Conosciuto principalmente quale deus ex machina dei rockers Toad (abbiamo recensito QUI il loro primo album omonimo), l'italianissimo Vic Vergeat (talvolta noto come Vergat), vanta anche una discografia da solista che, seppur contenuta, non è certamente inferiore, in termini qualitativi, rispetto a quella della nota band elvetica.
Il primo capitolo a suo nome si intitola "Down to the Bone" ed è edito nel 1981 da un trittico di major discografiche da Formula Uno (la Capitol in America, la EMI e la Harvest in Europa). In quest'album, il chitarrista propone un hard rock che, pur guardando sfacciatamente al mercato statunitense (la copertina piuttosto pacchiana sembra suggerirlo piuttosto sfacciatamente), è ben lungi dal manifestarsi in termini dequalificanti: vi viene espresso, invece, in chiave assolutamente aggiornata, quanto già proposto dai Toad più duri e aggressivi ad inizio anni '70. Sfiorato il colpaccio con membri dei futuri Ratt (il bassista Tom Croucier jr. e il batterista Frankie Banali), negli anni '80 e '90 collabora o si mette al servizio di artisti quali Gianna Nannini, Marc Storace dei Krokus, David Hasselhoff, nonché dei gruppi The Bank e Gotthard. Il nuovo millennio lo vede ripresentarsi in solitaria con gli album "No Compromise!", nel 2002, e "Live at Music Village", di quattro anni più tardi (nel mezzo dei quali si colloca anche il progetto collettivo "Comet Records All Stars - Live at the Torrita Blues Festival"). Dopo aver riesumato la storica sigla del vecchio gruppo per l'edizione 2011 del Prog Exhibition (si tratta, in realtà, di una formazione fittizia dei Toad, voluta dal management del festival per esigenze di cartellone), ecco che, a sorpresa, egli ricompare oggi, nuovamente come solista, pubblicando un album che taglia nettamente con quanto fatto in passato. L'opera - edita nel solo formato vinilico dalla rediviva Akarma (da sempre impegnata nella ristampa dei rarissimi dischi dei Toad) - offre suggestioni interamente acustiche, divise virtualmente in due parti: una strumentale e una cantata. La prima offre a sua volta due realtà distinte: da un lato un timbro vocale volutamente fragilissimo, talvolta intangibile, che richiama la delicata attitudine dei folksinger americani più eterei ("You Are So Beatiful", "Arpacarmen", "Don't Go", "Walking In The Morning Sun", "The World I Love", "Won't Go Down"); dall'altro i vocalizzi acuti già conosciuti nei Toad, espressi nel blues di stampo viscerale e rurale intitolato "Never Giving Up Hope". Il pezzo forte dell'album, a modesto avviso di chi scrive, è rappresentato dai brani strumentali (che occupano interamente una delle due facciate, più un brano collocato nell'altra): si tratta di una esecuzione che esprime una magia quasi impalpabile, perfettamente in bilico tra le suggestioni del Pat Metheny più rarefatto e i virtuosismi classicheggianti dello Steve Hackett più accademico. Impossibile non menzionare il conclusivo "Aqua", brano che, con i suoi 15 minuti di durata, esprime perfettamente il concetto di suite pur collocandosi ad anni luce di distanza dalle influenze di stampo classicheggiante tipiche del genere progressive.
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Vic Vergeat: acoustic guitar, vocals (1-7)
Anno: 2021 Label: Akarma Genere: Acoustic
Tracklist You Are So Beatiful 3:05 Arpacarmen 1:38 Don't Go 3:59 Walking In The Morning Sun 4:11 The World I Love 3:49 Won't Go Down 5:52 Never Giving Up Hope 2:21 Mellow 1:48 Ternerness 2:07 New Indian 1:53 Good Day 2:35 Happiness 1:30 Classic 1:17 Aqua 14:54
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