A noi sembra che le 11 tracce che compongono l’opera siano vicine, giusto per permanere in contesti underground, ad ambientazioni proprie degli Epsilon Indi, gruppo romano nato nel 1987 come progetto aperto, essenzialmente di ricerca, formato da strumentisti, danzatori e tecnici, che ha saputo coniugare con efficacia - perfettamente in bilico tra morbidezza e vigore estetico – elettronica, sonorità acustiche e fugace puntate new age. Ed infatti, i due blasonati gruppi sopra citati, rimangono innegabile punto di riferimento, ma limitatamente ai percorsi musicali più propriamente onirici, alle atmosfere dal sapore liquido, alle ambientazioni più disciolte e rarefatte. Limitandoci, per questioni di spazio, a soffermarci solo su tre brani, non possiamo fare a meno di citare le leggere ed estraniate ambientazioni di “Fluttering Flags”, le fugaci puntate psichedeliche di “An Awful Waste Of Space- Part One”, i contesti più vicini agli standard progressivi della suite “Not Ready To Know”. Insomma, in estrema sintesi, l’opera ci sembra ben congegnata, sebbene – questo, l’unico neo – la voce appaia fuori contesto, tanto timbricamente, quanto armonicamente. L’aspetto è del tutto ininfluente se si considera che uno solo è quello cantato, su un totale di undici brani proposti. 72/100
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Samuele Santanna: Voce, chitarre, synth, tastiere, basso, loops, samples, produzione; Anno: 2009
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