I Revoltons, gruppo di Pordenone, pubblicano nel 2009 il loro terzo album, intitolato Underwater Bells e fornito di una copertina elegantissima: all'interno di un ovale dal vetro rotto si distinguono il palazzo del Parlamento inglese e la torre del Big Ben riflessi nell'acqua, mentre un rapace sta per piombare significativamente sul palazzo; il libretto è anch'esso molto curato e contiene le foto dei musicisti, oltre a testi lunghi e complessi.
Il disco, che dura quasi un'ora, si apre con le riflessioni sull'anima e sulla ricerca di spiritualità della potente “The Pure Soul Cry”, seguita da “Death to Leave Eternity”, che racchiude pensieri sull'inevitabile abbraccio dell'uomo con la morte e che presenta rallentamenti ed accelerazioni di matrice prog, nonchè una parte recitata di notevole effetto. “Berserker”, com'è evidente fin dal titolo, racconta la storia dei guerrieri vichinghi Berserker e la perdita dei loro poteri in seguito alla conversione al Cristianesimo: dopo un coro in avvio l'epic si fa possente in mezzo a due efficaci assoli. Al breve strumentale “Claylove”, nel quale si alternano melodie di chitarra ed oscuri passaggi di tastiera addizionale, fa seguito il veloce ed orecchiabile “Rotten Equilibrium”, caratterizzato da una sezione ritmica in particolare evidenza e da qualche reminiscenza maideniana. Si continua con la storia, ambientata nel passato ma in fondo ancora attuale, raccontata nel cadenzato “The Last Witch”; dopo “PJ”, breve intermezzo alla chitarra, si passa alla descrizione di un'eternità ormai marcia con “Slow Row”, che poggia su vari cambi di tempo. “Lady Disease” narra di una rivelazione riguardante una donna malata che diffonde silenziosamente il contagio: un brano potente che si alleggerisce un po' grazie alle doppie voci ed alle tastiere effettate. Dopo il breve lento alla chitarra “Melting Night” si prosegue con i pensieri sulla conoscenza e sulla verità di “One and Silence”, in bilico tra ritmato e melodico, forte di un primo assolo con effetto wha-wha e di uno a due chitarre prima dell'assolo di chiusura. Su “Cybertale” spicca la contrapposizione tra chi violenta l'innocenza e chi invece la protegge: piuttosto martellante, la canzone prende respiro grazie alle doppie voci, ad una parte recitata ed alle tastiere, mentre la personale “London Fall” è una lenta di notevole spessore, che cresce lentamente in chiave melodica e si libera in un assolo prolungato. La breve “Scanning Horizon”, con ancora la chitarra e le tastiere a far da protagoniste per ricordare che vincitori e vinti sono in fondo un'unica cosa, è il preludio per “Underwater Bells”, che descrive una specie di mondo parallelo: il pezzo è potente, impreziosito da un sottofondo di tastiere effettate e da un coro, elementi che danno luogo ad un eccellente effetto finale. Il CD è fornito anche di contenuto multimediale, cioè un collegamento alla pagina Myspace del gruppo ed il videoclip di “Death to Leave Eternity”, che riprende il cantante in una specie di stanza delle torture e gli altri musicisti in un cortile privo del tetto. La tecnica musicale ascoltata è notevole ed è espressa tramite frequenti assoli e sporadici interventi di tastiere e doppie voci, ma anche mediante parecchi cambi di tempo, che in alcuni passaggi permettono al classic metal di partenza di sconfinare nel campo del power-prog e che sono sorretti da una voce solista aggressiva e molto estesa. Consigliamo questo buon lavoro agli appassionati dei settori appena citati ed in generale agli amanti del gesto tecnico, che in questo caso non è inteso come puro esibizionismo ma contribuisce al raggiungimento di un interessante risultato finale. 80/100
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Andro: Voce Anno: 2009 |