“The Great Metal Complotto” è una compilation ideata per far conoscere i gruppi heavy metal di Pordenone, infatti se ne può ottenere una copia contattando direttamente i musicisti che hanno aderito all'iniziativa, oppure recandosi ai concerti delle stesse band. La copertina ha per soggetto il metallaro-tipo degli anni '80, o meglio, la sua sgraditissima figura vista secondo l'ottica dei benpensanti: un uomo dai capelli lunghi, con il microfono in mano ed addosso un giubbotto con la patriottica scritta “Pordenone Mosh”, oltre ad un improbabile fucile a tracolla, giace a pancia in giù, presumibilmente ubriaco; l'uomo si trova in mezzo ad un vero e proprio caos costituito da oggetti vari buttati qua e là, tra cui bottiglie di whisky, spumante e vodka, bicchieri, bottiglie e lattine di birra, borchie, un amplificatore, una cassetta di cacciaviti ed addirittura la musicassetta di “Kill'em All” dei Metallica ed una foto dei protagonisti del telefilm A-Team, testimonianza degli anni '80. Nella confusione del retro di copertina spiccano particolarmente un estintore, di nuovo birre, vodka e borchie, un pacco di latte, una scarpa, proiettili da caccia, un teschio, una rivista porno ed alcuni 45 giri di musicisti pop degli anni '80. Dopo questo ricco, ironico tributo agli anni d'oro dell'heavy metal, notiamo che all'interno del libretto compaiono semplicemente i contatti dei gruppi coinvolti. Nella raccolta, che dura circa un'ora, non sono presenti cover, ma solamente canzoni originali, tutte di durata medio-breve. Si inizia con l'aggressione death di “Suicidal Tendencies” degli Abyss of Pain e con l'inutile, rapidissimo sprazzo black di “Empty Shell” degli Ammonium Nitrate, prima di giungere ad un momento saliente del disco: “Barbed Wire” dei Baldrian, all'insegna del death metal tecnico, arricchito da un buon assolo e dall'uso delle doppie voci. Si continua con “Cradle of Emotions” dei Catalepsis, un misto death/black dotato di vari cambi di tempo e di un lungo assolo apocalittico, seguito dall'aggressivo speed “Turbo Metal” dei Destroy Edgebone. “Sons of Tyrell” degli Headquakes è un altro brano di particolare interesse, cioè un mid-tempo classic metal, con tanto di doppie voci in stile anni '80 ed un discreto assolo melodico, mentre il death “Idolize” degli Hunter of Souls è cadenzato per buona parte del tempo, spezzato da sporadici rallentamenti ed improvvise accelerazioni. 70/100
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Anno: 2008 |