Sembrava non esserci un futuro per gli Sculptured, side project (quello principale) di Don Anderson e Jason Walton, dopo la pubblicazione 8 anni fa di Apollo End.
Sensazione fortunatamente sbagliata, con la band ritoccata nella line up per l’ennesima volta che torna come un fulmine a ciel sereno con questo Embodiment, che per i fan degli Agalloch potrebbe risultare come ottimo antipasto ad un nuovo lavoro previsto per l’anno corrente. Le 5 tracce qui presenti, risultano quindi un ideale continuo del lavoro svolto negli anni precedenti, con una cura delle melodie vocali ancora maggiore di Anderson che si fa aiutare da Thomas Walling, con ottimi risultati, come dimostra la linea melodica di “Talkin My Body Apart”. In questo primo pezzo, subito si nota la straordinaria coesione dei musicisti presenti, con Andy Winter alle tastiere (Age Of Silence e Winds) che imbastisce tessiture neo-classiche e con rimandi alla scuola ‘70s. Splendido anche il lavoro di batteria di Dave Murray, preciso, pulito e potente, a risaltare nelle ritmiche più complesse anche il lavoro di Jason Walton. Menzione speciale per l’altro Agalloch, Don Anderson, qui impegnato alle 6 corde e come voce principale, sempre ispirato e fortemente comunicativo, col suo alternarsi disinvolto tra clean vocals e growl, dimostrandosi così ancora una volta come uno dei migliori compositori di metal moderno. Un disco consigliato quindi a gli amanti del death metal più tecnico e complesso, con richiami ad Atheist e Cynic (“A Moment Of Uncertainity” pare essere uscita da Focus, pietra miliare del movimento), che non si perde in passaggi inutili, dimostrando una vena melodica sempre ricercata e mai banale. Chiude il tutto una grandiosa title-track, con i suoi 10 minuti abbondanti dall’incedere maestoso con un riff granitico di chitarra, fraseggi ritmici vertiginosi e pianoforte spoglio ad accompagnare. Un disco quindi non di facilissima presa ed a tratti ostico, non consigliato a tutti, che necessita di svariati ascolti per essere compreso in pieno, per percepire tutte le sfaccettature di un prodotto curatissimo dal mixaggio alla produzione, cristallina ma non patinata, che non disperde un briciolo di potenza sonora. La premiata ditta Anderson\Walton ha fatto di nuovo centro. Complimenti. 80/100
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Don Anderson: Voce e chitarra Anno: 2008 |