Sorpassato un periodo di transizione dovuto all'avvicendamento di due singer prima dell'arrivo di Mark "Ash" Bonavita in pianta stabile, i Nasty Tendency giungono con questo Hello Suckers! alla loro seconda prova in studio nel giro di 2 anni.
L'etichetta con la quale queste 11 tracce escono è sempre la breciana e iperattiva My Graveyard Productions, coaduviata per l'occasione dalla "nuova arrivata" Spider Rock Promotion. Nonostante un nuovo singer e da segnalare, anche il passaggio di Johnny Curly dal ruolo di batterista a quello di chitarrista, la band di Forli ha mantenuto intatto il suo impianto sonoro: heavy metal di chiara derivazione anni '80 diretto e senza fronzoli tecnici, dove la melodia vocale non è mai assente. "Jailbreaker" mette le cose in chiaro dopo una non esaltante opener "Stay Heavy", producendo un refrain antemico ben orchestrato dal nuovo vocalist, molto abile e dotato, che va a fare il paio con l'ottima "Burn Baby Burn", forse il miglior brano del lotto dove la somma dei migliori Motley Crue e Bon Jovi qui trova il suo perfetto risultato. Pur essendo un passo avanti rispetto al primo e discontinuo album Wild And Nasty, purtroppo non tutti i difetti sono stati cancellati con questo Hello Suckers!, più stradaiolo e passionale rispetto al suo diretto predecessore, va detto che lo scarto tra il buono ed il meno buono pende ancora un pò troppo per il secondo. Infatti tutta la prima parte offre pezzi abbastanza standard (ed in alcuni casi anche piatti), mentre va sicuramente meglio con la seconda: "Play It Loud" convince a pieno per il suo sguaiato e marziale progredire, "One More Round" mettte in risalto una sezione ritmica rimasta fino ad allora in secondo piano ed in chiusura "Dead On Arrival" ci fa ben sperare per una terza prova in studio, visto la passionalità della performance qui sciorinata. Tutto sommato siamo difronte ad un onesto lavoro di heavy derivativo ma con qualche buon episodio, deficitario quasi totalmente nella prima parte ma che si sa riprendere bene nella seconda. Accettabile nel suo complesso, adesso però è lecito che il seguito sia più calibrato e profondo dal punto di vista del sognwriting. 64/100
|
Mark "Ash" Bonavita: Voce Anno: 2011 |