Ero veramente pronto a demolire questo nuovo titolo, come fatto per altri usciti sotto lo stesso moniker (Horror Box e i rifacimenti di Dawn of the dead e Profondo Rosso), ma devo ricredermi ampiamente.
Prima di tutto, una doverosa premessa: perché il disco allude ai Goblin pur essendo chiaramente un progetto solista? I Claudio Simonetti's Goblin erano inizialmente i Daemonia, progetto heavy prog in cui il noto tastierista si faceva accompagnare da Bruno Previtali alle chitarre, Federico Amorosi al basso e Titta Tani alla batteria. Quando, nel 2010, dalle ceneri dei Back To The Goblin (tutti i membri dei Goblin comparsi in "Roller", eccetto Simonetti), nacquero due incarnazioni della band, i Goblin Rebirth (di Marangolo e Pignatelli) e i New Goblin (di Morante, Simonetti e Guarini), i secondi attinsero proprio dai Daemonia per costituire la sezione ritmica (Titta Tani e Bruno Previtali, quest'ultimo, curiosamente, impegnato al basso pur essendo un chitarrista). L'universo Goblin, ormai è risaputo, è piuttosto animato (forse quanto quello dei New Trolls) e pertanto, nel 2014, i nostri consegnavano alla storia una nuova, puntuale scissione e l'immancabile costituzione di nuovi organici: in breve sintesi, successe che Simonetti litigò con tutti e ricostituì i Daemonia che stavolta ribattezzò Claudio Simonetti's Goblin (forte della militanza dei citati Previtali e Tani nei New Goblin), mentre tutti gli altri, ritornati nella formazione dei Back To The Goblin, adottarono il moniker Goblin 4 (parallelamente continuavano comunque a sopravvivere i Goblin Rebirth dei soli Marangolo e Pignatelli). Da allora, i Goblin di Simonetti hanno sofferto alcuni cambi di organico, passando anche per una improbabile formazione a tre elementi, giungendo finalmente alla stabilità con l'attuale formazione. Orbene, va detto che fino ad ora, Artists and Bands ha recensito i dischi di tutti questi organici (Four of a kind dei Goblin 4, Alive e l'omonimo dei Goblin Rebirth, senza dimenticare Live In Roma dei New Goblin) non mancando di evidenziare che la formazione capitanata dal tastierista è stata l'unica, nel tempo, a non pubblicare mai un disco di inediti ma soltanto innumerevoli, anzi troppe, antologie e rivisitazioni. Con questo titolo, che esce contemporaneamente all'ennesimo greatest hits di brani risuonati ("The Very Best Vol.1", che ignoriamo garbatamente), Simonetti spezza finalmente il trend assurdo del materiale non originale e il risultato è piuttosto convincente. Questo "The Devil Is Back" si inserisce tout court nella tradizione dei Goblin, anch'esso dotato di quel Goblin Touch (espressione coniata dal competente autore del volume 7 Note In Rosso, libro la cui lettura è altamente consigiliata), ed evidenza finalmente Claudio Simonetti quale grande musicista e raffinato compositore. Peraltro, la nuova sezione ritmica sembra riportare questo organico in un alveo più gobliniano, in passato talvolta disatteso dalle coppie Tani/Previtali e Tani/Amorosi, francamente troppo heavy. In "Brain Zero One", ad esempio, si amalgamano perfettamente sonorità che richiamano il caro vecchio mellotron e moderniste programmazioni al synth mentre "The Devil Is Back" ripercorre il lato funk dei Goblin (già profuso dalla storica formazione nei brani "Blind Concert", "Snip Snap" e nella colonna sonora "La via della droga"). "Neverland" pare lontanamente evocare, pure in termini addolciti, il lento caracollare di "Zombie" e la minisuite che conclude l'album, "Saint Ange" (scritta tempo fa per il film omonimo, già uscita in versione diversa su un cd giapponese), abbraccia più sonorità musicali, da atmosfere new age, a ritmi serrati tipici del prog metal, passando per la ballata struggente di stampo malinconico e le criptiche soluzioni tipiche del prog più macchinoso. In "Drug's Theme", infine, una tra le due cover dell'intero lavoro, insieme a "Chi?" (il lupo perde il pelo ma non il vizio), il combo dimostra una capacità di rinnovamento piuttosto esemplare, modernizzando la originaria composizione di Enrico Simonetti senza minimamente stravolgerla. Bentornato, Claudio (e basta con i dischi di cover, please). |
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