere la parola fine al gruppo). "Eberhard" è una composizione sicuramente ispirata al grande bassista tedesco, ma a noi suggerisce soprattutto un ipotetico proseguimento o meglio la chiusa di quel disco che, volenti o nolenti, ha rappresentato l'ultimo capitolo (e che capitolo!) del PMG, "The Way Up"; e se da un lato gli strumenti ia percussione confermano (se mai ce ne fosse stato bisogno) l'ideale riferimento a Steve Reich, è altresì vero che le voci (per la prima volta in un disco di Lyle Mays) riportano l'ascolto alle sonorità di "Oframp", "The First Circle" e "Still Life (talking)". Sarebbe tuttavia riduttivo ricondurre questo suggestivo e poliedrico episodio sonoro a tracce del passato. Tutti i musicisti che hanno partecipato a questa straordinaria registrazione (altrove l'hanno apostrofata a ragione "il canto del cigno") hanno contribuito in maniera esemplare con i loro intermezzi armonici. L'unica pecca, forse, è che con tutto il materiale a disposizione (registrazioni dal vivo, demo, ecc.) si sarebbe potuto confezionare un album completo. Ma va bene anche così. Di certo questo episodio è una riprova della grandezza di questo musicista, scomparso troppo prematuramente e di cui torneremo sicuramente a parlare per molti anni.
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Lyle Mays: piano, synthesizers Bob Sheppard: tenor sax soloist, flute, alto flute, clarinet, bass clarinet Mitchel Forman: Wurlitzer electric piano, Hammond B3 organ Steve Rodby: acoustic bass Jimmy Johnson: electric bass Alex Acuña: drums, percussion Jimmy Branly: drums, percussion Wade Culbreath: marimba, vibraphone, orchestra bells, xylophone, tone bells Bill Frisell: guitar Aubrey Johnson: vocals (featured) Rosana Eckert: vocals Gary Eckert: vocals Timothy Loo: cello (principal) Erika Duke-Kirkpatrick: cello Eric Byers: cello Armen Ksajikian: cello
Data: 27/08/2021 Label: Not On Label Genere: jazz
Tracklist: 01. Eberhard
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